Legge Orwell, Google lascia la Svezia

Nel paese esplode la protesta, convogliata sui blog, sui media e davanti al parlamento. Persino Google ha deciso di fare i bagagli e trasferire i propri server altrove


da Punto Informatico

Roma – Non accenna a diminuire la protesta dopo l’approvazione della cosiddetta legge Orwell, che ha istituito in Svezia una società della sorveglianza senza – quasi – precedenti in Europa. Protestano tutti, ma a sorpresa prendono posizione anche quelle società private tradizionalmente accusate di assecondare senza particolari remore censura e raccolta indiscriminata delle informazioni degli utenti da parte delle corporazioni dell’industria multimediale.

I server di Google si apprestano a lasciare la Svezia mentre la protesta infuria nelle strade e Peter Sunde di Pirate Bay è a capo di uno dei tanti cortei che stanno mettendo in subbuglio il paese. “Introducendo queste nuove misure, il governo svedese sta seguendo gli esempi di governi che vanno da quello cinese a quello dell’Arabia Saudita, per finire al largamente criticato programma di spionaggio istituito dal governo statunitense”, così si era già espresso il consulente della privacy di BigG, Peter Fleischer, sulla vicenda.

E ora che la proposta è diventata una legge in attesa di entrare in vigore entro il prossimo gennaio, Google e l’ex-società telefonica pubblica Telia giocano d’anticipo portando i server fuori dai confini svedesi. Nel frattempo, le fila della coalizione di governo conoscono varie defezioni a seguito del voto forzato sulla legge, defezioni come quella di Fabian Norlin che da membro del Partito Moderato è passato a fare il curatore della FRApedia, una wiki in lingua prevalentemente svedese che spiega i retroscena e i particolari della vicenda.

I blogger si mobilitano, così come i mezzi di comunicazione: una iniziativa del quotidiano Expressen, tesa a facilitare l’invio di comunicazioni via mail ai membri del parlamento, ha collezionato 6,6 milioni di diverse missive infuriate o preoccupate per le conseguenze della legge orwelliana sulla vita di tutti. Chi, tra le fila della maggioranza, è convinto di aver votato una legge giusta tende a rispondere al criticismo con polemiche imbarazzate e fuorvianti, che prendono in considerazione più la forma della protesta che le reali ragioni che l’hanno scatenata.

In un caso, il membro del Partito Liberale Gunnar Andrén prima si è lamentato via posta elettronica con chi ha deciso di votare contro la proposta di legge, e poi ha denunciato i presunti “metodi da Gestapo” usati per venire a conoscenza di quelle email e delle sue comunicazioni via telefono. “Avete appena votato per una legge che permette di leggere tutte le mail e registrare tutte le chiamate telefoniche: Abituatevici” chiosa TorrentFreak.

In Svezia si stanno insomma scatenando energie e attivismi fuori dall’ordinario. “La legge FRA è inutile, inefficace, indesiderata e, ultimo ma non ultimo, costosa. Il governo dovrebbe ascoltare le persone, perché noi non siamo sostituibili. Comunque sia, noi abbiamo il potere di cambiare il governo” ha dichiarato Peter “Brokep” Sunde di Pirate Bay nella manifestazione di protesta organizzata nella città di Malmo. Esponenti dell’attuale opposizione parlamentare hanno già espresso la volontà di fare piazza pulita della legge Orwell qualora dovessero conquistare il potere alle prossime elezioni del 2010.

Alfonso Maruccia

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