Trump: il nemico dei broadcaster USA. Dopo VOA, nel mirino anche NPR e PBS. Sospesi tutti i finanziamenti

donald trump

Quando – contrariamente a tanti altri – all’indomani della sua elezione, scrivevamo che Trump non sarebbe stato un alleato dei broadcaster, ma, piuttosto, un futuro forte oppositore del comparto mediatico tradizionale, ricevemmo un fuoco di sbarramento social. Perlopiù motivato dal fatto che il presidente era stato, fin lì, tra i sostenitori della difesa della radio in onde medie contro la generale propensione dell’automotive ad estrometterla dalle vetture elettriche (e non solo, per la verità), stante la sua posizione sulla cd. “comunicazione d’emergenza”. 
Poi, però, la decisione di Trump di tagliare i fondi alla U.S. Global Media Agency, l’organizzazione governativa finanziata dal bilancio a cui fanno capo le emittenti Voice of America, Radio Free Europe and Asia e Radio Martí, aveva generato una profonda crepa tra coloro che, considerandolo un populista etnonazionalista, pensavano che il tycoon avrebbe difeso la causa dei broadcaster in quanto emblema del localismo.
Ora che il 45º e 47º presidente degli Stati Uniti ha ordinato alla Corporation for Public Broadcasting – ente senza scopo di lucro finanziata con fondi pubblici, creata nel 1967 col Public Broadcasting Act per promuovere e sostenere la radiodiffusione pubblica, attraverso aiuti diretti alle attività di oltre 1.500 emittenti televisive e radiofoniche pubbliche, gestite localmente in tutto il paese – di sospendere tutti i finanziamenti federali ai broadcaster associati a NPR (National Public Radio) – network di oltre 1000 stazioni radio locali pubbliche no profit (fondata con atto del Congresso USA nel 1970, che produce e distribuisce informazioni e programmi culturali – e PBS [Public Broadcasting Service] – consorzio che rappresenta 349 stazioni televisive pubbliche nazionali (che, come NPR, ha iniziato a trasmettere nel 1970, ma sulle ceneri della National Educational Television), il Re è nudo.
O, quantomeno, lo è il suo pensiero.

Obsoleti ed inutili

L’ordinanza esecutiva, firmata ieri sera (giovedì 01/05/2025), dispone che i sussidi governativi per NPR e PBS siano sospesi in quanto “obsoleti ed inutili“, citando presunti “schieramenti politici ed un panorama mediatico competitivo che non richiederebbe più il sostegno pubblico”.

Stop ai finanziamenti a NPR e PBS

L’ordinanza impone al CPB (Corporation of Public Broadcasting) di interrompere i finanziamenti diretti e indiretti alle due organizzazioni e dispone che tutte le agenzie federali identifichino e revochino o rescindano qualsiasi sovvenzione o contratto a loro vantaggio.

Violazione del Public Broadcasting Act

L’ordinanza – che, come detto, incide direttamente sulle finanze di circa 1.500 stazioni radiofoniche e televisive locali pubbliche – ha, prevedibilmente, suscitato forti condanne ed ammonimenti, in quanto non solo violerebbe il Public Broadcasting Act (la legge a fondamento del CPB approvata nel 1967 col fine di incoraggiare e facilitare la diversità dei programmi e di espandere e sviluppare la radiodiffusione non commerciale), ma metterebbe anche a repentaglio l’accesso ai media pubblici locali nelle comunità di tutto il Paese.

NPR: fermi nell’impegno di difendere l’indipendenza editoriale e la mission verso il popolo americano

La presidente e CEO di NPR, Katherine Maher, ha rilasciato una dichiarazione in cui ha affermato che “NPR è ferma nel suo impegno per l’integrità, l’indipendenza editoriale e la sua missione di servire il popolo americano in collaborazione con le organizzazioni che ne fanno parte.

Contrasteremo l’ordine esecutivo con tutti i mezzi disponibili

Difenderemo con forza il nostro diritto di fornire notizie, informazioni e servizi essenziali per la sopravvivenza al pubblico americano. Contesteremo questo ordine esecutivo con tutti i mezzi disponibili“, ha avvertito la CEO di NPR.

Divieto di interferenza nell’operatività del CPB

La Maher ha fatto espresso riferimento al Public Broadcasting Act, che vieta espressamente alle agenzie federali di interferire nelle attività del CPB.I fondatori dell’America sapevano che un pubblico informato è essenziale per una democrazia funzionante e che l’impegno a servire un pubblico informato è il cuore della missione di NPR”, ha aggiunto.

Spending review inutile

“Non si tratta di pareggiare il bilancio federale: gli stanziamenti per la radiodiffusione pubblica, inclusi NPR e PBS, rappresentano meno dello 0,0001% del bilancio federale. L’ordinanza del Presidente è un affronto al diritto, sancito dal Primo Emendamento, di NPR e delle emittenti locali in tutta l’America di produrre e trasmettere programmi che soddisfino le esigenze delle loro comunità”, ha chiosato la Maher.

PBS: ordine palesemente illegale

La presidente e CEO della PBS, Paula Kerger, ha fatto eco, definendo l’ordine “palesemente illegale” ed affermando che la rete sta valutando azioni legali.

Ed Markey: dalla difesa della AM, a quella dei fondi ai broadcaster pubblici

Anche a Capitol Hill, i legislatori stanno reagendo alla decisione di Donald Trump. Il senatore democratico Ed Markey (D-MA) – battagliero difensore dell’autoradio AM sulle quattro ruote – si è così espresso: “L’ordine esecutivo del presidente Trump è illegale e rappresenta una minaccia diretta alla sopravvivenza delle emittenti televisive pubbliche locali in tutto il paese.

Radio locale non commerciale ancora di salvezza per la comunità

Queste emittenti sono un’ancora di salvezza per le comunità rurali e urbane, offrendo di tutto: dai programmi educativi per bambini agli avvisi di emergenza salvavita. Eliminare i finanziamenti ai media pubblici penalizza la libertà di espressione e mette a repentaglio fonti affidabili di notizie, cultura e informazioni di emergenza per le comunità di tutto il mondo.

Contro Trump anche la stessa Corporation for Public Broadcasting

Anche la presidente e CEO della Corporation for Public Broadcasting – come scritto, principale fonte di finanziamento per la ricerca, la tecnologia e lo sviluppo di programmi per la radiotelevisione pubblica ed i relativi servizi online -, Patricia Harrison, ha rilasciato una dura dichiarazione sull’ordine esecutivo di Donald Trump: “La CPB non è un’agenzia esecutiva federale soggetta all’autorità del Presidente.

Completamente indipendenti

Il Congresso ha autorizzato e finanziato direttamente la CPB affinché diventasse un ente privato senza scopo di lucro, completamente indipendente dal governo federale.

Veto all’ingerenza su media e CPB dal Congresso

Nella creazione della CPB, il Congresso ha espressamente vietato “a qualsiasi dipartimento, agenzia, funzionario o dipendente degli Stati Uniti di esercitare qualsiasi direzione, supervisione o controllo sulle trasmissioni televisive o radiofoniche a scopo educativo, o su la CPB o su qualsiasi suo beneficiario o appaltatore” – cfr. 47 U.S.C. § 398(c)”.

Iniziative di contrasto

In seguito all’ordine esecutivo, si prevede che le emittenti pubbliche e le loro lobbying intenteranno azioni legali per preservare il flusso di finanziamenti per le emittenti locali.

Ci vediamo nelle aule di giustizia

Ciò accade pochi giorni dopo che un giudice federale ha temporaneamente bloccato il tentativo di Trump di rimuovere tre membri del consiglio di amministrazione della CPB, schierandosi con la Corporation for Public Broadcasting in una battaglia legale sull’ingerenza politica e l’indipendenza dei media pubblici.

Trump vs broadcasting

Altro che alleato dei broadcaster…

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