Radio 1, la cultura accusa un grave colpo

La decisione è stata presa: il Baco del Millennio non andrà più in onda


Carissimi, la trasmissione di Radio Uno Rai Il Baco del Millennio sarà cancellata dal palinsesto autunnale. Sparirà così uno dei pochi appuntamenti dedicati all’informazione, all’approfondimento e alla riflessione culturale, settore che peraltro è specifico e vincolante nella programmazione del servizio pubblico. Se non volete che questo avvenga, inviate una mail di adesione all’appello che segue, all’indirizzo [email protected]. Basterà che scriviate appunto “aderisco”. Ma ovviamente potete anche aggiungere le vostre considerazioni. Grazie!”. Sono questi i toni dell’appello lanciato online (all’indirizzo www.ilprimoamore.com/testo_570.htm) dal romanziere e drammaturgo Tiziano Scarpa, che vanta l’appoggio, oltre che le firme, di personaggi come lo storico Lucio Villari, la scrittrice Dacia Maraini e il musicista Nicola Piovani. E ancora Scarpa dichiara: “…si rimproverano spesso gli intellettuali di essere elitari, li si accusa di specialismo incomprensibile. Ecco, il Baco del Millennio è (non mi rassegno ancora a dire “era”) un programma che riesce a farsi capire da tutti senza banalizzare i suoi contenuti.”. Le parole sono forti, i toni tristi, ma non mostrano ancora sintomi d’arresa, nonostante la decisione sia ormai definitiva. E non bastava la scomparsa del programma ad alimentare la malinconia degli “afecionados” di Radio 1: a peggiorare la situazione è stata la scelta, incondizionata, di sostituire la nota trasmissione quasi decennale con il programma di costume “Nudi e Crudi”, condotto dall’attrice Giuliana Fossà. Questo appuntamento, screditato tanto da essere considerato una mera raccolta di gossip, è stato condannato dai giornalisti che, denunciando anche la sparizione del programma “Diario”, sono concordi nell’affermare che non tiri buona aria per cultura e informazione nell’emittente pubblica nazionale. Il gruppo di intellettuali, riunito per salvare il Baco del Millennio, si considera naturalmente insoddisfatto, proprio perché non intravede, nella direzione di Radio 1, la volontà di recuperare il valore della comunicazione culturale, in un momento storico nel quale, a eliminare progressivamente la cultura, ci sta già pensando la televisione. (Marco Menoncello per NL)

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