Radio. Successo sopra le previsioni per la prima grande convention sul DAB locale in Italia in Franciacorta. Ecco il quadro dell’evento

mediadab, dab locale

Come anticipato da NL, si è tenuta sabato 21 gennaio, dalle ore 9.30 alle ore 18.30, la prima grande convention italiana dedicata alla radio digitale locale (cd. DAB locale), organizzata dal consorzio Mediadab nella splendida cornice del relais Franciacorta a Colombaro (Bs), alla quale hanno partecipato oltre cento emittenti radiofoniche italiane per discutere di tutte le novità, tecnologiche, normative, strategiche relative al DAB in prossimità dell’avvio delle procedure di attribuzione dei diritti d’uso agli enti consortili.

Gli interventi sul DAB locale

Al convegno, di cui NL era media partner, gli editori hanno potuto assistere agli interventi tecnici, legali, strategici, comunicativi ed economici del nutrito gruppo di relatori, che hanno illustrato i vari aspetti sottesi alla stabilizzazione della diffusione radiofonica in tecnica digitale via etere, interagendo, nell’apposita sessione, col pubblico, rispondendo alle numerose domande sottoposte.

Sessioni tecniche: ITEL e GatesAir (ex Harris)

In particolare, dopo l’apertura dell’evento con le illustrazioni di Vincenzo Dolce, presidente del consorzio organizzatore e di Ettore Vantaggiato, direttore tecnico e vicepresidente, i partner tecnici di Mediadab, ITEL (gli ingegneri Berti e Tomassini) e GatesAir (già nota come Harris, nella persona del sales manager Alessandro Sponchioni).

Head-end e distribuzione

I partner hanno esposto con estrema accuratezza gli elementi tecnici relativi al funzionamento della struttura head-end e della rete di distribuzione via etere, anticipando tutte le prossime novità tecnologiche.

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Sessioni strategiche: 22HBG-FM World

Col supporto logistico ed informatico di Giancarlo De Vivo e Salvatore Ricci di Mediadab, sono seguiti due interventi di natura strategica, di cui il primo, affidato al ceo di 22HBG Gianluca Busi, ha suscitato un particolare interesse tra gli editori presenti, vista la ridda di novità tecnologiche esposte.

I.A. e automotive

Busi (di cui pubblichiamo sotto un estratto video in due parti dell’intervento) si è soffermato soprattutto a riguardo dello sfruttamento dell‘Intelligenza Artificiale in ambito radiofonico e delle novità in campo automotive, in riferimento alla piattaforma DTS Autostage, di cui l’aggregatore FM World (gestito da 22HBG) è partner.

Joint venture 22HBG-Mediadab

E  sempre Busi ha anticipato una importante joint venture DAB-IP attraverso la creazione di un’area preferenziale nell’aggregatore FM World dedicata alle emittenti socie dei consorzi Mediadab, Spacedab e Godab.

Liste

Grazie all’accordo, le stazioni che partecipano ai consorzi godranno di una maggiore visibilità rispetto alle altre attraverso un periodico aggiornamento della lista di FM World che garantirà loro equità di esposizione.

Vincenzo Dolce Massimo Lualdi accordo - Radio. Successo sopra le previsioni per la prima grande convention sul DAB locale in Italia in Franciacorta. Ecco il quadro dell'evento
Massimo Lualdi (Consultmedia) e Vincenzo Dolce (Mediadab)

Sessioni strategiche: Consultmedia

Dopo l’intervento di Gianluca Busi, è seguito quello di Massimo Lualdi, avvocato di Consultmedia – la più importante società di consulenza multidisciplinare italiana in ambito radiotelevisivo -, applicato all’Area Strategica, che ha illustrato una serie di aspetti attuali e prospettici afferenti alla radio digitale eterogenea (DAB+IP). Il sunto dell’intervento è riportato in calce all’articolo.

Partnership (1)

Anche in questo caso sono state ufficializzate due partnership.
La prima è tra Consultmedia e Mediadab e prevede l’assistenza integrale sul piano giuridico-amministrativo e tecnico della struttura consultiva a favore dei consorzi della galassia Mediadab, (quindi anche Spacedab e Godab) per le procedure di assegnazione dei diritti d’uso ed anche successivamente alla stessa.

Partnership (2)

La seconda partnership riguarda sempre l’erogazione di servizi di consulenza giuridico-amministrativa e tecnica degli avvocati, degli economisti e degli ingegneri di Consultmedia, ma questa volta a favore del sindacato di categoria MAVE (Media AudioVisivi Europei). Qui il comunicato stampa diffuso in occasione dell’evento.

MAVE

Associazione di categoria di cui l’avvocato Lualdi è stato nominato vicepresidente e che, a seguito della confluenza di soci dei consorzi e della stessa struttura di consulenza assurgerà a primario ente di categoria con ben oltre 300 emittenti rappresentate.

Mediadab 22HBG Consultmedia NL - Radio. Successo sopra le previsioni per la prima grande convention sul DAB locale in Italia in Franciacorta. Ecco il quadro dell'evento
Da sinistra, in alto: Ettore Vantaggiato (direttore tecnico Mediadab), Massimo Rinaldi (ingegnere, senior partner Consultmedia), Stefano Cionini (avvocato, senior partner Consultmedia), Giovanni Madaro (economista, senior partner Consultmedia), Gianluca Busi (ceo 22 HBG, fondatore di FM World), Vincenzo Dolce (presidente Mediadab e Mave), Massimo Lualdi (avvocato, senior partner Consultmedia e vicepresidente Mave)

Sessione sulla normativa

Dopo l’intervento di Lualdi, conclusosi con un tributo alla carriera dell’avvocato Ugo Bagalà, pietra miliare della radiofonia privata italiana, invitato appositamente all’evento, il consesso è proseguito con l’analisi giuridica.

Linee guida

Nella specie, quella della bozza delle linee guida sulle procedure di attribuzione dei diritti d’uso sottoposta a consultazione pubblica terminata lo scorso 10 gennaio con la sottoposizione di osservazioni degli stakeholders, cui farà seguito la pubblicazione del documento definitivo che aprirà la procedura.

L’intervento dell’avv. Cionini

L’intervento è stato curato dall’avvocato Stefano Cionini, senior partner dell’Area Affari Legali di Consultmedia (qui per scaricare le slide), di cui pubblichiamo un estratto nel video sopra riportato.

Interventi sulla comunicazione

Gianluigi Petruccio e Monica Ponti, rispettivamente responsabile della comunicazione e del marketing di Mediadab, hanno sottoposto ai presenti le strategie comunicative per favorire l’affermazione della tecnologia digitale e monetizzarla attraverso le nuove formule di comunicazione.

 

Interventi economico-finanziari

Il convegno è poi proseguito nel pomeriggio con l’illustrazione degli aspetti economico-finanziari sottesi all’attività del consorzio Mediadab e col confronto diretto con gli editori attraverso una nutrita serie di domande di ordine tecnico a riguardo delle procedure di attribuzione dei diritti d’uso (e le specifiche criticità), degli sviluppi della radio digitale eterogenea (DAB+IP).

A latere

L’evento, completamente sostenuto da Mediadab anche quanto a costi di ospitalità nel relais per la giornata precedente e successiva alla convention e trasferimento aereo o via treno per gli editori che lo avevano richiesto, ha consentito ai partecipanti di visitare le cantine dei famosi vini della Franciacorta. (E.G. per NL)

Convention Mediadab 21/01/2023

Estratto dall’intervento dell’avv. Massimo Lualdi (Consultmedia)

(omissis)

Il mio intervento sarà orientato ad illustrare gli aspetti, appunto, strategici della radio digitale via etere, cioè il DAB, mentre quelli giuridici, relativi alle Linee guida per le procedure di attribuzione dei diritti d’uso agli enti consortili, come Mediadab, saranno esposti dal mio collega, avv. Stefano Cionini.

Ciò premesso, questa è anche l’occasione per presentare ufficialmente la joint venture Consultmedia/Mediadab, che prevede l’assistenza tecnico-giuridica al consorzio sia per la procedura di attribuzione dei diritti d’uso che successivamente alla stessa.

Non solo, Consultmedia sarà anche partner tecnico-giuridico dell’associazione di categoria Mave.

(omissis)

Entrando nel merito della questione, dirò subito qualcosa che, forse, potrebbe stupire qualcuno: il DAB non è il punto di arrivo, ma un necessario passaggio intermedio nell’evoluzione della distribuzione dei contenuti radiofonici. Mi spiego meglio: con lo sviluppo delle auto interconnesse – e tengo a precisare che sono interconnesse oggi il 90% delle auto, se assumiamo che la quasi totalità delle vetture con sistemi Bluetooth o con un semplice cavetto può essere collegata ad uno smartphone con il quale fruire di contenuti in streaming – il DAB costituisce un facilitatore della fruizione radiofonica.
Per essere ancora più chiari, oggi, attraverso 100 app aggregatrici, cioè i noti aggregatori radiofonici come TuneIn, FM World, My Tuner, Replaio, ecc. si possono ricevere 150.000 flussi streaming radiofonici. Si tratta di 1000 volte l’offerta radiofonica già estesa nelle grandi città italiane, come Milano, con l’avvento del DAB, che ha condotto alla ricevibilità di 150 stazioni tra FM e DAB.

Si tratta di una insostenibile polverizzazione dell’offerta radiofonica che annienta i vantaggi della diffusione via streaming, quali distribuzione del contenuto teoricamente senza limiti territoriali ed elevata qualità audio.

Tuttavia, se il DAB venisse integrato attraverso lo standard Radio DNS – che Francesco Berti di ITEL ed Ettore Vantaggiato di Mediadab illustreranno più specificamente -, i citati vantaggi dello streaming potrebbero essere sfruttati senza estendere l’offerta radiofonica oltre il limite delle stazioni ricevibili sull’autoradio. Le stazioni, in altri termini, rimarranno quelle attualmente selezionate dall’autoradio, quindi le 150 delle aree congestionate, ma esse – così come gli utenti – potranno godere del passaggio da DAB a IP in assenza del segnale del primo. Non si tratta, evidentemente, solo di una garanzia di continuità del servizio, ma di un accesso preferenziale rispetto alle 150.000 emittenti già presenti in streaming.

Consultmedia, sulla questione, sta lavorando da almeno un decennio nella piena convinzione che il patrimonio dell’emittenza radiotelevisiva italiana vada preservato, accompagnando la stessa nei processi evolutivi.

In questa ottica, la nostra struttura di competenze a più livelli, ha messo a disposizione di Mediadab la propria esperienza e il supporto strategico di cui dispone.

Passando invece agli aspetti strettamente connessi al DAB, coloro, tra voi, nella condizione di operatori tv, hanno avuto occasione di partecipare al processo di refarming della banda 700 MHz, si troveranno a rivedere scene del medesimo film.

La procedura di attribuzione dei diritti d’uso ai consorzi DAB è infatti tarata sull’esperienza televisiva, partendo dallo stesso Piano di assegnazione delle frequenze provvisoriamente approvato da Agcom, con la sostanziale differenza che, in questo caso, non vi è una netta separazione tra fornitori di contenuti ed operatori di rete.

O meglio, sebbene, sul piano formale il destinatario del diritto d’uso per una frequenza DAB è il consorzio e non la singola emittente, così come avviene nel digitale televisivo terrestre, nella sostanza il consorzio DAB è esclusivamente partecipato da concessionari FM. Le vicende dei soci, cioè le emittenti, sono quindi destinate a riverberarsi sul consorzio stesso.

Si tratta, per esemplificare, di un condominio cui i singoli condomini devono concorrere alle spese di gestione, assumendo le decisioni necessarie attraverso una comunione di tipo forzoso e non volontario.
E qui arriviamo subito ad un elemento di differenziazione, che l’associazione Mave propone di adottare rispetto ad altri modelli consortili: quello della sostenibilità.

(omissis)

Un’ultima parentesi prima di passare la parola al collega Cionini per l’illustrazione degli elementi salienti delle Linee guida.

Si sta parlando – insistentemente – di Piano di assegnazione delle frequenze FM o comunque di refarming della banda FM con soppressione delle frequenze incompatibili con quelle degli stati esteri. Archiviare tale prospettiva come un’eventualità impossibile, remota o improbabile costituirebbe un grave errore. L’esperienza televisiva ha dimostrato, infatti, che qualsiasi status quo può essere alterato, anche pesantemente.

Il consolidamento della presenza sul digitale, inteso in senso eterogeneo, quindi DAB e IP, non è un’opportunità, ma una necessità. E ciò non perché ci sia la prospettiva di uno switch-off analogico/digitale come per la tv, che appare, questa sì, abbastanza improbabile (anche se non escludibile), bensì perché entro il 2025 gli indicatori rappresentano che nelle grandi città, il digitale eterogeneo supererà l’analogico quanto a modalità di fruizione dei contenuti radiofonici.

Tra due anni, quindi, davanti a valutazioni di convenienza, inizierà inevitabilmente uno spegnimento degli impianti FM minori in regime di volontarietà, come accaduto con le onde medie.

Abbracciare nel modo corretto il digitale radiofonico è quindi una necessità non solo per non disperdere l’utenza e l’avviamento conseguito in decenni di attività, ma anche per preservare il valore dell’azienda, che si sposterà dagli asset tradizionali – cioè gli impianti FM – al presidio qualificato delle principali piattaforme, al brand ed ovviamente ai contenuti.

Passaggio analogo a quello vissuto dai vostri colleghi televisivi, che oggi sono titolari essenzialmente di beni immateriali, quali le autorizzazioni per fornitori di servizi di media audiovisivi, le numerazioni LCN, i marchi/palinsesti e, appunto, i contratti di banda con gli operatori di rete.

(omissis)

 

 

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