RAJAR Q1 2025 (rilevazione dell’ascolto radiofonico in Gran Bretagna nel primo trimestre 2025) certifica la rivoluzione silenziosa della radio inglese: digitale al 76%, smart speaker in forte ascesa, AM/FM in forte calo (e verso lo switch-off tra cinque anni).
Sintesi
L’ultima rilevazione RAJAR Q1 2025 sull’ascolto radiofonico nel Regno Unito conferma la stabilità della reach, con 50 milioni di ascoltatori settimanali (pari all’87% della popolazione) ed una media di 20,5 ore di ascolto pro capite.
Tuttavia, il dato più rilevante registrato dall’indagine britannica è la crescita costante dell’ascolto digitale, che raggiunge il 76% degli utenti e rappresenta il 73% del totale delle ore ascoltate, pari a 753 milioni su 1,027 miliardi.
Il DAB si conferma il canale dominante con il 57% dell’ascolto digitale, seguito dagli smart speaker al 24%, le app ed i player IP al 15% e la TV digitale al 4%.
Gli smart speaker, utilizzati per ascoltare la radio dal 63% dei possessori e quotidianamente dal 22%, si stanno imponendo come hub audio domestici, erodendo il ruolo dei ricevitori tradizionali.
La diffusione degli smart speaker nel Regno Unito (45%) ha superato quella negli USA (35%), come già emerso anche nel report The Infinite Dial UK 2025.
Sul fronte della mobilità, secondo RAJAR Q1 2025, l’ascolto in auto (59%) è ormai prossimo a quello domestico (60%), riflettendo una fruizione sempre più distribuita e dinamica.
Il rilevatore degli ascolti inglesi segnala anche la progressiva affermazione dell’ascolto on demand: il 36% degli utenti ascolta podcast almeno una volta al mese ed il 15% accede a contenuti in modalità catch-up.
Il confronto con gli anni precedenti mostra una crescita strutturale del digitale ed una perdita di centralità della FM/AM, tanto che si parla di un possibile switch-off analogico intorno al 2030. Data, peraltro, già ipotizzata in uno studio governativo del 2021, ma solo per tutelare le fasce più vulnerabili.
Il mercato radiofonico britannico, osservato con attenzione anche a livello europeo, offre spunti chiari: investimenti continui in contenuti e distribuzione digitale, interesse allo smart audio domestico ed adozione di modelli ibridi con voice assistant.
In Italia, dove la digitalizzazione è meno avanzata, i dati RAJAR non devono costituire solo un indicatore di un trend di un diverso mercato, ma un’opportunità per anticipare l’evoluzione delle abitudini di ascolto, in un contesto in cui la radio è sempre più definita dai contenuti e dalla flessibilità d’uso, piuttosto che dai dispositivi.
Le sorprese (?) dell’ultima rilevazione sull’ascolto radiofonico inglese
Secondo l’ultima sessione dell’indagine sull’ascolto radiofonico in UK, RAJAR Q1 2025 – espressione del Radio Joint Audience Research Limited (Rajar), società partecipata dalla BBC, da Radiocentre (l’ente esponenziale che rappresenta gli editori radiofonici privati), dall‘Institute of Practitioners in Advertising (IPA) e dell‘Incorporated Society of British Advertisers (ISBA) – la digitalizzazione del medium in Gran Bretagna si consolida, anche se la copertura (reach) resta stabile.
La consolidata centralità degli altoparlanti intelligenti
A crescere, in particolare, è l’ascolto attraverso gli smart speaker, device sempre più centrali nell’ascolto ed eredi designati del ricevitore domestico, come da sempre sostenuto su queste pagine.
RAJAR Q1 2025
Gli ascoltatori misurati da RAJAR Q1 2025 (il primo trimestre dell’anno corrente) risultano stabili, posizionandosi a quota 50 milioni, con il 76% della popolazione che accede ai contenuti radiofonici via digitale. Il DAB continua a trainare l’ascolto, ma a svilupparsi è soprattutto la fruizione attraverso dispositivi connessi, in primis smart speaker ed app (non solo proprietarie).
L’87% degli adulti ascolta radio ogni settimana
Secondo la rilevazione del joint industry committe (organo rappresentativo dell’intera industria radiofonica, quindi editori, inserzionisti, centri media), nel primo trimestre del 2025 ben 50 milioni di adulti (15+) – pari all’87% della popolazione del Regno Unito – hanno ascoltato almeno una stazione radio nell’arco della settimana.
Sostanziale stabilità con 20,5 ore settimanali di ascolto radio pro capite
Si tratta di un dato che mostra una sostanziale stabilità rispetto agli ultimi trimestri, con una media di 20,5 ore settimanali di ascolto per individuo.
Digital first
Tuttavia, l’aspetto più significativo emerso dalla rilevazione riguarda la pervasività delle piattaforme digitali.
Il 76% del pubblico ascolta via piattaforme digitali
Secondo la sessione RAJAR Q1 2025, infatti, 44 milioni di ascoltatori settimanali (76% della popolazione) scelgono ormai di ascoltare la radio attraverso dispositivi digitali (via etere o connessi).
I device
Le piattaforme digitali rilevate specificatamente da RAJAR sono: DAB, smart speaker, app/player, DTV (DTT+IP), che attestano come la radio digitale sia, in UK, il mainstream e non un completamento dell’analogico.
73% di ore totali settimanali sono digitali
Nel dettaglio dei dati forniti dall’istituto di rilevazione, il 73% delle ore totali ascoltate ogni settimana (su un totale di 1,027 miliardi) è generato da piattaforme digitali, ed è pari a 753 milioni di ore.
Il ruolo primario del DAB col 57% dell’ascolto
In particolare, il DAB fa la parte del leone, drenando ben il 57% dell’ascolto digitale inglese.
Smart speaker al 24%
Seguono gli smart speaker, che ormai coprono ben il 24% dell’audience complessiva radiofonica UK.
App, player sito e DTV
Seguono le app (proprietarie o di terze parti, come gli aggregatori, il cui uso è particolarmente diffuso in UK) ed il player sui siti con il 15%, mentre la televisione digitale (DTV, che ricomprende sia il DTT che le smart tv) è la componente residuale con il 4%.
Smart speaker e mobilità: nuove abitudini d’ascolto
Il ruolo degli smart speaker evidenziato da RAJAR Q1 2025 merita una riflessione a parte: il 63% dei loro possessori li utilizza per ascoltare la radio ed un sorprendente 22% lo fa ogni giorno, confermando la surrogazione al vecchio ricevitore AM/FM (ed in tempi più recenti, DAB+).
HUB audio domestici
Un dato che sottolinea come questi dispositivi stiano diventando veri e propri hub audio domestici, a discapito del tradizionale ricevitore stand-alone.
Dati allineati a quelli di The Infinite Dial UK 2025
Risultati che confermano quelli dello studio The Infinite Dial UK 2025, realizzato da Edison Research con il supporto di SiriusXM Media e AdsWizz, sull’evoluzione del consumo audio nel Regno Unito (a confronto con il mercato statunitense), di cui ci siamo occupati approfonditamente qualche giorno fa.
Utilizzo smart speaker abitudine consolidata in UK
Nel dettaglio, l’indagine di Edison Research aveva evidenziato come, a fronte di una penetrazione degli smart speaker negli USA rimasta stabile al 35% della popolazione 16+, nel Regno Unito essa era cresciuta fino al 45%, segnando un sorpasso significativo.
Ascolto mobile pari a quello stanziale
Se tuttavia (a differenza dell’Italia) la fruizione indoor è ancora dominante in UK, ancorché in costante calo, quella in mobilità ormai la insidia quanto a valore percentuale. Secondo RAJAR Q1 2025, il 59% della popolazione ascolta, infatti, la radio in auto (o in generale sui veicoli), mentre la fruizione in casa è scesa al 60%.
Dicotomia
Anche la distribuzione delle ore ascoltate conferma questa dicotomia: il 62% avviene tra le mura domestiche, il 26% su veicoli ed il restante 12% al lavoro o in altri contesti.
Podcast e catch-up: l’on demand si insinua nel flusso
Altro dato significativo emergente dalla rilevazione inglese è il consumo di contenuti non lineari: il 36% degli utenti intervistati dichiara di ascoltare podcast (quindi contenuti nativi digitali non andati in onda in radio) almeno una volta al mese, mentre il 15% accede a contenuti radio in modalità catch-up (cioè la riproposizione su richiesta di trasmissioni già irradiate).
L’on demand si infiltra nella logica del broadcast
Si tratta, secondo gli analisti, di un segnale che l’on demand continua ad erodere spazio al broadcast, soprattutto tra i più giovani (e comunque tra i soggetti ad alta abitudine digitale).
Un sistema maturo, ma in transizione
In prospettiva, confrontando i dati RAJAR Q1 2025 con quelli degli ultimi due anni, emerge una sostanziale stabilità della reach (sempre attorno all’87-88%), a fronte, però, di una progressiva crescita delle piattaforme digitali come driver principale dell’ascolto.
Tendenza strutturale
A conferma di una tendenza ormai strutturale, non più episodica, si può osservare come, in soli 5 anni, la radio lineare su FM/AM abbia perso in Gran Bretagna la leadership, superata stabilmente dal DAB ed ora insidiata anche dagli smart speaker e applicazioni mobili.
Switch-off intorno al 2030
Ed è proprio sulla base di queste continue conferme che in UK si pensa seriamente ad un definitivo abbandono delle trasmissioni analogiche intorno al 2030.
Lo studio UK del 2021 sulla dismissione di AM e FM
Niente di nuovo, peraltro: uno studio commissionato dal governo UK addirittura nel 2021 (attenzionato al tempo da NL), aveva già ipotizzato uno switch-off FM-AM/DAB+ entro i dieci anni successivi. Un lasso di tempo in realtà motivato solo dalla necessità di tutelare “gli anziani, i vulnerabili e le persone nelle comunità remote affinché possano accedere a notizie e intrattenimento essenziali“. Ergo, non perché l’analogico fosse già al tempo fondamentale per i restanti target…
Spunti di riflessione
Il mercato britannico, osservato da vicino anche dai regolatori europei e dalle emittenti italiane, offre numerosi spunti. In primis, la necessità di continuare a investire in contenuti e distribuzione su piattaforme digitali (soprattutto DAB+ e IP). In secondo luogo, a riguardo della centralità crescente dello smart audio domestico, che suggerisce modelli ibridi capaci di integrare radio, podcast/catch-up governati da voice assistant.
Differenza col mercato italiano
Infine, i dati sulla stabilità della reach di RAJAR Q1-2025 attestano l’adeguamento del mezzo radiofonico al cambiamento delle modalità di fruizione. Un segnale molto importante per l’Italia, che, con un tasso di penetrazione digitale ancora lontano da quello UK, ha un’occasione: anticipare il comportamento futuro degli ascoltatori.
Radio senza etichette
In un contesto in cui la radio è sempre più un concetto fluido – meno legato a un dispositivo specifico e più a un’esperienza sonora – il successo passa dall’adattabilità.
Come, cosa, quando
Infatti, come dimostrano i dati RAJAR Q 1 2025, non conta più il “come” (device), ma il “cosa” (ascoltare) e il “quando” (fruire). (G.M. per NL)