Radio. Comparazione indagine UK RAJAR Q1-2024 conferma dato allarmante per Italia: resistenze verso digitale hanno penalizzato ascolto indoor

RAJAR Q1-2024

Il rallentamento della crescita della radio digitale in Italia sta penalizzando il medium, quantomeno nell’ascolto indoor, che è ai minimi termini rispetto ad altri mercati evoluti, come la Gran Bretagna.
Lo attesta l’analisi comparata dell’ultima sessione dell’indagine ufficiale sull’ascolto radiofonico inglese: RAJAR Q1-2024 (dove Q sta per Quarter).

Sintesi

L’analisi comparata di RAJAR Q1-2024 (indagine sull’ascolto radiofonico UK) con l’ultimo dato disponibile di TER 2023 (la rilevazione ufficiale sull’audience italiana che quest’anno ha concluso la sua esistenza dopo crescenti contestazioni e polemiche che ne hanno contraddistinto gli ultimi tre anni) mostra che, a differenza del mercato italiano, la radio inglese è prevalentemente ascoltata indoor.

Il campionamento inglese

L’utenza campionata da RAJAR Q1-2024 ascolta dalla propria abitazione per il 62%, dal lavoro per il 19% ed in auto dal 58%.

Perché accade?

Assumendo che la qualità dell’offerta radiofonica italiana non sia inferiore a quella UK, la spiegazione va ricercata nell’elevata distribuzione di ricevitori DAB, che, in Gran Bretagna, tra automobili e radio stand alone, arriva a coprire il 43% dell’utenza radiofonica, contro il 27% della radio AM/FM.

Device connessi

Così contribuendo, insieme alla penetrazione dei device connessi (smart speaker al 17%, app e player dai siti web delle stazioni all’11% e tv digitale al 3%), a determinare un peso soverchiante dell’ascolto digitale radio in UK (73%).

La regressione della FM nelle case italiane

Al contrario del mercato italiano, dove l’ascolto radiofonico risente ancora del dominio della FM (o, se la si vuole vedere al contrario, della insufficiente distribuzione del DAB).

1/4 dei nuclei familiari ha un ricevitore stand alone

Circostanza che però penalizza l’ascolto indoor, posto che continua la regressione dei ricevitori in modulazione di frequenza nelle case (presenti ormai in circa 1/4 dei nuclei familiari).

Dati comparati

Vediamo nel dettaglio in dati comparati.

I dati di RAJAR Q1-2024

Secondo la prima sessione dell’indagine ufficiale sull’ascolto radiofonico inglese (RAJAR Q1-2024) il 30% degli utenti ormai ascolta la radio via smartphone e tablet, mentre la fruizione online raggiunge le 284 milioni di ore con una quota digitale (IP+DAB) pari al 73%, col 66% dell’utenza che possiede una radio DAB.

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Ripartizione dell’ascolto

Ma, come detto, il dato più interessante nella comparazione tra RAJAR Q1-2024 e l’ultima sessione disponibile di TER 2023, quanto a ripartizione per device e per ambiente (indoor vs outdoor), mostra livelli molto differenti tra i mercati UK e italiano.

La differenza principale

A differenza del mercato italiano, dove su 36.343.000 ascolti, 21.009.000 sono outdoor, solo 6.589.000 indoor e 8.240.000 in/outdoor, la radio inglese è prevalentemente ascoltata tra le mura domestiche. Nel dettaglio, l’utenza campionata in UK ascolta dalla propria abitazione per il 62%, dal lavoro per il 19% ed in auto dal 58%.

Perché accade?

La spiegazione è l’elevata distribuzione di ricevitori DAB, che tra automobili e radio stand alone arriva a coprire il 43% dell’utenza radiofonica, contro il 27% della radio AM/FM e dai device connessi, con gli smart speaker al 17%, le app ed i player dai siti web delle stazioni all’11%, mentre la tv digitale pesa solo per il 3%.

Il paradosso della FM

In definitiva, l’ascolto radiofonico italiano risente ancora del dominio della FM (o, se la si vuole vedere al contrario, della insufficiente distribuzione del DAB), che però penalizza l’ascolto nella misura in cui nel indoor non vi sono più ricevitori in modulazione di frequenza.

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Pesi invertiti

Confrontando i dati d’ascolto inglesi con quelli italiani, si nota che la differenza nella fruizione online (fatta salva una diversa ripartizione tra i vari device) è minima, mentre è elevatissimo il gap relativo al DAB e radio analogica (AM/FM in UK, FM in Italia), che sono letteralmente invertiti.

L’ascolto italiano

Esaminando l’ascolto per device dell’indagine TER 2023, si rileva che su un totale di 36,343 mln di ascolti, poco più di un milione (1.097.000 per la precisione) avvengono via pc/tablet, quasi 3,7 mln (3.693.000) via smartphone, 9.992.000 con ricevitore stand alone (FM/DAB/IP), 26.300.000 con autoradio, 4.282.000 per mezzo della tv (cui si sommano 984.000 ascolti solo sonori dal tv), 1.455.000 via smart speaker e 51.000 attraverso altre fonti.

Il lento progresso del digitale radio penalizza la Radio

La lenta evoluzione della radio digitale in Italia sta quindi penalizzando la radiofonia, riducendone fortemente la fruizione nelle case, al punto che, per sopperire, le stazioni del Bel paese hanno dovuto presidiare massicciamente il DTT.

Peso irrisorio

Che invece in UK ha un peso irrisorio (anzi, è maggiore la fruizione delle visual radio in streaming che via etere).

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Tendenze

RAJAR Q1-2024 conferma le tendenze precedenti rafforzandole, nel dettaglio premiando la radio lineare (in assoluto, quindi via etere + IP), che, in termini di tempo trascorso con il mezzo, è trasversalmente dominante su tutte le piattaforme.

Pesi

E tra queste l’ascolto via etere (normalmente autoradio) è al vertice, ma in forma digitale (DAB), al contrario dell’Italia, dove la FM pesa ancora per il 55-60% (quindi il doppio che in UK).

Broadcast

L’ascolto broadcast è seguito da quello IP (fortemente in crescita, con proporzionale detrimento di quella via etere) con dispositivi connessi come smartphone, smart speaker, tablet e pc in costante crescita.

Su la radio on demand

La radio on demand cresce in UK nella formula catch-up, sfruttata soprattutto dagli adulti (55+), con oltre la metà della catch-up radio che ha riguardato programmi radiofonici musicali, a dispetto delle previsioni degli analisti che si attendevano un maggior riascolto dei contenuti parlati.

Progressione on demand radio lenta in Italia

In Italia, invece, l’ascolto radiofonico differito fatica a crescere, così come è più lenta, rispetto agli altri paesi UE, la progressione dei podcast.

Streaming musicali per i giovani

RAJAR Q1-2024 conferma che i servizi musicali on demand (Spotify, ecc.) sono, prevedibilmente, preferiti dal pubblico più giovane nella fascia di età compresa tra i 15 e i 34 anni. In media questo gruppo ha ascoltato per 14 ore in una settimana (gli adulti ascoltano in media 11 ore di musica on demand in una settimana).

UK: benissimo i podcast

L’80% degli intervistati da RAJAR fruisce da uno a tre podcast a settimana, confermando sentori che vengono anche da altri indicatori (come le serie tv che mostrano i protagonisti come fruitori massivi del nuovo medium).

I generi

Il genere di podcast preferito è Commedia, seguito da Notizie e Politica, Sport e Crime. Recensioni e social media sono le maggiori fonti di scelta dei podcast.

Episodi

Il 63% degli ascoltatori di podcast ascolta più della metà degli episodi che scarica; il 72% li ascolta tutti o quasi, mentre l’80% degli intervistati della sessione Autumn 2023 ne fruisce tra 1 e 3 a settimana.

Podcast: spaccato per device

Profondamente differente la fruizione per device dei podcast rispetto allo streaming musicale on demand ed alla catch up radio, con ben il 76% dell’ascolto via smartphone, l’11% via pc, il 6% via tablet ed il 4% via smart speaker e 2% via lettore digitale portatile. 

Integrazione di lineare e on demand

Concorre al successo l’integrazione chiara dell’offerta tra contenuti lineari e on demand, con un’inequivocabile propensione al completamento reciproco.

Radio lineare (live radio)

Secondo la rilevazione RAJAR la radio lineare (in assoluto, quindi via etere + IP), in termini di tempo trascorso con il mezzo, è trasversalmente dominante su tutte le piattaforme.

Etere ancora dominante per ora

Tra queste l’ascolto via etere è al vertice, seguito da quello IP con dispositivi connessi come smartphone, smart speaker, tablet e pc.

Catch-up radio (riascolto della radio on demand)

La catch-up radio è – un po’ inaspettatamente, almeno ad un esame superficiale – per lo più appannaggio del target 55+ (52%), che ne fruisce per 4,6 ore in una settimana media.

Ambiti di fruizione

La catch-up radio è per lo più sfruttata quando un ascoltatore lavora/studia (26%) o è in condizione di relax (23%). Nella sessione Autumn 2023 di RAJAR, il 54% della catch-up radio aveva riguardato programmi radiofonici musicali ed il 46% parlati. (M.R. per NL)

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