Lo “scherzo” della Tv belga

Un falso annuncio alla Tv pubblica francofona belga, con tanto di interruzione dei programmi, ha gettato nel panico l’intero Paese, da anni diviso dalle diatribe tra fiamminghi delle Fiandre, di lingua olandese, e i francofoni della Vallonia


da Millecanali

Nelle scorse settimane un annuncio sul canale francofono della Tv di stato belga, la RTBF, ha messo in stato di choc l’intera nazione. In un servizio un cronista appostato di fronte al Parlamento fiammingo a Bruxelles ha annunciato: “Il Parlamento fiammingo ha unilateralmente dichiarato l’indipendenza delle Fiandre; Re Alberto e la Regina Paola sono fuggiti all’estero su un aereo dell’aviazione militare”.

Il conduttore del Tg Francois De Brigode ha aggiunto: “Si tratta di un momento grave”. Poi c’è stato il collegamento con Anversa, dove c’era una manifestazione del partito xenofobo “Vlaams Belang”, mentre le immagini mostravano nazionalisti in festa (erano in realtà immagini di repertorio di tifosi di calcio). Davanti al Palazzo Reale una folla di comparse favorevoli all’unità belga agitava bandiere nazionali e, nel frattempo, veniva annunciato che gli aerei diretti a Bruxelles venivano dirottati sugli aeroporti di Liegi, Charleroi e Duesseldorf.
Intanto un altro filmato spiegava che Bruxelles era intasata, a causa di migliaia di auto di valloni che fuggivano dalle Fiandre, che c’era un tentativo di occupazione della stessa Tv pubblica e che alla fine gli USA avevano riconosciuto il nuovo Stato.

Il servizio è durato quasi mezz’ora, fino a che è uscita una scritta in sovrimpressione, su pressante richiesta del ministro dell’Audiovisivo della comunità francofona Radila Laanan, che assicurava; “Questa è una fiction”. Ovviamente la scritta non è bastata a calmare gli animi infiammati dalla “trovata” della Tv pubblica, che, secondo il direttore del canale Jean Paul Philippot, voleva solo scatenare il dibattito “su un tema che interessa tutti i belgi”. Il direttore Philippot si è assunto in pieno la responsabilità per la messa in onda del programma (che probabilmente pagherà con le dimissioni), appellandosi comunque all’indipendenza di RTBF e sottolineando che l’aspetto importante rimane il dibattito sull’avvenire del Paese.

Un caso raro, che ha richiamato alla mente ancora una volta il precedente di Orson Welles e che ha destato mille polemiche in patria, prime pagine su buona parte della stampa estera ma soprattutto un effettivo panico in Belgio. Durante la mezz’ora di trasmissione del finto servizio sono stati inviati ai numeri della Tv 21.000 sms e 4.000 appelli.
Jean Paul Philippot è stato immediatamente convocato dal ministro dell’Audiovisivo Radila Laanan, che ha inoltre chiesto al Consiglio di Amministrazione della Tv pubblica di redigere un rapporto sulla base del quale rispondere davanti ai parlamentari della Comunità francese.

La provocazione di RTBF ha soltanto ravvivato una tematica molto sentita in Belgio. Ci sono, in effetti, politici ed esponenti della società civile che mettono in dubbio l’esistenza futura del Paese, le cui strutture federali sarebbero sempre più impoverite, a discapito delle tre regioni di Fiandre, Vallonia e Bruxelles.

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