Radio. Indagini ascolto. Tensione altissima su TER. Roberto Sergio (RAI): così non ha senso. “O si cambia sistema entro estate o decideremo di conseguenza”

(rai), Radio RAI, Roberto Sergio

Potrebbe esistere un’indagine sull’ascolto radiofonico senza RAI? Certo che no. Quindi un’uscita della concessionaria pubblica dal TER costituirebbe, di fatto, un default della stessa.
Roberto Sergio, direttore di Radio RAI, non lo dice chiaramente, ma lo fa intendere.
E sceglie la vigilia della pubblicazione dei dati sul secondo semestre 2019 e sull’intera annualità per lanciare il suo anatema.

Pronti ad assistere all’ennesima lotteria dei dati: altri 5 mesi, poi decideremo

A poche ore dall’uscita dei dati TER sull’ascolto delle radio, Roberto Sergio, Direttore di Rai Radio, ribadisce le critiche al sistema di rilevazione anticipate l’estate scorsa a NL.
“Sono molto curioso di vedere questa volta cosa uscirà da un sistema di rilevazione non adeguato a fotografare la realtà“.
Ogni volta, spiega Roberto Sergio, “si assiste a una lotteria con dati altalenanti senza alcuna motivazione reale, se non quella della pressione fatta in termini di comunicazione dalle singole radio”.

O si cambia il TER o RAI esce?

Ma questa volta, da RAI arriva un aut aut. “Sono mesi che ribadiamo le stesse critiche al sistema senza che nulla cambi. Da adesso fino all’estate prossima c’è ancora il tempo necessario per aggiornare la ricerca. Contiamo di avere il supporto dei soci per modificare sostanzialmente la metodologia per il bene delle radio italiane. Se così non sarà, non potremo che decidere di conseguenza”.

Stallo insostenibile

La situazione di stallo si è venuta a creare dopo che i soci TER hanno votato la prosecuzione dell’indagine 2020 nelle stesse modalità del 2019 (con il voto contrario della sola RAI). “Tutto ciò nonostante il grande lavoro che ha svolto il presidente Marco Rossignoli, sia nella mediazione fra le varie posizioni, sia nella amministrazione della società, oggi con un bilancio in salute“.
“Purtroppo – conclude Sergio – per effettuare modifiche alla ricerca è necessaria la maggioranza dell’80% dei soci, una soglia che, almeno fino a oggi, ha di fatto paralizzato la società, bloccando qualsiasi iniziativa migliorativa“.  (M.L. per NL)

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