DTT, LT Multimedia interrompe le trasmissioni dell’ex Sportitalia: siamo al “muoia Sansone e tutti i filistei”?

"Il Gruppo Sitcom, in conseguenza del provvedimento emesso del Tribunale di Milano in data 18 dicembre a favore della societa’ Prs, comunica che con effetto immediato la Sitcom Media interrompe la trasmissione sul digitale terrestre dei canali 60, 61, 62.

Pertanto rinunciando ad un proprio progetto editoriale in tale ambito constatata la reale situazione patrimoniale delle societa’ Edb Media e Edb Service cedute dal Tribunale di Milano nell’ambito del fallimento ”Marroncelli 9” (ex Interactive Group) e altresi’ preso atto dell’impossibilita’ di dare corso ad un piano di ristrutturazione delle attivita’ e di un qualsivoglia percorso di risanamento aziendale ha conferito mandato per la finalizzazione delle azioni e procedure dirette e conseguenti. Lo comunica una nota della societa". S’aggrava, quindi, la vicenda che, dopo il default del gruppo milanese di Bruno Bogarelli, ha interessato l’emittente sportiva. L’interruzione delle trasmissioni è stata resa noto direttamente in tv con una scritta a sfondo blu in luogo delle trasmissioni che recita: “In conseguenza del provvedimento emesso dal Tribunale di Milano, Sitcom Media rinuncia alle attività editoriali sui canali 60, 61 e 62 del Digitale Terrestre“. Nel merito, LT Televisioni srl (gruppo LT Holdings) avevano siglato un accordo di partnership editoriale e commerciale con Sitcom Media srl (società che fa riferimento sempre a LT Holdings), la società che aveva rilevato da Edb Media srl il ramo d’azienda relativo agli LCN 60, 61, 62 del digitale terrestre, per la trasmissione sul digitale terrestre dei tre nuovi canali del Gruppo LT Multimedia: Sport Uno, Sport Due e Sport Tre. L’accordo, nel suo complesso, nelle intenzioni dei sottoscrittori, avrebbe permesso il completamento del nuovo progetto editoriale della LT Televisioni srl e, attraverso un accordo per la produzione di format e programmi originali dedicati allo sport e non solo, avrebbe consentito di finanziare il piano di ristrutturazione industriale avviato dalla Edb Media srl e della Edb Service srl, finalizzato a salvaguardare la continuità delle attività di produzione e l’occupazione. Proprio su questo ultimo punto, a fine ottobre, la situazione risultava incandescente, con i dipendenti delle società Edb Media ed Edb Service in sciopero/presidio davanti alla sede milanese dell’emittente in via Tazzoli. L’iniziativa era stata decisa per protestare contro l’annuncio della cessione delle due società a Lt Multimedia all’esito della procedura fallimentare che aveva coinvolto la società di Bogarelli, Maroncelli 9 (ex Interactive Group). L’assegnazione al gruppo televisivo romano era conseguita ad un’asta al rialzo (cui avevano partecipato altri due competitori), all’esito della quale avevano trovato collocazione i titoli autorizzatori relativi ai marchi palinsesti Sportitalia, Sportitalia 2 e Sportitalia 24 (prodotti materialmente realizzati dalle società del gruppo Edb Media ed Edb Service). All’indomani dell’acquisto, Valter La Tona, a.d. di Lt Multimedia, aveva ribadito l’intenzione di non rinunciare alla programmazione sportiva avviata nel 2004 con la partnership tra Tarak Ben Ammar e Eurosport: "I nostri canali sono posizionati sul segmento familiare e sul femminile vogliamo rafforzarci nel maschile". Da subito avevamo osservato su queste pagine come fosse dirimente, sul punto, l’acquisizione del marchio Sportitalia, concesso in uso al gruppo di Bruno Bogarelli dalla Prima Tv di Tarak Ben Ammar, titolare dello stesso: "Penso ci siano opportunita’ reciproche per entrambi – aveva spiegato La Tona – l’obiettivo e’ rafforzare il brand Sportitalia nel suo insieme e questo presuppone una partnership a cui lavoreremo. Il posizionamento dei canali 60, 61, 62 sul digitale terrestre lo abbiamo ritenuto importante e strategico: riteniamo che Sportitalia possa continuare ad avere un offerta sportiva complementare a quella di Rai e che questa proposta possa avere un futuro". Subito dopo l’acquisto erano però sorte tensioni tra la nuova proprietà e la concessionaria di pubblicità PRS, che aveva sottoscritto ad aprile di quest’anno con la EDB Media un contratto di esclusiva per la raccolta con scadenza fine 2017, succedendo al rapporto esistente con la Cairo Communication. Poco dopo l’acquisto, la DAD – Digital Advertising, concessionaria captive del gruppo LT Multimedia aveva però comunicato che i canali a marchio Sportitalia sarebbero stati "di rappresentanza esclusiva della DAD – Digital Advertising srl, concessionaria interna di Gruppo". La decisione aveva tuttavia trovato ferma opposizione da parte di PRS, che aveva fatto sapere che il contratto con Sportitalia era stato fimato fino al 2017 "nel presupposto del cambio di compagine azionaria" e che con l’obiettivo di una continuità della collaborazione aveva anche "finanziato il precedente editore di Sportitalia, Edb Media". PRS aveva poi rilasciato un comunicato nel quale aveva dichiarato “la propria esclusiva titolarità del ruolo di concessionaria per tali canali fino alla data, contrattualmente fissata del 31 dicembre 2017", precisando che avrebbe proseguito "nella propria attività di vendita" riservandosi "ogni azione nei confronti di quanti dovessero violare o contribuire a violare i propri diritti contrattuali". Valter La Tona aveva respinto al mittente le pretese, rispondendo che "PRS, così come altri, ha voluto giocare una partita che non è quella della continuità aziendale. Noi siamo persone serie, che rispettano gli impegni, non soggetti strozzati o da strozzare. Perciò, poiché sappiamo fare questo mestiere e lo dimostriamo da tanti anni, abbiamo deciso di raccogliere la pubblicità da soli. Con PRS, nel caso, parleremo nelle sedi opportune, ovvero in tribunale e davanti ai giudici". All’indomani della decisione del Tribunale di Milano, PRS ha dichiarato: "Il 18 dicembre il Tribunale Civile di Milano, confermando integralmente il provvedimento già emesso dal presidente l’11/09/2013 e confermato in data 30/09/2013 in accoglimento del ricorso di Prs ex art. 700 c.p.c., dopo aver sentito le parti in contraddittorio, ha ordinato ad Edb Media ed alla Sitcom Media Srl, quale successore del contratto di concessione stipulato tra Prs ed Edb Media Srl, di dare corso all’esecuzione del contratto di concessione pubblicitaria, ribadendo il rispetto dell’esclusiva in capo a Ps Srl in relazione alla commercializzazione degli spazi pubblicitari sui canali 60-61-62, precedente denominati Sportitalia ed attualmente denominati Sport1, Sport2 e Sport3. Lo rende noto un comunicato diffuso da Prs MediagroupIl provvedimento ha confermato anche il relativo obbligo di Sitcom Media Srl di trasmettere regolarmente la pubblicità raccolta da Prs. Edb Media e Sitcom Media pertanto sono state inibite dallo svolgere attività di raccolta pubblicitaria, direttamente o indirettamente, sui canali televisivi di cui alle numerazioni 60-61 e 62 e ciò “anche in caso di cambiamento della denominazione” degli stessi". La decisione di LT Multimedia di sospendere le trasmissioni su LCN 60, 61 e 62 appare quindi all’insegna del "muoia Sansone con tutti i filistei" e giunge dopo un’ulteriore complicazione per il gruppo, determinata dalla volontà di Sky di non rinnovare il contratto di trasporto per i programmi Alice, Leonardo, Nuvolari e Marcopolo. Dal 1° Gennaio 2014 i programmi di punta del gruppo romano non saranno più visibili nel bouquet di Sky e pertanto potranno essere seguiti solamente in digitale terrestre, via satellite nella piattaforma gratuita TivuSat e in streaming sul sito ItaliaSmart.tv. Una decisione pare subita e non voluta (il contratto di trasporto in scadenza non è stato rinnovato da Sky), che inciderà con ogni probabilità sugli indici di ascolto di Lt Multimedia che edita i canali che avevano avuto sulla piattaforma di Murdoch probabilmente la loro maggiore esposizione. La Tona aveva dichiarato sul punto: “Con questa decisione Sky Italia ha deciso unilateralmente di cancellare quasi 20 anni di attività e di investimenti. Si vanifica così un avviamento professionale ed industriale, oltre che un enorme lavoro fatto da un piccolo gruppo indipendente italiano e svolto sia a vantaggio esclusivo del pubblico e degli abbonati, sia a favore della valorizzazione di un sistema italiano di contenuti di qualità, espressi da migliaia di piccole e medie realtà tipiche del tessuto economico italiano, all’insegna della tradizione e della grande capacità di innovazione e creatività. Una capacità unica nel panorama televisivo italiano che ha saputo produrre in 16 anni (di cui 10 con Sky) oltre 35.000 ore di programmi e produzioni originali ed inedite di qualità". Con un moto d’orgoglio il patron dell’ex Sportitalia, aveva poi continuato: "Con buona pace di Sky continueremo ad essere operatori di questo mercato sul digitale terrestre ma anche sul satellite su Tivùsat e su tutti i mezzi che le nuove tecnologie ed abitudini ci mettono a disposizione in un sistema, quello italiano, che sa difendere i poteri forti e dominanti e pervicacemente punta a schiacciare quanti cercano di ritagliarsi uno spazio solo con il loro lavoro, non c’è altra possibilità che rimboccarsi le maniche e lavorare ancora di più”. Vedremo però se, alla luce dei nuovi gravi accadimenti, gli scenari cambieranno. (M.L. per NL) 

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