Strasburgo: contro le ingerenze nei giornali, necessari “Statuti editoriali”

È quanto afferma un emendamento presentato da Giovanni Berlinguer e Giulietto Chiesa del Pse e da Giusto Catania, Umberto Guidoni e Roberto Musacchio della Sinistra europea (Gue), al rapporto su concentrazione e pluralismo dei mezzi di informazione


da Franco Abruzzo.it

Bruxelless, 3 giugno 2008. Per assicurare l’indipendenza di giornalisti ed editori, sono necessari «statuti editoriali che prevengano l’ingerenza dei proprietari, degli azionisti o di organi esterni, come i governi, nel contenuto dell’ informazione». È quanto afferma un emendamento presentato da Giovanni Berlinguer e Giulietto Chiesa del Pse e da Giusto Catania, Umberto Guidoni e Roberto Musacchio della Sinistra europea (Gue), al rapporto su concentrazione e pluralismo dei mezzi di informazione nell’Ue della socialista estone Marianne Mikko e approvato oggi dalla commissione cultura del Parlamento europeo. La relazione Mikko sottolinea la minaccia costituita dal processo di concentrazione in atto nei settore dei media e verrà votata dalla plenaria del Parlamento durante la sessione di Strasburgo del 7-10 luglio. Bocciati, invece, altri due emendamenti degli stessi europarlamentari con i quali si proponeva l’adozione di provvedimenti per limitare l’influenza dei «governi nazionali, regionali o locali» sui media e si sollecitava una normativa europea per «vietare a personalità politiche o a candidati di detenere interessi economici di rilievo» nei mezzo di comunicazione. (ANSA).

EUROPARLAMENTO. MEDIA PRIVATI: IL PROFITTO PUO’ LIMITARNE IL RUOLO.

Bruxelles, 3 giugno 2008. Vi è un “notevole rischio” che il perseguimento di obiettivi di profitto da parte dei media privati possa compromettere la loro capacità di agire come “sentinelle” della democrazia. Lo afferma una relazione adottata oggi dalla Commissione cultura e istruzione del Parlamento europeo con 33 voti a favore e un astenuto.
I deputati sostengono dunque la nascita di una “Carta dell’editoria” per evitare che i proprietari, gli azionisti o i governi possano interferire con il contenuto editoriale, i difensori civici e proteggere la libertà dei media. Chiedono anche che sia chiarito uno statuto per i siti on-line e propongono l’introduzione di tariffe per l’uso commerciale dei contenuti generati dagli utenti (come foto e video).
I meccanismi di mercato non sono sufficienti a garantire il pluralismo dei media, avverte la relazione di Marianne Mlikko (PPE / DE, ET), che esprime preoccupazione per la concentrazione della proprietà nelle imprese dei media, “l’esperienza dimostra come la concentrazione della proprietà mette a repentaglio il pluralismo e la diversità culturale”, ha affermato.
“I casi di concentrazione senza restrizioni della proprietà o di scarsa apertura al pluralismo nei mezzi di informazione mettono in pericolo la diversità culturale e la libertà di espressione non solo a livello di mercati nazionali, ma anche a livello europeo. Dobbiamo quindi lanciare un forte impegno europeo a superare queste sfide soprattutto in vista delle nuove tecnologie e servizi nel settore dei media “, ha affermato la presidente della Commissione Katarina Batzeli (PSE, EL).
Mlikko descrive la sua relazione come una “guida politica per salvaguardare la democrazia, un modo per garantire il pluralismo dei mezzi, vale a dire un equilibrio tra quantità e qualità nel mercato dei media”.
I deputati ritengono inoltre importante garantire che il servizio pubblico dei media svolga la funzione a lui affidata da parte degli Stati membri in modo trasparente e responsabile, in maniera da impedire l’abuso dei finanziamenti pubblici per la politica o a fini di lucro. (Apcom)

MEDIA. PLURALISMO: STRASBURGO SCEGLIE BLANDO COMPROMESSO

Bruxelles, 3 giugno 2008. Il clima bipartisan che attraversa la politica italiana, contagia anche Strasburgo. Il Parlamento europeo ha infatti adottato oggi una relazione sul pluralismo dei media, nella quale non si ribadisce la richiesta alla Commissione europea di legiferare in materia. E’ invece passato soltanto un blando compromesso, firmato dalla relatrice Marianne Mikko, nel quale “si sottolinea la necessita’ di statuti editoriali per l’applicazione uniforme in tutti gli stati membri nonche’ in tutti i mercati dove operano i media europei, al fine di prevenire che i proprietari, gli azionisti, o enti esterni come i Governi, interferiscano sul contenuto dell’informazione”. Un altro emendamento, nell’introduzione della relazione, fa riferimento alla relazione Boogerd-Quaak del 5 aprile 2004, sui rischi di violazione in Europa e specialmente in Italia, della liberta’ di espressione e di informazione. Non sono passati altri emendamenti molto piu’ incisivi in materia di conflitto d’interesse. (AGI)

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