Radio. RAI esce anche da aggregatore PER: “Numeri irrisori che non giustificano i costi ed estensione della rottura coi soci TER dominanti”

PER Player Editori Radio

In attesa della pubblicazione (prevista per oggi) del nastro di pianificazione del primo semestre 2023 con i dati integrati dell’Indagine principale e dell’Indagine parallela, consultabile con i software autorizzati dalla s.r.l. Tavolo Editori Radio (che cura l’indagine TER sull’ascolto radiofonico italiano), arriva un’altra notizia di rilievo nel durissimo confronto in essere tra RAI e la citata società.

Rottura estesa

RAI infatti ha esteso la rottura coi “soci dominanti” comunicando (tramite questo periodico) la volontà di uscire anche da Player Editori Radio s.r.l. la società che gestisce PER, l’aggregatore captive delle emittenti iscritte al TER.
Che, secondo RAI, “fa numeri irrisori che non giustificano i costi”. 

Dati integrati d’interesse

Ma una cosa per volta.
Intanto, per quanto d’interesse sul tema di cui sopra, osserviamo come i dati integrati più interessanti tra quelli resi noti oggi saranno quelli relativi ai device d’ascolto, pur con tutti i limiti che la loro raccolta comporta, trattandosi, lo ricordiamo, di un’indagine realizzata col metodo CATI, quindi basata sul ricordo.

Meno condizionabili

Tuttavia, tra i dati integrati, quello dei device è forse quello meno condizionabile da altri fattori, come le controverse campagne di autopromozione che hanno caratterizzato il 1° semestre 2023 e sulle quali la società Tavolo Editori Radio ha dichiarato una sorta di commissione di inchiesta per verificarne l’impatto (ma siamo convinti che il verdetto non sarà definitivo).

Device

Purtroppo la formulazione della domanda agli intervistati sui device lascia ampio margine di dubbio sulla caratterizzazione dell’ascolto, omettendo alcuni dati di cui sarebbe interessante disporre.

Indistinguibili

Per esempio, non si è in grado di distinguere l’ascolto FM da quello DAB nella macroarea autoradio (ammesso che non ci finiscano anche gli ascolti streaming delle connected car).

Indicatore importante

Suddivisione che invece sarebbe un importante indicatore della reale penetrazione della radio digitale via etere (al di là di dichiarazioni indimostrabili).

Le prescrizioni Agcom

Nel frattempo, stanno per scadere i 30 giorni assegnati da Agcom ex delibera 202/23/CONS alla società Tavoli Editori Radio per trasmettere, “entro trenta giorni dalla notifica del presente provvedimento, un piano dettagliato delle azioni che intende intraprendere in esecuzione di quanto prescritto”.

JIC e meter

E dovrà farlo procedendo “alla costituzione di un JIC (Joint Industry Committe, cioè una società partecipata dall’intera filiera dell’industria radiofonica e non solo dai radiofonici stessi con l’attuazione MOC, Media Owner Committee, ndr) e all’adozione di una metodologia di rilevazione tecnologicamente affidabile, anche in forma ibrida”.

Commissariamento di fatto

Alla relazione iniziale seguirà l’obbligo di “dare conto all’Autorità, con cadenza bimestrale, dello stato di progressivo avanzamento delle attività che devono comunque concludersi entro sei mesi dalla notifica del presente provvedimento”.

RAI uscirà anche da PER Player Editori Radio

Nel frattempo prosegue l’escalation della guerra tra RAI ed i “soci dominanti del TER” (alcuni gruppi radiofonici soci della s.r.l. Tavolo Editori Radio), con la dichiarazione – resa a questo periodico – di uscita della concessionaria pubblica anche dalla PER s.r.l. (Player Editori Radio).

Un aggregatore

Cioè la società che gestisce l’aggregatore che avrebbe dovuto costituire un punto di svolta nel presidio dei dashboard delle automobili connesse, ma che, concretamente, non è mai andata oltre le dichiarazioni di intenti, finendo per essere uno tra i 100 collettori di flussi streaming radiofonici.

Le ragioni dell’uscita da PER

Intanto è una questione di coerenza, visto che Radioplayer è di fatto TER”, spiega a NL una fonte RAI, che ammette che si tratta di una “estensione della rottura coi soci dominanti nel TER”, ma anche di una ragione oggettiva, considerati “i numeri irrisori che non giustificano i costi”.

Il no comment…

A proposito: mentre RAI ha più volte commentato su queste pagine la propria posizione a riguardo della decisione di uscire dal TER, gli altri soci nazionali, pur interpellati da questo periodico hanno preferito mantenere un no comment di scuderia.

… dei comunicatori

Peccato, per il comparto in generale, che così, ancora una volta, dimostra di volersi isolare.

Paradosso

Un paradosso, per dei comunicatori. (M.L. per NL)

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