Italiani: tutti pane, politica e cronaca nera

Spettacolarizzazione è la parola ormai più in voga quando si parla della politica e della cronaca viste dai media. Ma a sorpresa la seconda ha più appeal della prima


Un dilemma che da anni affligge gli esperti di sociologia dei media, assimilabile grosso modo a quello dell’uovo e la gallina, riguarda gli italiani e l’informazione-spettacolo: siamo noi che godiamo nell’enfatizzare fino allo spasimo il mondo della politica e della cronaca nera , o è colpa dell’informazione che ci ha manipolato sino a spingerci in questo circolo, per nascondere le notizie che davvero posseggono un’utilità sociale per i cittadini e che porterebbero a galla tutte le disfunzioni di cui soffre il nostro Paese?
Bruno Vespa (nella foto, a destra) ed Enrico Mentana (nella foto, a sinistra) sono un po’ gli emblemi di questa tendenza. Essi hanno avuto, allo stesso tempo, il merito e la colpa d’aver reso certo tipo d’informazione accessibile a vaste fasce di popolazione, “popolarizzando” e “democratizzando” la politica e la cronaca.
Ma perché è accaduto questo? Negli ultimi anni abbiamo assistito a fenomeni come quelli di Novi Ligure, di Cogne, di Garlasco. Episodi di cronaca nera messi tutto il giorno davanti agli occhi della gente. Che poi vi si appassiona, giudica, mette alla berlina, condanna o assolve molto prima che lo facciano i Tribunali. Certo, non si può dire che tutto questo sia nato solo negli ultimissimi anni: diciamo che mettere certi generi di delitti al centro del circo mediatico aiuta un po’ a stigmatizzare certe paure, certi luoghi comuni, certe peculiarità della nostra società. Ma anche ad alimentarle. Negli ultimi dieci-dodici anni questo fenomeno ha assunto un ruolo predominante, pervasivo, grazie anche a trasmissioni come quelle di Vespa e Mentana. Come dimenticare ad esempio, il celeberrimo plastico della casa di Anna Maria Franzoni.
Anche la politica, diciamo da Tangentopoli in poi, da quando cioè si è assistito ad una polarizzazione molto forte del discorso politico, è divenuta decisamente più “pop”, accessibile e per questo semplificata, resa pura immagine, slogan, svuotata un po’ della sua complessità. La discesa in campo di Berlusconi ha avuto, senza dubbio, un ruolo fondamentale in tutto questo.
Vespa e Mentana, si diceva, rappresentano un po’ la personificazione di questo tipo d’informazione. Oltre all’eccessivo accanimento verso certi casi di cronaca (nell’ultimo anno hanno tenuto banco Corona e i suoi guai con Vallettopoli, poi Garlasco, Perugia, Erba), si imputa ai due giornalisti-conduttori un eccesso di buonismo nei confronti degli uomini politici. Difficilmente si può rinvenire un esponente del mondo politico o istituzionale che viene incalzato, messo in difficoltà, criticato (se non da esponenti della fazione politica a lui avversa, nel pieno rispetto del gioco delle parti) nei due salotti “buoni” delle ammiraglie di Rai e Mediaset. Si dice spesso che Vespa confezioni le puntate attorno agli uomini politici più potenti, ma anche Mentana non scherza. Diciamocelo, le due trasmissioni si somigliano anche un po’. Quando l’uno si occupa di politica, l’altro si dedica alla cronaca, e viceversa, in un regime di concorrenza estrema, ostentata, ma chissà poi quanto veritiera fino in fondo. Ciò che stupisce, comunque, è che, secondo quanto evinto dalle ultime rilevazioni, è la seconda ad interessare più della prima. Nonostante stia fervendo la campagna elettorale, ad esempio, nella seconda serata di martedì scorso Matrix ha battuto Porta a Porta dedicandosi, ancora una volta, del delitto di Erba, mentre il rivale aveva come ospite il candidato premier del Pd, Walter Veltroni. D’accordo la perdita di credibilità della politica negli ultimi tempi, ma ad un anno di distanza dalla strage nella cittadina lombarda e l’oramai certa colpevolezza dei coniugi Romano, è difficile credere che questo argomento attiri ancora così tanti italiani davanti ai teleschermi. (Giuseppe Colucci per NL)

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