Editoria: tagli ai finanziamenti. Fondi erogati secondo l’andamento dei conti dello Stato

Il decreto Tremonti ha ridotto la spesa per l’editoria di 83 mln nel 2009 e di 100 mln nel 2010


Franco Abruzzo.it

SORO (PD): “GOVERNO RIFERISCA IN PARLAMENTO”. CAPOGRUPPO PD SCRIVE A FINI: ”GARANTISCA PREROGATIVE ASSEMBLEE PARLAMENTARI”

Roma, 25 settembre 2008. Si amplia la crisi dell’editoria, specie per i quotidiani di partito e quelli con tirature minori che hanno anche meno introiti pubblicitari. L’articolo 44 del decreto Tremonti ha ridotto il capitolo di spesa per l’editoria di 83 milioni per il 2009 e di 100 milioni per il 2010 (quando mancheranno altri 26 milioni per il decreto Ici).

ALLARMI – Il Manifesto rilancia l’appello: «sosteniamoci». L’Unità e Europa danno ampio spazio alla vicenda. Liberazione sciopera: venerdì non sarà in edicola in segno di protesta contro il silenzio della società editrice, la Mrc, e del partito editore (Rifondazione comunista) sul futuro del giornale. Si allarga in modo trasversale l’allarme per il rischio chiusura con il quale devono fare i conti cooperative di giornalisti, testate non profit e di partito. Per molti di questi giornali è ormai corsa contro il tempo: per alcuni la resa dei conti è fissata alla fine dell’anno, per altri a giugno 2009, con la chiusura del prossimo bilancio.

REGOLAMENTO – Il decreto Tremonti ha soppresso il carattere di diritto soggettivo dei contributi pubblici all’editoria e ha stabilito che i fondi verranno erogati in base all’andamento dei conti dello Stato. A preoccupare è anche lo schema di regolamento messo a punto dal dipartimento per l’Editoria: tra le novità, l’accesso ai fondi legato alle copie effettivamente vendute, la stretta sul credito agevolato, lo snellimento del comitato chiamato a decidere gli stanziamenti, le agevolazioni tariffarie postali aggiornate annualmente in base all’inflazione per le società quotate in Borsa. La Federazione nazionale della stampa chiede la «rimozione» dei tagli al settore, e annuncia per lunedì 29 settembre un coordinamento dei giornali di opinione. (www.corriere.it)

SORO (PD): “GOVERNO RIFERISCA IN PARLAMENTO”. CAPOGRUPPO PD SCRIVE A FINI: ”GARANTISCA PREROGATIVE ASSEMBLEE PARLAMENTARI”

Roma, 25 settembre 2008. Il governo riferisca in Parlamento sulle misure per l’editoria. La richiesta giunge dal capogruppo del Pd alla Camera Antonello Soro che ha scritto al presidente della Camera Gianfranco Fini chiedendogli di «garantire le prerogative del Parlamento in questa stagione in cui molte nuvole si addensano sulla dignità e sui poteri del luogo di più alta rappresentanza del popolo italiano». «Noi -afferma tra l’altro Soro- esprimiamo un giudizio fortemente critico sulla bozza del regolamento predisposta dalla presidenza del Consiglio perchè scardina tutti gli equlibri finanziari e abolisce la certezza dei diritti delle imprese, rinuncia a lavorare nella direzione di un mercato libero, correttamente regolato e rispettoso della legislazione europea, priva del necessario sostegno un settore economico già in acutissima sofferenza e crea le condizioni per una drammatica cancellazione di posti di lavoro». L’esecutivo, secondo Soro, «intende attribuirsi, in modo autonomo e del tutto discrezionale, il potere di decidere della vita e della morte delle diverse voci del giornalismo italiano e di condizionare, se non di impedire, per questa via, il libero e democratico confronto delle idee. La democrazia non può permettere tutto questo. Noi pensiamo che il governo debba riferire quanto prima al Parlamento sulle misure che sta elaborando nei confronti dell’editoria, e debba astenersi dall’adottare qualsiasi provvedimento prima di avere ascoltato e senza avere tenuto conto della volontà del Parlamento». (Adnkronos)

FIORE: NO A FAVORITISMI PER GIORNALI DEL CAPITALE

Roma, 25 settembre 2008. Per Roberto Fiore (Forza Nuova), i tagli all’editoria e ai giornali di partito rappresentano «una manovra che aggredisce i piccoli per favorire i grandi gruppi. Oggi non esiste un giornale che non faccia più o meno velatamente politica: per questo, se tagli ci devono essere, devono riguardare tutti. Per ripristinare una corretta libertà di stampa, dobbiamo eliminare il dislivello che favorisce i giornali direttamente o meno legati a gruppi di pressione economica, partendo dal Corriere fino ad arrivare al Sole 24 Ore e alla Stampa». «Tutti – afferma Fiore in una nota – si lamentano dei contributi ai giornali di partito, ma quanti sanno che lo stato finanzia il Corriere della Sera rimpolpando gli utili degli azionisti della Rcs e che i grandi gruppi e le testate ad alta tiratura beneficiano del cosiddetto regime speciale monofase di applicazione dell’Iva? Per quanto riguarda poi i contributi indiretti, sono soprattutto i grandi gruppi ad averne beneficiato. Quindi, se l’intento di Tremonti è quello di risparmiare – conclude – incominci con i tagli ai grandi giornali». (ANSA).

MANIFESTO. PARLATO: “CARI LETTORI SOSTENIAMOCI”.

Roma, 25 settembre 2008. «Cari compagni e cari lettori sosteniamoci. Voi aiutateci a resistere e noi, come sempre nel passato, a scoprire i trabocchetti di Berlusconi»: è il nuovo appello di Valentino Parlato, presidente del Cda della Cooperativa il Manifesto, dopo la protesta intrapresa dal quotidiano contro le norme del decreto Tremonti sui finanziamenti all’editoria cooperativa e politica, che mettono a rischio la vita del giornale. «La regola è che l’informazione deve essere addomesticata – scrive – Ricordate che la grande manifestazione del 25 aprile 1994 a Milano (l’anno in cui superammo le 50 mila copie di vendita) nacque da un’iniziativa de il manifesto. Non dico stringiamoci a corte, ma stringiamoci le mani». Parlato ringrazia anche per le sottoscrizioni che sono arrivate al giornale, da quelle dei lettori e a quelle dei politici come la Finocchiaro e Zanda, «un grande incoraggiamento» che lo hanno fatto sentire «molto più giovane». Il quotidiano pubblica anche un’intervista a uno dei padri del giornalismo italiano, Giorgio Bocca, dal titolo ‘Sento puzza di fascismo e stampa di regimè. Ampio spazio al regolamento sull’editoria e agli effetti che avrebbe sui giornali più piccoli viene dedicato anche da l’Unità, Europa e Liberazione. (ANSA)

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