Antitrust: il Governo non decida i termini della vendita dei diritti tv sul calcio

Secondo il presidente Catricalà dovrebbe costituirsi un organismo indipendente che si occupi della ripartizione


L’affare dei diritti televisivi sulle competizioni calcistiche è una telenovela di cui in Italia si parla oramai da troppi anni. Prima gli interessi dei grandi club e la ripartizione incongrua dei fondi destinati dalle tv, poi i conflitti d’interessi tra club e associazioni federali, l’intervento troppo deciso del Governo nel voler decidere i termini della vendita. Insomma, non si riesce a venire a capo di questa intricata situazione. Ultimo atto, l’ammonizione da parte dell’Antitrust nei confronti del Governo per l’imposizione della vendita centralizzata dei diritti, come riportato dal ddl 14896, redatto dal ministro Meandri ed inattesa di avviare il proprio iter parlamentare. Vendita centralizzata sì, ma con nuovi criteri di mutualità che non siano imposti per legge. Inoltre, Catricalà, presidente dell’Antitrust, insorge contro le leghe che gestiscono il pianeta calcio: “le Leghe, in quanto rappresentative delle società cui devono essere applicate le stesse regole di redistribuzione dei proventi dei diritti tv, non sono i soggetti adatti alla definizione di tali regole”. Già in passato, in effetti, si erano verificati casi di conflitto d’interessi, per cui rappresentanti della Lega calcio potevano trovarsi nella condizione di influenzare le scelte riguardanti la ripartizione dei diritti tv a favore dei club di cui erano dirigenti. Cose che possono accadere solo in Italia. A tal proposito, l’Antitrust propone che “la ripartizione sia attribuita ad un soggetto terzo, o quantomeno ad un organismo indipendente che risponda alla Figc sulla falsariga della Co.Vi.Soc.”. In pratica, una struttura federale sovraordinata ai club ed alle associazioni che operano nell’ambiente. Il rapporto su queste tematiche è stato consegnato lo scorso sabato al ministro Giovanna Meandri che, dopo averlo analizzato, ha delegato la replica a Giovanni Lolli, sottosegretario al Ministero dello Sport e delle Politiche Giovanili, il quale ha affermato che “la scelta dello strumento normativo è stata dettata dalle evidenti difficoltà che nel passato ha incontrato il mondo del calcio nel costruire una posizione ampia e condivisa sulla gestione dei diritti audiovisivi”, dichiarando, altresì, che “il Governo è assolutamente favorevole ad un’ipotesi di questo tipo”. (L.B. per NL)

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