Tv. Servizio Pubblico: parte la rivoluzione. Target: scassare la casta, in cima alle detestazioni degli italiani

Domani sera faremo una piccola rivoluzione: diretta streaming su Facebook e sondaggi e domande da questa pagina per i politici in studio! Che dite, ce la facciamo ad arrivare a 100.000 prima dell’inizio di Servizio Pubblico?”.

Queste le parole con le quali, poche ore fa, la pagina Facebook di Servizio Pubblico lanciava il guanto di sfida alla tv tradizionale, omologata e oligarchica. Questa pagina Facebook conta quasi 100mila fan, mentre il sito di Servizio Pubblico, sul quale nelle ultime settimane sono stati pubblicati video e piccole inchieste, conta già un milione di accessi. Cinquecentomila la pagina Youtube. 93mila, invece, sono i sottoscrittori che hanno donato almeno dieci euro per la causa, che è riuscita a totalizzare, nell’insieme, quasi un milione di euro. E domani si parte, con in studio Diego Della Valle e il sindaco di Napoli Luigi De Magistris, oltre ai veterani Vauro, Travaglio e Ruotolo. Con il primo che, invece del suo spazio usuale al termine di ogni puntata, sarà presente in apertura, lasciando i titoli di coda al vicedirettore del Fatto Quotidiano. ‎"Quando 200 mila persone seguono la conferenza di Renzi su internet significa che una nuova televisione esiste", ha detto Michele Santoro. E questa nuova televisione-rivoluzione domani dovrà affrontare la prova del grande pubblico: dopo due mesi di discussioni ora sarà la gente a decidere se le velleità di creare un terzo o quarto polo multipiattaforma resteranno tali o se la truppa-Santoro sarà ricordata come l’armata di pionieri che ha sdoganato la tv via internet. Già perché internet sarà uno dei mezzi principali di trasmissione, coi i siti di Corriere, Repubblica e Fatto Quotidiano pronti a darsi battaglia a forza di clic ogni giovedì sera. Poi, come noto, il network di tv locali, con Telenorba che addirittura ha programmato un format di trenta minuti che precederà e chiuderà gli appuntamenti settimanali dedicati all’infotainment. Infine il canale 158 del pacchetto Sky e, dulcis in fundo, la sorpresa: Radio Capital, l’emittente del Gruppo L’Espresso, che nella sua politica di riposizionamento, ha deciso di trasmettere il programma e che completa il quadro con una presenza per Servizio Pubblico anche in fm. "Tutto si farà con trasparenza, coinvolgendo i 100.000 che hanno donato 10 euro", dice ancora Santoro nella conferenza stampa di presentazione. E poi continua: "I politici sono fortunati a venire su di un palco come il nostro. C’è un pubblico diverso che ti costringe a rispondere e a pensare". “Scassare la casta” sarà il titolo provocatorio di domani: i termini per una vera rivoluzione ci sono, ora spetterà al pubblico giudicare. La Rai, ovviamente, terrorizzata dall’idea di vedere prosciugati i propri ascolti, pare voglia passare al contrattacco piazzando Giuliano Ferrara con un programma di informazione ogni giovedì sera a sfidare Santoro. Quel Ferrara che proprio poche settimane ha visto il suo prezioso spazio a conclusione del Tg1 delle 20, cancellato per carenza d’ascolti e declassato in coda a quello delle 13. Il format, intanto, il cui nome è stato modificato in corso d’opera da Comizi d’Amore a Servizio Pubblico, come il sito web inaugurato per la raccolta fondi, prevede 26 puntate da domani fino alla fine della prossima primavera e la società Zerostudio di Santoro e signora attende un fatturato totale da 7 milioni di euro, con un minimo di 110mila euro a puntata dalle tv locali, oltre al milione raccolto dai cittadini sottoscrittori, i soldi presi da Sky e la pubblicità. Insomma, la rivoluzione è dietro l’angolo. Gli italiani devono solo afferrarla e farla propria. Perché Santoro è uno ma la rivoluzione possono farla tutti. (G.M. per NL)

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