Pensate cosa succederebbe se improvvisamente vi accorgeste che uno dei vostri siti di informazione di riferimento, uno di quelli che considerate più attendibile, tutto d’un tratto scomparisse. E se lo stesso fosse sostituito da un messaggio di errore: “impossibile stabilire la connessione al server di rete”. Questo è proprio quello che accadeva, sino a qualche ora fa, ai navigatori cinesi che provavano ad accedere al sito della BBC. Il sito di informazione della televisione britannica è stato infatti oscurato per anni dal governo cinese, assieme ad altri popolarissimi siti web quali YouTube, Flickr e Wikipedia. L’accesso veniva bloccato direttamente alla fonte, censurando le “pagine incriminate” sui principali internet server provider attivi in Cina. Da ieri invece, presumibilmente senza alcuna spiegazione ufficiale, il sito della BBC (da considerare però solo le pagine in inglese) è tornato accessibile ai 210 milioni di utenti cinesi. La notizia non è ovviamente confermata da fonti ufficiali e se ci si pensa è piuttosto ovvio, dal momento che anche la notizia dell’oscuramento non è mai stata avvallata da fonti governative. Difficile è però gioire di questa novità, perché non si comprendono affatto le logiche che stanno dietro agli eventi degli ultimi giorni. Ciò che è accaduto in Tibet ha infatti contribuito ad alimentare proteste sulla libertà di informazione in Cina: le notizie relative alla repressione delle manifestazioni dei monaci tibetani sono state ampiamente e sistematicamente oscurate. Ancora oggi se un utente cinese cercasse le parole “Tibet” o “Dalai Lama” su Google News, non riuscirebbe a visualizzare nessun articolo. In questa situazione è paradossale credere ad una diminuzione dei controlli da parte del “Grande Fratello” cinese. Dunque, non è forse il caso di parlare di successo delle diplomazie occidentali. E’ più probabile che si sia trattato di un successo di alcuni informatici inglesi che sono riusciti a trovare il modo di eludere i controlli del colosso cinese. Tra qualche giorno, noi occidentali, probabilmente ne sapremo di più. I cinesi, chissà. (Davide Agazzi per NL)