Radio Belgio: nuovo governo sposta switch-off FM/DAB+ a 2035: preoccupa pubblico anziano. Locali insorgono: così favoriti i grandi editori

Cieltje Van Achter-ministro media Belgio

Il nuovo ministro dei Media del Belgio, Cieltje Van Achter, al servizio della lobby dei broadcaster FM?
Le emittenti locali fiamminghe: vuole spostare dal 2031 al 2035 lo switch-off FM/DAB+IP solo per favorire la rendita di posizione delle grandi stazioni, che vivono nel castello della modulazione di frequenza.
Uno studio commissionato dal precedente governo belga aveva stabilito che per poter disattivare la radio diffusa in FM:
1) il volume di ascolto digitale dovrebbe essere almeno del 65%;
2) non meno del 60% del parco auto fiammingo dovrebbe essere dotato di un ricevitore DAB+ (entro la fine del 2023, questa percentuale era del 29%);
3) l’ascolto FM esclusivo non dovrebbe superare il 20% della popolazione del paese.

Sintesi

Lo switch-off FM/DAB+IP in Belgio si farà, ma non prima del 2035, posticipando così la data originaria del 2031, proposta dal precedente governo.
Il nuovo ministro dei Media Cieltje Van Achter ha scelto un approccio graduale per non penalizzare gli ascoltatori più anziani, favorendo uno switch-over con convivenza tra analogico e digitale, invece di un abbandono repentino della FM.
Tuttavia, la decisione, giudicata più politica che tecnica, è stata criticata da gran parte degli editori locali e dagli esperti del settore, che temono che ciò determini un rallentamento della crescita del DAB+ e l’estensione del vantaggio per i grandi gruppi radiofonici che presidiano la FM.

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Questo switch-off s’ha da fare. Ma non subito

Lo switch-off FM/DAB+IP in Belgio si farà. Ma non entro il 2031, come inizialmente previsto dal precedente ministro dei Media, ma (non meno di) 4 anni dopo.
Anche se probabilmente si tratterà di uno switch-over.

I timori

A preoccupare la politica belga sono, infatti, i timori di una scarsa preparazione alla successione digitale da parte del pubblico più anziano, peraltro quello tipico della radiofonia belga (e non solo).

La notizia dello spostamento dello switch-off FM/DAB+IP in Belgio

Alcune agenzie giornalistiche del Belgio hanno rilanciato la notizia che il governo starebbe posticipando lo spegnimento programmato della modulazione di frequenza, abbandonando la data, inizialmente imposta dal governo Jambon, del 2031.

Switch-over, più che switch-off

Di più: la nuova road-map prevedrebbe non più uno switch-off, ma uno switch-over con un periodo di convivenza prolungato tra la tecnologia digitale (a sua volta divisa tra DAB+ e IP) e quella analogica.

Decisione non condiviso

Una decisione tuttavia non condivisa da tutti i broadcaster, considerato che ciò comporta l’appesantimento dei costi del simulcasting ed aumenta la rendita di posizione dei grandi gruppi radiofonici che godono della presenza FM.

Scelta volontaria

Molto probabile, quindi, che di qui ai prossimi cinque anni sarà lasciata ai broadcaster la decisione di abbandonare o meno la tecnica trasmissiva analogica, prima della data limite (forse) del 2035.

Lo studio disatteso

La data del 2031 era stata determinata a seguito di uno studio simile a quello condotto dalle radio private svizzere. Tuttavia, il nuovo ministro dei Media del Belgio Cieltje Van Achter (partito N-VA, La Nuova Alleanza Fiamminga), in carica dal 30/09/2024, Cieltje Van Achter (governo Matthias Diependaele) ha ritenuto che sarebbe stato ingiusto abbandonare una fascia di pubblico tipicamente radiofonica, contraddistinta da una minore capacità di adattamento alla nuova tecnologia.

Cieltje Van Achter: non lasciare indietro nessuno

“La digitalizzazione radiofonica non è uno sprint, ma una staffetta: porteremo con noi tutti gli ascoltatori fino al traguardo. Quindi non optiamo per un disimpegno accelerato dalla FM, ma per una transizione realistica, guidata e intelligente alla radio digitale. Niente dogmi, ma dialogo.

Proposte realistiche per la migrazione

Chiediamo al settore proposte realistiche per il passaggio dall’analogico al digitale; solo in questo modo la radio digitale potrà diventare una storia di successo”, ha dichiarato Cieltje Van Achter.

Decisione populista più che popolare

Una decisione che a gran parte del mondo radiofonico belga è però parsa più politica che tecnica, considerato che in Belgio l’ascolto della radio digitale è cresciuto rapidamente negli ultimi anni. Tra il 2018 e il 2023, la quota di ascolto digitale è infatti raddoppiata, passando dal 21% al 49%, principalmente grazie all’avvento del DAB+.

Il piano del precedente ministro dei Media

Tanto è vero che l’ex ministro dei Media Benjamin Dalle (CD&V, Cristiano-Democratici e Fiamminghi, governo guidato da Jan Jambon) aveva inizialmente proposto di eliminarle gradualmente tra il 2028 e il 2031.

Lo studio Brightwolves

Una decisione che era stata supportata da uno studio condotto dalla società di consulenza strategica Brightwolves e dall’Università di Gand, che avevano suggerito come il 1° gennaio 2031 fosse una data realistica per la fine delle trasmissioni in modulazione di frequenza.

I paletti

Per poter disattivare la radio in FM, lo studio proponeva le seguenti condizioni:
1) che il volume di ascolto digitale fosse almeno del 65%;
2) che il parco auto fiammingo dotato di un ricevitore DAB+ non fosse inferiore al 60% (entro la fine del 2023, questa percentuale era del 29%);
3) che L’ascolto FM esclusivo non superasse il 20% della popolazione belga.

Break-even nel 2028

Secondo le previsioni dei ricercatori, tutti questi criteri potrebbero essere raggiunti nel corso del 2028, rendendo il 1° gennaio 2031 una data realistica per la disattivazione della radio in FM (da comunicare con due anni di anticipo).

Editori concordi alla data iniziale

Ed infatti l’intero settore (ad eccezione dell’associazione CraXX, che riunisce 16 stazioni radio comunitarie), secondo una consultazione pubblica con le comunità fiamminghe e germanofone resa disponibile da WorldDAB nel 2024, si era dichiarato favorevole alla cessazione volontaria e simultanea delle trasmissioni FM entro il 2030, alla presenza di una efficace implementazione delle reti DAB+ e di “forti misure di sostegno governative”.

Due condizioni imprescindibili

La contestuale presenza di queste condizioni – secondo gli editori – avrebbe condotto la maggior parte delle stazioni radio a voler interrompere le trasmissioni in FM entro la fine del decennio.

Conseguenze economiche

Una tempistica, però, non condivisa dalla Van Achter, che ha richiamato lo stesso studio per allertare circa la possibilità di “un danno economico per il mercato pubblicitario fiammingo, che ammonterebbe a 31-62 milioni di euro” ed il rischio “che le persone di età pari o superiore a 65 anni, in particolare, possano essere private della possibilità di acecdere ai contenuti radiofonici”.

Nessun progresso, ma un regresso con uno switch-off anzitempo

“La radio è disponibile per tutti nelle Fiandre: in media, ascoltiamo la radio fino a tre ore al giorno; connette, informa e rilassa”, ha detto la ministra. “Chiunque la abbandoni per passare più velocemente al digitale non sta facendo alcun progresso. È miope”.

L’esempio della Repubblica Ceca, ma qualche anno dopo

Invece di una data fissa, Van Achter ha dichiarato di auspicare “un approccio graduale e settoriale alla riduzione delle frequenze FM”. Non si è impegnata a fissare una nuova scadenza, ma ha chiarito che sarà “non prima del 2035”. Insomma, qualcosa di simile a quanto sta accadendo – ma ora – nella Repubblica Ceca.

Gli esperti: Van Achter non sta facendo il bene della radiofonia

Posizione contestata dal portale di informazione tecnica settoriale RadioVisie, secondo cui “con questa decisione, attesa da tempo, è ancora una volta chiaro che il ministro Van Achter non ha alcun interesse a una “parità di condizioni” nell’etere fiammingo, che solo il DAB+ può offrire e mira chiaramente a consentire ai principali gruppi mediatici (su loro richiesta) di godere dei vantaggi della FM il più a lungo possibile.

Assicurazione disattesa

Oltretutto, sta anche ignorando il suo stesso documento di politica sui media, in cui afferma letteralmente che avrebbe continuato al 100% la politica sulla radio intrapresa dal suo predecessore e che lo studio sulla radio avrebbe servito da linea guida.

Lobby dei broadcaster FM

Ma questo era prima che la macchina delle lobby iniziasse il suo lavoro”, conclude la testata portavoce dell’emittenza locale minore e dei nuovi entranti digitali.

Mux attivi

Allo stato risultato attivi in Belgio i seguenti mux regionali: Hainaut 1 e Hainaut 2 (regione Hainaut), Nam-Lux 1 eNamur & Luxembourg 2 (Namur & Luxembourg), Liège 1 e Liège 2 (regione Liège), Bruxelles 1 e Bruxelles 2 (Brussels), DAB+ Vlaanderen 1 (Second Layer), DAB+ Vlaanderen 2 (Third Layer).

Composizione

Qui per consultare la composizione specifica. (E.G. per NL)

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