Ad aver catalizzato l’attenzione degli operatori radiofonici italiani nella settimana trascorsa è stata l’attuazione, alle 23:59:59 del 31/12/2024 dell’annunciato spegnimento definitivo dei diffusori FM da parte della SSR (Società Svizzera di Radiotelevisione), cioè l’azienda radiofonica pubblica elvetica.
Un evento che apre scenari che, nonostante le analisi preventive effettuate, appaiono difficili da determinare con certezza, ma che possono essere riassunti in tre ipotesi principali.
E che, comunque vada, è destinato ad influenzare le scelte di altri enti.
La decisione della SSR di spegnere definitivamente gli impianti FM l’ultimo giorno del 2024 segna una svolta epocale nella radiofonia svizzera.
Un passaggio che è la culminazione di un decennio di pianificazione e che ha suscitato reazioni contrastanti tra gli operatori e gli analisti del settore. Dividendoli tra chi lo considera un atto di lungimiranza tecnologica e chi, invece, lo vede come un azzardo che potrebbe costare caro in termini di ascolti e di autorevolezza.
La giustificazione della SSR
La scelta di abbandonare la modulazione di frequenza è stata giustificata dalla SSR come l’unica strada possibile per ridurre costi ormai insostenibili ed adeguarsi, al contempo, a standard tecnologici più moderni. Tuttavia, le conseguenze di questa decisione restano oggetto di intenso dibattito.
Il contesto: una radiofonia in transizione
Secondo l’Ufficio Federale delle Comunicazioni (UFCOM), “meno del 10% della popolazione svizzera ascolta ancora la radio esclusivamente in FM”. Un’affermazione che ha suscitato perplessità, soprattutto da parte di coloro che probabilmente non hanno posto la dovuta attenzione all’avverbio “esclusivamente“.
Diffusione capillare digitale
La diffusione capillare del DAB+, e la crescente fruizione via IP, sembrano aver consolidato la transizione verso il digitale ed il simulcasting analogico/digitale rappresenta – conseguentemente – un costo elevato per gli operatori. Motivo per cui la SSR ha deciso di anticipare lo switch-off FM/DAB+IP.
Cui prodest?
Ma cosa cambierà per il panorama radiofonico svizzero?
Per rispondere, analizziamo tre possibili scenari, ciascuno con implicazioni e rischi specifici.
Scenario 1: vantaggio competitivo per i privati…
La dismissione degli impianti FM da parte della SSR potrebbe offrire un vantaggio competitivo significativo alle emittenti private. Con la radio pubblica fuori dal segmento analogico, gli ascoltatori legati alla modulazione di frequenza potrebbero migrare verso le stazioni private; almeno fino a quando anche queste ultime non abbandoneranno la FM, previsto entro la fine del 2026 (in tal senso va letta la pubblicità dell’emittente ticinese Radio 3i, che riportiamo nell’immagine di apertura).
… e tracollo degli ascolti per la SSR
Questa transizione potrebbe causare una perdita rilevante di ascolti per la SSR, difficilmente recuperabile nel medio termine. Gli anziani e le fasce meno digitalizzate del pubblico potrebbero, infatti, non adattarsi facilmente ai nuovi metodi di fruizione, con un conseguente calo di audience ed un indebolimento del ruolo della radio pubblica come servizio universale.
Scenario 2: alleggerimento dei costi e reinvestimento nei contenuti
Un secondo scenario delineato dagli analisti prospetta una visione più ottimistica: liberandosi dai costi elevati della trasmissione analogica, la SSR potrebbe reinvestire le importanti risorse risparmiate nello sviluppo di contenuti innovativi e di qualità, capaci di attrarre nuovi ascoltatori.
Contenuti più attrattivi
La maggiore varietà e l’incremento della qualità dell’offerta potrebbero, in questa prospettazione, convincere anche gli utenti più riluttanti ad adottare il digitale, drenando audience dalle emittenti private ancora appesantite dal simulcasting. L’esempio portato a sostegno di questa ipotesi è quello che delle piattaforme di streaming video on demand, come Netflix, che hanno favorito, con la propria attrattività contenutistica, il pieno sfruttamento delle smart tv (in altri termini, non sarebbero state le tv connesse a favorire le piattaforme OTT, ma quest’ultima ad incentivare l’utilizzo delle prime).
Posizione rafforzata per la SSR
In questo caso, la SSR non solo riuscirebbe a compensare eventuali perdite iniziali, ma potrebbe anche rafforzare la propria posizione competitiva nel lungo termine, dimostrando che il digitale è una strada obbligata ma anche più promettente.
L’esempio della Norvegia
Una decisione che sarebbe confermata da un precedente simile e molto doloroso switch-off: quello di 8 anni fa della Norvegia, dove la radio pubblica ha recuperato l’ascolto perduto in tre anni. Ma parliamo di quasi un decennio fa, quando la penetrazione dei device connessi non era quella attuale.
Scenario 3: uniformità di fruizione
E infatti proprio il terzo scenario ipotizza che la transizione digitale non provocherà un tracollo degli ascolti per la SSR. La crescente penetrazione di dispositivi compatibili con il DAB+ e la diffusione capillare della tecnologia IP rendono – secondo questa linea di pensiero – plausibile che il pubblico si adatti rapidamente al cambiamento, uniformandosi ai nuovi metodi di fruizione. In questo contesto, anche le emittenti private potrebbero accelerare il loro abbandono della FM, anticipando il termine previsto per la fine del 2026.
Accelerazione della transizione
Questo scenario suggerisce un’evoluzione naturale verso una radiofonia completamente digitale, dove i vantaggi in termini di efficienza e qualità superano le difficoltà iniziali della transizione.
Test point
Comunque vada, la scelta della SSR di abbandonare la diffusione FM rappresenta un banco di prova cruciale per il futuro della radiofonia, non solo in Svizzera ma anche nei paesi limitrofi, dove simili decisioni potrebbero essere influenzate dagli esiti di questo esperimento.
Sfida tecnico-culturale
Come spesso accade con i grandi cambiamenti tecnologici, la sfida non è solo tecnica ma anche culturale: convincere gli ascoltatori della necessità del cambiamento ed offrire loro validi motivi per abbracciarlo. La radio pubblica elvetica ha scelto di scommettere sul futuro, ma la vera domanda è se questa scommessa porterà a una rinascita o ad un ridimensionamento del suo ruolo nella società.
Mesi decisivi per le somme
I mesi a venire saranno decisivi per stabilire se la SSR ha intrapreso una strada lungimirante o se, come temono i critici, ha compiuto un passo troppo audace senza adeguate garanzie.
Fine di un’era
Qualunque sia l’esito, la transizione dalla FM al digitale segna la fine di un’era e l’inizio di una nuova pagina nella storia della radiofonia.