OTT. Non basta il monopolio sul calcio: Dazn necessita di ricapitalizzazione

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L’OTT di proprietà dell’imprenditore di origine ucraina Len Blavatnik ufficializza i risultati dell’esercizio 2020 che mostrano una perdita di 1,15 miliardi di euro. Grazie all’intervento del patron, Dazn beneficerà ora di una ricapitalizzazione da 3,4 miliardi. Le strategie aggressive non sono dunque efficaci?

Il bilancio 2020

I dati del gruppo Dazn relativi al 2020 mostrano come l’azienda sia da considerare ancora in fase di start up. A fronte di ricavi in aumento (+6,4%), pari a 769 milioni di euro, l’OTT perde 1,15 miliardi. Dato, anche questo, in miglioramento rispetto all’esercizio 2019, quando le perdite erano state di 1,24 miliardi.

Deficit totale e ricapitalizzazione

Il deficit sul bilancio è evidente, ma lo è altrettanto la ripresa su ricavi e perdite che il gruppo sta registrando. Il rosso totale di 2019 e 2020 (2,39 miliardi) è stato ampiamente recuperato dalla ricapitalizzazione messa in atto nelle scorse settimane: un’operazione che ha portato nelle casse di Dazn 3,8 miliardi di euro.

Il monopolio sul calcio

Dazn ha tenuto a precisare che il bilancio 2020 non rispecchia la reale attuale posizione dell’azienda, che nel frattempo ha compiuto importanti investimenti nel settore calcio. Proprio a partire dal 2020, infatti, l’OTT ha iniziato a garantirsi i diritti di importanti competizioni, locali e non. Prima con la Champions League, poi, recentemente, con Liga e Serie A, l’offerta calcistica di Dazn è ormai la più importante e completa sul mercato. Investimenti che, secondo i vertici della società, daranno i loro frutti nel prossimo futuro.

Tra il dire e il fare…

Ma i fatti sembrano discordare con le parole. Infatti, sia in Spagna che in Italia Dazn sta trattando, rispettivamente, con Telefonica e Tim proprio riguardo ai diritti sui campionati nazionali dei due paesi. Un segno, questo, che la strategia aggressiva messa in atto dall’OTT negli anni passati non è totalmente sostenibile.

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Ricapitalizzazione e spartizione

Il quadro che si delinea fa quanto meno sorgere dei dubbi sulle previsioni di crescita futura di Dazn. Infatti, sebbene gli accordi con le compagnie telefoniche di Spagna e Italia potrebbero portare nelle casse dell’OTT somme considerevoli (340 milioni l’anno dalla sola TIM) è altresì vero che una cessione dei diritti porterà a una diminuzione dei ricavi. La partita – è proprio il caso di dirlo – resta ancora aperta. (A.M. per NL)

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