A Villa Mylius, l’edizione 2025 di Radio Meeting ha affrontato il tema dell’impatto dell’intelligenza artificiale sul settore audio/video. Il consesso ha anche visto l’annuncio, in anteprima, della costituzione a Milano della Società italiana per la tutela della voce, ente dedicato alla difesa legale e contrattuale delle identità vocali nell’era digitale.
Sintesi
Durante il Radio Meeting 2025, tenutosi il 15 ottobre a Sesto San Giovanni e ideato dal giornalista Piero Rigolone (IndiPlay), il dibattito si è concentrato su opportunità e criticità legate all’uso dell’intelligenza artificiale nel broadcasting. Tra i relatori, Massimo Lualdi (direttore di Newslinet ed avvocato), che ha illustrato le implicazioni della nuova legge italiana sull’I.A. (L. 132/2025) ed annunciato la costituzione della Società italiana per la tutela della voce, primo ente nazionale destinato a rappresentare e proteggere oltre 12.000 professionisti vocali da usi non autorizzati delle voci clonate.
L’organizzazione, in collaborazione con MCL Avvocati Associati, offrirà un sistema di mandato online, servizi di segnalazione di ipotetici abusi ed un tool di certificazione per il deposito delle opere audio/video.
L’iniziativa risponde al vuoto normativo europeo sul voice cloning ed intende creare parametri pratici di tutela basati su criteri di riconoscibilità e trasparenza, promuovendo una maggiore consapevolezza professionale nella gestione dei diritti vocali nell’ecosistema I.A.
Radio Meeting 2025
Si è svolto il 15/10/2025, nella cornice dell’antica Villa Mylius a Sesto San Giovanni (Milano), l’edizione 2025 di Radio Meeting, concept ideato dal giornalista e consulente audio/video Piero Rigolone, fondatore e CEO di IndiPlay.
I.A. al centro
Il consesso annuale era incentrato, per questa occasione, sulle opportunità (e sui rischi) della Intelligenza Artificiale applicata al mondo broadcast e, più in generale, all’ambiente audio/video.
Le (difficili) relazioni tra editori e big tech
Tra i relatori figurava anche il direttore di Newslinet, Massimo Lualdi, quale avvocato incaricato di illustrare le novità legate alla recente pubblicazione della prima legge sulla I.A. italiana (L. n. 132/2025) e le (difficili) relazioni mondiali tra editori e big tech.
L’annuncio della costituzione della Società italiana per la tutela della voce
Oltre all’analisi giuridica e strategica delle applicazioni I.A. in relazione al mondo editoriale ed a/v, Lualdi ha colto l’occasione per dare notizia, in anteprima, della costituzione della Società italiana per la tutela della voce, primo ente italiano (e forse europeo) che fungerà da intermediario nelle relazioni tra i professionisti della voce (speaker, conduttori, animatori, dj, doppiatori, giornalisti, ecc.) e società ed operatori della clonazione della voce.
Gli operatori della voce
La Società italiana per la tutela della voce, gestirà per una platea di 12.000 operatori della voce i rapporti relativi all’utilizzo autorizzato delle voci clonate e per contrastare quello illegale (cioè clonazione non autorizzata). A tal fine, l’ente opererà in sinergia con MCL Avvocati Associati, tech law firm che da due anni si è specializzata nei temi relativi allo sfruttamento di contenuti da parte della I.A.
La piattaforma
Il lancio della piattaforma della Società italiana per la tutela della voce – che consentirà agli operatori della voce di conferire con una procedura semplificata online un mandato annuale (ovviamente rinnovabile) per la negoziazione delle condizioni per la clonazione della propria voce (per chi fosse interessato a consentirlo) o per contrastarla in caso di abusi (sul portale sarà presente un form per le segnalazioni) – avverrà entro la fine dell’anno.
Gli accordi con gli intermediari
L’iscrizione ai servizi offerti dalla Società italiana per la tutela della voce potrà avere luogo da parte dei singoli prestatori o per tramite di soggetti portatori di interessi diffusi con cui l’ente sta definendo accordi specifici.
Il ruolo della Società italiana per la tutela della voce
“Il ruolo della Società italiana per la tutela della voce (marchio e modello operativo depositati), nella condizione di mandataria esclusiva, è di tutelare, sul piano legale – attraverso un accordo esclusivo con MCL Avvocati Associati – i propri mandanti da eventuali abusi quali, a titolo esemplificativo, clonazione totale o parziale della propria voce (e/o di contenuti audiovisivi), in assenza di pattuizioni.
Negoziazioni assistite
Ma anche di negoziare con soggetti interessati a sintetizzare voci (tech-farm di I.A., studi di registrazione, società di produzione, piattaforme specializzate) accordi per lo sfruttamento del diritto a favore di coloro che manifestassero tale necessità”, spiega Stefano Cionini, senior partner co-founder della tech law firm.
Contrasto degli abusi
“Le iniziative di tutela potranno essere attivate su impulso del titolare del diritto (che segnalerà l’abuso sulla base di documentate e fondate ragioni), ovvero della Società stessa nel caso di tutela di interessi diffusi (cioè operando nell’interesse di tutti i mandatari)”, sottolinea il legale.
Il tool tecnico
“L’adesione alla Società italiana per la tutela della voce consentirà l’accesso a servizi accessori tra cui un tool per depositare le proprie produzioni e tutelarle in caso di eventuali controversie.
Certificazione
Contestualmente al deposito verrà creato un certificato, che avrà validità annuale, con tutte le informazioni dell’opera identificate univocamente: titolo, autore e data di deposito)”, spiega Massimo Rinaldi, ingegnere di Com-Nect , società di ibridazione radiotelevisiva (gruppo Consultmedia) che si occupa degli aspetti tecnologici per la Società italiana per la tutela della voce.
Certificazione di paternità dell’opera
“Per esemplificare, ogni iscritto una volta realizzato un prodotto audio/video potrà depositarlo certificandone univocamente la paternità, favorendo così la rintracciabilità dello sfruttamento. Da annotare a corollario che, sul piano prettamente giuridico, ad oggi non esiste – né in Italia né nell’UE – una “percentuale di modifica” che renda lecito il cloning/imitazione della voce.
Riconoscibilità, inganno, agganciamento
Il diritto non ragiona a soglie numeriche ma su riconoscibilità, inganno/agganciamento e diritti coinvolti (copyright e diritti connessi, dati personali/biometrici, concorrenza sleale, trasparenza I.A.).
Paletti per limitare l’incertezza
In una condizione di incertezza come quella attuale, corre la necessità di elaborare alcuni paletti pratici, frutto di ricerche che sono stati condotte dal gruppo Consultmedia e da MCL Avvocati Associati e che saranno proposte ed esplicitate in webinar con i clienti/interlocutori/rappresentati della Società italiana per la tutela della voce”, conclude Cionini.
Nuove dinamiche da considerare
La costituzione della Società italiana per la tutela della voce rappresenta un passo operativo nel tentativo di adattare il sistema dei diritti connessi alle nuove dinamiche introdotte dall’intelligenza artificiale generativa.
Consapevolezza nella protezione delle identità sonore
In un contesto ancora privo di parametri giuridici chiari sulla liceità delle imitazioni vocali, l’iniziativa mira a fornire strumenti concreti di gestione e tutela, ponendo le basi per una regolamentazione più definita e per una maggiore consapevolezza professionale nell’utilizzo e nella protezione delle identità sonore. (E.G. per NL)