Audio. Il podcasting 2.0 contro la cancel culture e i sistemi centralizzati modello Spotify. L’inventore dei podcast Adam Curry ce lo spiega

podcasting 2.0

Pochi forse lo ricordano, ma la parola podcast deriva da iPod, l’apparato ideato da Steve Jobs che ha ispirato l’invenzione stessa del podcastng da parte di Adam Curry, ex VJ di MTV. In un‘intervista a Max Sklar (in formato podcast, of course), Adam in prima persona ha raccontato la genesi del formato. E, soprattutto, ha spiegato in modo esaustivo la sua evoluzione, che ha chiamato Podcasting 2.0. Evoluzione che – oltre a combattere la dominante cultura del politically correct e della censura preventiva con la scusa dello hate speech – prevede importantissime novità sul fronte delle funzionalità per l’utente e per i content creator.

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Una radiolina AM

Adam inizia col raccontare come l’ispirazione sia nata osservando i primi iPod che assomigliavano, sue parole, a una radiolina AM; di quelle che usava quando era piccolo per ascoltare programmi parlati (“Curry: This is not a walkman…this is a fucking radio receiver“).

Metaverso

Va anche detto che il podcast non è la sola invenzione di Curry: già nel 1995 Adam aveva lanciato un sito il cui nome corrisponde a un’altra parola di moda oggi, il metaverso.

Anti-Spotify

Adam ha poi continuato a sviluppare idee, programmi e prodotti basati sul concetto – totalmente antitetico a quello di Spotify – di podcasting come sistema distribuito, libero dalla dominante cultura del politically correct (detta cancel culture) ma soprattutto dotato d’incredibili funzionalità di fruizione e di retribuzione dei creator.

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Da MTV

Reso famoso dalla conduzione di MTV Top20 Countdown, Adam Clark Curry (K5ACC) è stato appassionato di radio fino da giovanissimo.

Podfather

Su Wikipedia viene definito podcaster, annunciatore, imprenditore e personalità nel mondo dei media. Viene spesso chiamato Podfather (gioco di parole con Godfather) proprio per il suo ruolo nel concepire il  formato.

L’origine dei podcast

Nella sua intervista a Max Sklar, Curry racconta come il podcast sia nato dalla necessita di poter “trasmettere su internet” (quello che oggi chiamiamo streaming) in un epoca in cui i modem non permettevano il tempo reale.

Era 56 Kbps. Se andava bene

Parliamo di anni in cui si utilizzavano modem connessi alla linea telefonica analogica, con velocità che raramente raggiungevano i 56 Kbps (circa 1/100 delle prime connessioni ADSL). Occorreva dunque ricorrere al download per poter trasmettere file multimediali, obbligando a una fruizione non in tempo reale.

Steve Jobs

Il potenziale di quello che ancora non si chiamava podcast venne poi colto al volo da Steve Jobs, che contatto’ Adam personalmente  per collaborare nella creazione di una sezione dedicata nell’allora nuovissimo iTunes (“Jobs: I’d like to put podcast on iTunes, are you OK with that?” “Curry: Fu…are you kidding me?“). iTunes sarà il primo, e tutt’ora resta il riferimento degli indici di tutti i podcast mondiali.

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RSS

Per distribuire i podcast e avvertire l’utente  quando un nuovo contenuto viene reso disponibile Dave Winer e Adam avevano inizialmente identificato nel feed RSS (un oggetto nato per altri scopi) lo strumento ideale.

Podcasting 2.0

E, come vedremo, è proprio nei feed RSS che sta il segreto per le funzionalità avanzate del podcasting 2.0.

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Podcast Index

Siamo nel 2018. Steve Jobs non è più tra noi e la “Cancel culture” prende piede anche in Apple, che decide il deplatform  (la censura) per  numerosi podcast, tra cui quello di Alex Jones.

In una notte

Come si ricorderà, quell’anno in una sola notte iTunes, Facebook e YouTube eliminarono contemporaneamente i contenuti di Jones e di numerose altre voci non gradite.

Free speech

È risultato subito evidente ad Adam come fosse necessario agire in difesa della libertà del medium da lui inventato.

Podcast Index LLC

Nascono dunque Podcast Index LLC e podcastindex.org, il primo mattone di quello che sarà definito Podcasting 2.0.

Podcasting 2.0

Oltre a essere un indice completo e privio di censure, Podcast Index fornisce una serie di API (interfacce di programmazione) utili per la creazione di programmi e applicazioni mobili che sfruttano le funzionalità di cui andiamo ora a parlare.

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Namespace

Iniziamo con il namespace, che consiste nella estensione delle specifiche RSS con tag dedicati al mondo del podcasting.

Esempi

Alcuni esempi aiutano a chiarire il concetto.

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Trascrizioni e commenti

<podcast:transcript> : tramite questo tag è possibile associare al podcast la trascrizione di quanto detto nella parte audio.

Tag multiplo

Il tag è multiplo, al fine di supportare formati o lingue differenti.

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Capitoli

<podcast:chapters> : permette non solo di suddividere il podcast in capitoli (analogamente a quanto accade per i libri) ma anche d’inserire immagini a supporto, visualizzabili da client 2.0 quali Podverse (nell’esempio è visibile una delle vetture di Adam al capitolo “Adam Rolls“).

Donazioni

<podcast:funding>: connette il podcast ai classici servizi di gestione di donazioni, quali Patreon o Paypal.

Credits

<podcast: person>: indica le persone connesse con il singolo episodio, quali co-host od ospiti, permettendo di assegnare crediti in base ai raggruppamenti previsti dal Podcast Taxonomy Project.

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PodPing, distribuzione in tempo reale

Altro componente di Podcasting 2.0 è Podping. Possiamo spiegarlo partendo da un problema che tutti conoscono: si pubblica un podcast e prima che questo sia disponibile sulle varie piattaforme (iTunes/Apple Podcast, Spotify ecc) occorre attendere un tempo imprecisato (a volte considerevole).

Blockchain

Questo effetto, dovuto all’attuale sistema d’interconnessione tra le piattaforme, viene risolto utilizzando una blockchain (Hive) che garantisce la distribuzione in meno di un minuto. Tutti possono verificare in tempo reale l’evoluzione della blockchain Hive tramite questo link (e vi consigliamo di farlo, si tratta di una spettacolo affascinante).

Value-For-Value

Value-For-Value, valore economico a fronte di valore dei contenuti, è un modo innovativo di retribuire “i podcast” in Bitcoin.

Network Lightning

La funzionalità permette all’audience d’inviare Satoshi (1/100,000,000 di Bitcoin) utilizzando il network Lightning, software operante sulla blockchain che consente micropagamenti con rapidi tempi di esecuzione.

Satoshi

Ad esempio, inviando 1000 Satoshi al cambio del 23 maggio 2023 si inviano al podcast 30 centesimi di euro.

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Boost

L’ascoltatore può inviare (trasmettere) questi Satoshi all’intero episodio o solo a una determinata parte, procedimento definito boost (ispirato da, o che ha ispirato il famoso Fanboost della Formula E). I creator possono definire nel flusso RSS la ripartizione dei ricavi.

Ripartizione ricavi

Quindi se – per esempio – in un ipotetico episodio di Newslinet Media Monitor a un determinato istante un nostro ospite affronta un discorso particolarmente importante, ecco che l’ascoltatore può inviare il boost, retribuendo anche il particolare ospite e indicando al produttore del podcast che proprio quella è la parte più apprezzata del programma.

Stay in touch

È possibile restare aggiornati sugli ultimi sviluppi di Podcasting 2.0 seguendo l‘account dedicato su Mastodon e/o ascoltando il podcast di Dave e Adam. (M.H.B. per NL)

 

 

 

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