La NetTV ruba tempo alla TV tradizionale

Interessanti i dati di una ricerca britannica, secondo cui il tempo trascorso a guardare video online ha cominciato a togliere spazio al tv watching canonico. La Net TV inizia a far paura ai produttori


da Punto Informatico

Londra – La Net TV comincia a fare concorrenza alla televisione tradizionale. BBC News segnala un sondaggio della società ICM, condotto intervistando 2.070 persone metà delle quali di età inferiore ai 16 anni. Ebbene, secondo ICM il 43% degli inglesi che fruisce di contenuti video in rete o su dispositivi mobili almeno una volta alla settimana finisce poi col dedicare meno tempo alla televisione in salotto.
Tre quarti degli utenti dicono di guardare video in rete più di quanto facessero un anno fa. Per ora l’online watching interessa ancora una minoranza della popolazione: solo il 9% lo fa regolarmente, mentre due terzi dei britannici hanno dichiarato di non potere/volere dedicarvisi entro i prossimi 12 mesi.

La migrazione è appena cominciata: alla base del fenomeno, il social broadcasting di Google/YouTube e affini, portali che hanno scalato le vette dei siti più visti della rete e messo a disposizione dei visitatori una piattaforma ideale per il video sharing. E ovviamente una gran quantità di show televisivi, il format che più si presta al web watching per via della sua tradizionale natura seriale, con una scelta che rivaleggia con la televisione analogica e digitale.

I numeri si fanno poi interessanti anche dal punto di vista del mercato tradizionale, quello che si serve di canali quali iTunes Store o Unbox di Amazon per vendere o noleggiare gli audiovisivi: la BBC sottolinea a riguardo la solita avanguardia dei network americani, anche se è prevista, entro i primi mesi del 2007, la disponibilità di molti degli show dei canali britannici su Internet attraverso il video on demand.

Come era lecito aspettarsi, il video on line è un fenomeno che interessa principalmente le fasce di età più giovani: il 28% di coloro che guardano più di un filmato alla settimana sono compresi tra i 16 e i 24 anni, con le percentuali che scendono in maniera vistosa tra gli adulti.

BBC riporta le parole del comico Ricky Gervais, che ha ottenuto un discreto successo con i suoi podcast multimediali: “Non credo sarà mai possibile sottrarsi alla TV o ai DVD. Ma le società televisive abbracceranno sicuramente il fenomeno”. È impensabile, dice il performer, girare una puntata di serial famosi come I Sopranos con una piccola telecamera portatile digitale, ma il sempre crescente successo del web-video non potrà far altro che attirare le mire dei produttori di contenuti pieni di risorse e know-how da investire.

La prospettiva lasciata finora intravedere dal social broadcasting e dalla diffusione di audiovisivi via web, sostiene Gervais, apre nuove “eccitanti” possibilità di lavoro, e il futuro del settore dipenderà da quanti adotteranno le nuove tecnologie: “Sono sicuro che al lancio della BBC, molti si siano chiesti: non molte persone hanno la televisione, chi vedrà le nostre trasmissioni?” dichiara il comico.

Web video a parte, le televisione tradizionale sta velocemente mutando pelle, passando da un sistema di trasmissione misto analogico/digitale ad uno completamente binario. Stando a quanto riporta BetaNews, l’obsolescenza dei segnali VHF e UHF, almeno in Canada, potrebbe portare alla totale soppressione del segnale da parte dei network.

La televisione canadese è stata infatti pensata per essere compatibile con quella americana, ma il Congresso ha dichiarato la morte annunciata delle trasmissioni analogiche per il 17 febbraio 2009. Considerando che, secondo recenti stime governative, due terzi dei canadesi già dispongono della televisione via cavo e ci si aspetta un ulteriore incremento nel corso dei prossimi anni, la messa al bando delle trasmissioni e la conseguente obsolescenza dei relativi apparati di ricezione potrebbe rivelarsi una mossa meno azzardata del previsto.

Alfonso Maruccia

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