Radio. Agcom diffida per hate speech Lo Zoo di 105. La difesa: è solo satira. L’Autorità: no, non lo è

zoo di 105

La difesa dell’emittente: “Lo Zoo di 105 è un programma satirico. Si tratta di mera espressione, seppur polemica o provocatoria o persino grossolana, di opinioni e battute satiriche, magari non condivisibili nei toni o addirittura fastidiose per la comune sensibilità, ma lontane dall’evocazione dell’odio e della violenza. Opinioni in quanto tali coperte dalla libertà di manifestazione del pensiero. Ad ogni modo, al fine di evitare che il programma possa essere accostato a siffatti deprecabili comportamenti, l’emittente manifesta la volontà di inserire uno spazio destinato a stigmatizzare ogni forma di discriminazione”.

La contestazione di Agcom

Con già reso noto su queste pagine, Agcom aveva contestato alla società Radio Studio 105 S.p.a., esercente l’emittente radiofonica Radio 105, la violazione delle disposizioni di cui al combinato disposto dell’art. 32 comma 5, del D.lgs n. 177/2005 e degli artt. 3 e 4 del Regolamento.

Il Regolamento reca disposizioni in materia di rispetto della dignità umana e del principio di non discriminazione e di contrasto all’hate speech allegato alla delibera n. 157/19/CONS ed ha trovato applicazione nei confronti di Radio 105 “per aver utilizzato espressioni e contenuti suscettibili di diffondere, propagandare o fomentare l’odio e la discriminazione nei confronti di un determinato insieme di persone, attraverso stereotipi relativi a caratteristiche di gruppo, etniche, di provenienza territoriale, nel corso della trasmissione “Lo Zoo di 105” andata in onda il giorno 10 marzo 2020 (“Tutto negro compilation”)”.

La difesa di Radio 105

A tale contestazione la Radio Studio 105 S.p.a. aveva opposto la ritenuta non applicabilità del Regolamento “alle emittenti radiofoniche le quali sono oggetto di specifica definizione normativa (cfr. art. 2, lett. bb, d.lgs n. 177/2005)”, non richiamata dal Regolamento stesso che circoscrive la propria sfera soggettiva di applicazione ai soli fornitori di servizi di media audiovisivi e radiofonici (art. 2), questi ultimi come definiti dall’art. 1, lett. d) che non include le emittenti radiofoniche. Il Regolamento, peraltro, secondo Radio 105, non risultava applicabile neppure al sito web del programma in quanto secondo la definizione normativa non rientra fra i servizi di media audiovisivi.

Lo Zoo di 105 programma satirico

Inoltre, secondo la difesa, “il programma radiofonico “Lo Zoo di 105” è “una trasmissione satirica, caratterizzata da gag recitate e da scherzi telefonici, e che utilizza talvolta toni irriguardosi. La trasmissione avviene in diretta, il che non consente all’emittente di esercitare alcuna censura preventiva sull’operato dei conduttori”.
Nel merito della contestazione, la Radio Studio 105 escludeva quindi “qualsivoglia violazione del TU e della delibera n. 157/19/CONS.

E’ solo libera manifestazione del pensiero

Tanto la definizione regolamentare quanto le indicazioni giurisprudenziali consentono di individuare i tratti distintivi della fattispecie nel ricorso a linguaggi e simboli di ideologie basate, appunto, sull’odio e sulla violenza. Si tratta di situazioni ben diverse rispetto alla mera espressione, seppur polemica o provocatoria o persino grossolana, di opinioni e battute satiriche, magari non condivisibili nei toni o addirittura fastidiose per la comune sensibilità, ma lontane dall’evocazione dell’odio e della violenza. Opinioni in quanto tali coperte dalla libertà di manifestazione del pensiero”.

Irridente e paradossale

Ad avviso dell’emitente, “le affermazioni rese nell’ambito del programma radiofonico “non hanno […] alcuna connotazione razziale: i conduttori hanno fatto […] ricorso ad una modalità di espressione irridente e paradossale, valorizzando a meri fini satirici, alcuni luoghi comuni sugli immigrati, anche di origine africana […]; le espressioni utilizzate hanno, però, una forma tanto palesemente provocatoria da escludere qualsiasi idoneità a ledere i valori sottesi alle norme”.

Carattere di episodicità

Infine, secondo la radio, i fatti contestati hanno avuto carattere di episodicità. “Si è trattato […] di uno sketch radiofonico, estemporaneo […] il che rende applicabile esclusivamente il comma 1 dell’art. 7 del Regolamento”.

Inseriremo spazio destinato a stigmatizzare discriminazioni

Ad ogni modo, “al fine di evitare che il programma “Lo zoo di 105” possa “essere accostato a siffatti deprecabili comportamenti, l’emittente manifesta, sin d’ora, la volontà di inserire, nella futura programmazione, uno spazio destinato a stigmatizzare ogni forma di discriminazione”

Agcom: questa non è satira

Difesa non accolta da Agcom, che ha ritenuto che “le espressioni utilizzate dai conduttori nel corso del programma “Lo zoo di 105”, andato in onda il 10 marzo 2020, ed in particolare le affermazioni, riferite ad una “compilation” denominata “Tutto negro compilation” (…) non possono essere ricondotte ad una espressione di satira – la quale, pur attraverso una rappresentazione parossistica e grottesca, punti a condannare in realtà proprio gli stereotipi sul razzismo e sulla discriminazioni, in ragione della circostanza che il riferimento satirico e canzonatorio è rivolto proprio alle vittime di hatespeech in un contesto nel quale appare di difficile discernimento l’elemento satirico da quello canzonatorio e discriminatorio.

Per tale ragione tali espressioni, in cui l’eventuale approccio satirico ha ad oggetto le vittime di discriminazioni e di narrazioni stereotipate appaiono suscettibili di diffondere, propagandare o fomentare l’hatespeech e la discriminazione nei confronti di un determinato insieme di persone, attraverso stereotipi relativi a caratteristiche di gruppo, etniche, di provenienza territoriale”.

Le risate dei conduttori

Inoltre, per Agcom, “la messa in onda durante la medesima trasmissione, accompagnata dalle risate dei conduttori con evidente intento canzonatorio, di parti di canzoni italiane che, nelle parole dei conduttori, sono cantate e “reinterpretate” dagli “amici del Senegal, Niger, Camerun e Zimbabwe che hanno accettato di condividere la loro gioia nel diventare a tutti gli effetti membri della nostra comunità” e l’utilizzo di espressioni quali “ti tiro coltellata” e “pallina, vuoi pallina”, apparentemente pronunciate dai predetti interpreti di tali parti di canzoni, che sembrano alludere allo stereotipo di comportamenti delittuosi come caratteristica antropologica degli immigrati, sono ugualmente suscettibili di diffondere, propagandare o fomentare l’odio e la discriminazione nei confronti di un determinato insieme di persone, attraverso stereotipi relativi a caratteristiche di gruppo, etniche, di provenienza territoriale”.

Contenuti chiaramente denigratori

Per l’Autorità  i contenuti e il titolo della “compilation” denominata “Tutto negro compilation”, andata in onda durante la trasmissione “Lo zoo di 105” del 10 marzo 2020, nonché le espressioni utilizzate dai conduttori “sono chiaramente denigratori e tali da offendere e ridicolizzare un determinato insieme di persone attraverso stereotipi relativi a caratteristiche di gruppo, etniche, di provenienza territoriale (“amici del Senegal, Niger, Camerun e Zimbawe”, “amici di colore provenienti dalla madre Africa”)”.

Comportamento grave

Non solo, l’Ente garante delle comunicazioni ha ritenuto “la condotta oggetto di contestazione appare particolarmente grave per il contenuto fortemente denigratorio e offensivo delle espressioni reiteratamente utilizzate e della condotta tenuta dai conduttori nel programma oggetto di contestazione con riferimento ad un determinato insieme di persone individuate attraverso stereotipi relativi a caratteristiche di gruppo, etniche, di provenienza territoriale”.

Radio 105 diffidata

Per questi motivi, Agcom, ha ritenuto sussistenti i presupposti per l’emanazione di una diffida al fornitore di servizi di media, ai sensi dell’art. 7, comma 3, del Regolamento recante non reiterare la condotta illecita sopra indicata consistente nella violazione delle disposizioni di cui al combinato disposto dell’art. 32 comma 5, del D.lgs n. 177/2005 e degli artt. 3 e 4 del Regolamento recante disposizioni in materia di rispetto della dignità umana e del principio di non discriminazione e di contrasto all’hate speech, allegato alla delibera n. 157/19/CONS. (E.G. per NL)

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