Editoria. Gedi, colpo di scena: Carlo De Benedetti presenta un’offerta per sottrarre ai figli il controllo del gruppo ma loro rifiutano. Sullo sfondo la possibile cessione in altre mani di Gedi

De Benedetti

Quando – come nel caso dei De Benedetti – la realtà supera la fantasia, non c’è domenica che tenga. La giornata di ieri è stata ‘terremotata’ nel campo dell’editoria dalla notizia che Carlo De Benedetti (84 anni) stava provando a sottrarre al controllo dei figli (dopo averglielo ceduto negli ultimi anni) l’importantissimo gruppo editoriale Gedi, che significa il quotidiano ‘Repubblica’, prima di tutto, ma anche ‘La Stampa’, ‘Il Secolo XIX’, una lunga serie di giornali locali, lo storico periodico ‘L’Espresso’ e molto altro, nonché, per quel che ci riguarda più da vicino, Radio Deejay, Radio Capital e Radio m2o (da poco è stata ceduta la quota di Persidera).

Tutto in famiglia

Carlo De Benedetti ha infatti presentato venerdì scorso un’offerta cash per acquisire il 29,9 per cento delle azioni di Gedi Spa (ex Gruppo Espresso, poi allargato e ‘abbinato’ al gruppo di ‘La Stampa’), controllato al 43,4 per cento dal gruppo CIR (cioè la holding proprio della famiglia De Benedetti), presieduto da Rodolfo De Benedetti, figlio di Carlo, mentre l’altro figlio, Marco De Benedetti, presiede la stessa Gedi spa. Carlo De Benedetti era stato lo storico presidente del gruppo, fino al 2017, e aveva ceduto progressivamente ai figli il controllo sostanziale delle operazioni nell’arco degli ultimi dieci anni.
Già l’idea di una faida familiare intriga molto di per sé ma poi c’è il fatto che un uomo di 84 anni cerca di riprendersi quel che era suo fino a ieri e che aveva volontariamente lasciato agli eredi più diretti; il tutto sfiora quasi l’incredibile e ricorda serie come ‘Succession’ (attualmente in onda su Sky), dove il problema è proprio l’eredità familiare di un magnate dell’editoria.

I particolari dell’offerta

Comunque sia, Carlo De Benedetti ha presentato alla CIR attraverso la sua controllata al 99% Romed, un’offerta di acquisto, appunto cash, del 29,9% delle azione di Gedi Spa al prezzo di chiusura in Borsa di giovedì 10 ottobre, vale a dire 0,25 euro ad azione. Sono circa 38 milioni di euro messi sul piatto tutti d’un colpo.
Ed ecco le spiegazioni di De Benedetti senior: “Questa mia iniziativa è volta a rilanciare il Gruppo al quale sono stato associato per lunga parte della mia vita e che ho presieduto per dieci anni, promuovendone le straordinarie potenzialità”.

In Tv dalla Gruber

L’aspetto affettivo si capisce bene se si è vista la puntata di apertura di ‘Otto e mezzo’ (La7) di questa stagione, in cui un Carlo De Benedetti in gran forma, in barba all’età, manifestava grande gioia e soddisfazione per il cambio di direzione a ‘Repubblica’, con l’arrivo di Carlo Verdelli, che stava riportando il giornale (a suo dire) “al centro del dibattito politico”. De Benedetti si era detto in precedenza assai deluso dalla precedente direzione di Mario Calabresi, giudicato “non all’altezza”; Calabresi, sostituito improvvisamente alla direzione, ci era rimasto malissimo e ha raccontato la vicenda nel recente libro ‘La mattina dopo’.

Il retroscena

Il sottofondo è che De Benedetti senior non solo non si fida più dei figli (che, come vedremo, sembrerebbero voler vendere Gedi) ma neppure degli attuali amministratori di Gedi in genere. L’offerta irrevocabile di acquisto delle azioni CIR di Gedi è infatti subordinata a due clamorose condizioni.

Le condizioni

La prima condizione è che i componenti del consiglio di amministrazione di Gedi di nomina CIR rassegnino le proprie dimissioni entro due giorni lavorativi dal trasferimento delle azioni, ma con l’eccezione dell’ing. John Philip Elkann e del dr. Carlo Perrone, che potranno mantenere le attuali cariche e gli attuali poteri. La seconda condizione è che CIR si impegni a distribuire ai propri soci (ovvero ai soci della società riveniente dalla fusione Cofide/CIR), entro un anno dal trasferimento delle azioni oggetto dell’attuale offerta, le residue azioni che resteranno di sua proprietà.

La proposta andrebbe sottoposta, sempre secondo Carlo De Benedetti, al prossimo consiglio di amministrazione di CIR e rimarrebbe valida “fino al termine del secondo giorno di Borsa aperta successivo alla data dello stesso Consiglio”.

Rodolfo contro il padre

Ma CIR in un comunicato ha subito reso noto di voler respingere l’offerta di De Benedetti senior: “Con riferimento alla comunicazione diffusa dall’Ing. Carlo De Benedetti, relativa all’offerta non sollecitata né concordata presentata tramite Romed S.p.A., per l’acquisto di una partecipazione del 29,9% in GEDI S.p.A., CIR S.p.A. rende noto di ritenere detta offerta manifestamente irricevibile in quanto del tutto inadeguata a riconoscere a CIR e a tutti gli azionisti il reale valore della partecipazione e ad assicurare prospettive sostenibili di lungo termine a GEDI S.p.A”.
Personalmente si è esposto Rodolfo De Benedetti: “Sono profondamente amareggiato e sconcertato dall’iniziativa non sollecitata né concordata presa da mio padre e il cui unico risultato consiste nel creare un’inutile distrazione, della quale certo non si sentiva il bisogno”.

Carlo sempre più esplicito

E poiché non ci dobbiamo far mancare nulla, ecco la controreplica molto esplicita di Carlo: “Trovo bizzarre le dichiarazioni di mio figlio Rodolfo. È lo stessa persona che ha trattato la vendita del Gruppo Espresso a Cattaneo e Marsaglia. La gestione sua e di suo fratello Marco hanno determinato il crollo del valore dell’azienda e la mancanza di qualsiasi prospettiva, concentrandosi esclusivamente sulla ricerca di un compratore visto che non hanno né competenza né passione per fare gli editori. Ha distrutto valore negli ultimi anni. Nonostante l’età ho passione e idee per istituzionalizzare il gruppo, assicurandogli un futuro di indipendenza ed autonomia”.

La posta in gioco

La posta in gioco è evidente, dunque: il gruppo Gedi potrebbe passare in altre mani, come si vocifera da questa estate, e con esso una bella fetta dell’editoria italiana ‘che conta’ e Carlo lo vuole evitare. Fra i possibili acquirenti sono stati indicati prima il gruppo del quotidiano francese ‘Le Monde’ e poi un gruppo di imprenditori che comprendeva Luca Cordero di Montezemolo.
Tutti progetti che ora si scontreranno con il ‘ciclone Carlo De Benedetti’. (M.R. per NL)

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