Radio. TER, autopromozione. Il sondaggista Renato Mannheimer a NL: pratica irrilevante a livello statistico. Non ne farei una questione

renato mannheimer

Renato Mannheimer su TER: il metodo CATI funziona sempre peggio. Sarà sostituito completamente dal CAWI.
E’ una delle conseguenze dell’abbandono dei numeri fissi a favore di quelli portatili, avvenuto ormai decine di anni fa. Col CATI ormai è difficilissimo fare sondaggi. Non solo è alto il tasso di non risposta, ma anche quelli che magari rispondono arrivano fino in fondo solo nel 10% dei casi
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Autopromozione? Pratica inutile perché la probabilità di essere chiamati è veramente bassa.
Il campione e’ grande, ma
[allo stesso tempo] piccolo in confronto alla popolazione che ascolta la radio. Poi dobbiamo considerare solo quelli che ascoltano quella determinata radio.
Mi sembra che la pratica di invitare ad ascoltare una certa emittente sia inutile e ridicola. La sua influenza è minima. E, alla fin fine, addirittura irrilevante.

“Se ti chiama un numero sconosciuto rispondi che stai ascoltando la nostra radio” vuol dire che quella radio la stavi sentendo davvero. Non ne farei una questione.
A me sembra molto difficile che esista un rapporto causa-effetto.

Renato Mannheimer risponde alle domande di NL

Il fatto è noto a tutti ed in particolare ai lettori di NL, che a febbraio 2023 lo aveva portato in evidenza. Mesi di autopromozione da parte di radio italiane che – tramite speaker o promo – invitavano gli ascoltatori a rispondere alle chiamate degli istituti incaricati dalla società Tavolo Editori Radio s.r.l., che cura l’indagine sull’ascolto radiofonico, affermando di sentire solo quella stazione.
Una pratica inammissibile in Francia, come aveva riportato NL parlando del caso di Fun Radio in una notizia che poi aveva dato il via ad una polemica infinita (nel senso di non ancora terminata) tra RAI e TER.

RAI: indagine inattendibile perché inquinata

RAI, infatti, contestava  (e contesta tuttora), per voce del suo vicedirettore vicario Flavio Mucciante,l’attendibilità della metodologia” di TER, oggetto di pesanti distorsioni nell’indagine, a causa di continue e aggressive campagne autopromozionali da parte di tutte le emittenti commerciali” .

TER: elementi insufficienti per avvalorare la tesi

Contestazione respinta al mittente, sempre sulle nostre pagine, dal presidente del TER Federico Silvestri, che ha liquidato la questione affermando: Non ci sono (ancora) elementi sufficienti per giungere a questa conclusione”.

Reality Check (statistico)

È giunto dunque il momento di andare oltre opinioni personali e di improvvisati analisti attraverso un reality check con qualcuno che di statistica si occupa, da sempre, ai massimi livelli.

Renato Mannheimer

Abbiamo dunque contattato Renato Mannheimer chiedendo un’intervista in merito.

Esperto di sondaggistica

Renato Mannheimer è membro dell’advisory board di Eumetra, è stato presidente di ISPO Ricerche ed è conosciuto dal grande pubblico a seguito di numerose presenze televisive, sempre legate a questioni relative alla sondaggistica.

L’intervista

(Newslinet) – Il metodo CATI è ormai poco efficace?
(Renato Mannheimer) – Funziona sempre peggio. E sarà sostituito completamente dal CAWI. E’ una delle conseguenze dell’abbandono dei numeri fissi a favore di quelli portatili, avvenuto ormai decine di anni fa. Col CATI ormai è difficilissimo fare sondaggi.

In fondo solo il 10%

Non solo è alto il tasso di non risposta, ma anche quelli che magari rispondono arrivano fino in fondo solo nel 10% dei casi. Il CATI fa ancora il suo bel mestiere e faccio tanti sondaggi con quel metodo. Però sicuramente è in corso un processo di decadimento continuo.

Ampiezza del campione

(NL) – TER rileva 120.000 casi all’anno, divisi in 4 trimestri; quindi 30.000 interviste a trimestre. Queste sono suddivise tra due istituti – GFK e IPSOS – . Nella nota metodologica non è spiegato il motivo.
(RM) – Penso sia una questione di affidabilità, ma anche di carichi di lavoro. E’ difficile fare tutte quelle interviste; di solito nelle grandi gare si usa infatti distribuirle su più istituti. Questi, in particolare, sono affidabilissimi.

Oltre CATI

(NL) – Esistono metodi più’ moderni del CATI: i meter o addirittura le app che “controllano” quello che uno sente, registrando anche gli ascolti casuali, dovuti ad esempio a scelte non esplicite dell’ascoltatore come quando entra in un bar. A suo avviso questi sistemi rimpiazzeranno o integreranno il CATI ?
(RM) – Beh, nel medio periodo lo rimpiazzeranno. Credo sia già in atto per la televisione: Nielsen mi aveva spiegato che volevano usare solo questo sistemi..

Inevitabile

Quindi è inevitabile che ci si arrivi. Resta il fatto che sicuramente il meter sia più’ affidabile. Anche se mi risulta che non sia esente da problemi. Ad esempio, si ritiene che siano in grado di capire se sei sul divano a guardare la televisione e se ti allontani dallo stesso.

Il cane ascoltatore

Ma basta che sulla poltrona salga il cane che il sistema può essere ingannato.

Transizione complessa

Non sarà facile, ma sicuramente questi metodi sostituiranno i vecchi e ci sarà certamente un periodo di transizione. Dovuto anche al fatto che sono sistemi molto costosi.

CATI + CAWI

In ogni caso, penso che in futuro ci si abituerà ad un’analisi CATI integrata da una CAWI; soluzione che ritengo un ottimo ed affidabile metodo. 

Il casus belli

(NL) – Una soluzione, infatti, suggerita da Newslinet già da tempo. Veniamo alla domanda più attuale. Molte radio nazionali (ed anche locali) hanno invitato massicciamente a rispondere alla possibile chiamata TER. Una pratica vietata e sanzionata in Francia…
(RM) – Davvero? Sanzionata?

Poco Fun

(NL) – … un’importante sanzione è stata comminata a Fun Radio: undici milioni di euro. Ora, sulle nostre pagine, TER ha affermato che “non ci sono (ancora) elementi sufficienti per giungere a questa conclusione (che la pratica sia stata invalidante).
(RM) – Credo sia una pratica inutile perché la probabilità di essere chiamati è veramente bassa. Il campione è grande, ma [allo stesso tempo] piccolo in confronto alla popolazione che ascolta la radio.

Inutile. E ridicola

Poi dobbiamo considerare solo quelli che ascoltano quella determinata radio. Quindi mi sembra che la pratica di invitare ad ascoltare una certa emittente sia una inutile e ridicola. La sua influenza è minima e, alla fin fine, addirittura irrilevante. 

Se ascolti il messaggio allora stai davvero ascoltando quella radio

E poi se la radio ti dice: “Se ti chiama un numero sconosciuto rispondi che stai ascoltando la nostra radio” vuol dire che quella radio la stavi sentendo davvero. Certo, va a discapito di altre radio che magari lo stesso individuo ascolta, ma la probabilità che questa pratica abbia efficacia direi sia molto, molto, molto bassa.

Questione di principio

Può essere una questione di principio, capisco, ma la probabilità che con quell’annuncio ripetuto, così insistente, si ottengano due, tre o magari quattro risposte in più – un numero ininfluente sul campione intervistato complessivo – è a mio avviso molto bassa.  Non ne farei una questione. 

Fluttuazioni

(NL) – Però in questa ultima rilevazione si sono notate fluttuazioni rilevanti…
(RM) – Mah, che dire. Lei ritiene che tutte le radio che hanno fatto questa pratica abbiano visto gli ascolti aumentare? Ha verificato?

Rapporto causa-effetto

(NL) – Diciamo che la RAI che ha affermato di non averla fatta, ha perso molto…
(RM) – Il rapporto causa-effetto non posso confermarlo. Occorrerebbe sapere esattamente chi e quando lo ha fatto.

RMC e RDS

Per quel che so, credo che questa pratica la abbiano utilizzata Radio Montecarlo e RDS. Beh…diciamo quelle sono le radio su cui io ho sentito gli annunci. Ma a me sembra molto difficile che esista un rapporto causa-effetto.

Non penso davvero possa funzionare

Certo, se alcuni fanno queste promozioni, se Radio Montecarlo investe i suoi soldi – perché è chiaramente tempo sottratto ad altra pubblicità – allora ritengono che funzioni. Ma a me non pare che possa essere il caso. Non penso davvero possa funzionare. (M.H.B per NL)

 

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