Radio. USA dati Nielsen PPM di maggio 2025 indicano format che crescono, resistono o cedono e quali aree presidiare o lasciare. Anche in UE

Nielsen PPM di maggio 2025

I dati Nielsen PPM di maggio 2025 sull’ascolto radiofonico USA premiano i formati heritage e penalizzano quelli young oriented, delineando una nuova geografia dell’ascolto lineare nell’era dello streaming.
La radio americana metabolizza la consapevolezza di dividersi l’ascolto con le piattaforme di streaming audio/video on demand, piuttosto che combattere contro di esse una battaglia evidentemente persa in partenza.
Questi dati possono essere spesi anche in Europa per anticipare cambiamenti in corso?
NL ne ha parlato con un’esperta del tema.

Sintesi

I dati Nielsen PPM di maggio 2025 mostrano come la radio statunitense stia consolidando il proprio ascolto sul pubblico adulto, in particolare nella fascia 35-64 anni, grazie alla tenuta ed alla crescita di formati storici come Classic Rock, Classic Hits, News/Talk e Soft AC, capaci di offrire contenuti familiari, rassicuranti e centrati su personalità radiofoniche forti.
Al contrario, si conferma il calo dei formati giovanili come CHR, Urban ed Alternative Rock, sempre più penalizzati dalla preferenza dei giovani per lo streaming audio on demand, mobile-first e personalizzato.
Se da un lato la radio mantiene una forte capacità di fidelizzazione e rilevanza nel quotidiano – specie nei drive time e nell’informazione locale – dall’altro, fatica ad attrarre i target sotto i 30 anni, dove prevalgono Spotify, Apple Music e YouTube.
La sfida per il settore è quindi duplice: da un lato valorizzare i propri punti di forza (localismo, immediatezza, engagement), dall’altro integrare podcast, contenuti digitali e social media per non perdere il contatto con le nuove generazioni.
In questo contesto, gli esperti suggeriscono di investire su formati ibridi, evoluzioni digitali delle personality radio e strategie editoriali multipiattaforma.
La lezione che arriva dagli USA è chiara: la radio non può più inseguire lo streaming non radio sul suo stesso terreno, ma deve invece rafforzare la propria identità, puntando su ciò che la rende insostituibile nel panorama audio.

La rilevazione Nielsen PPM di maggio 2025

I dati Nielsen PPM di maggio 2025 (la rilevazione sull’ascolto radiofonico statunitense in 47 aree, in corso di rinnovamento, come metodologia, dal 2024, come analizzato su queste pagine) confermano: i formati radio tradizionali recuperano ascolti, ma l’età media si alza.
Tra classic rock, news-talk e country si consolida il legame con la fascia d’età 35+, mentre l’on demand domina tra gli under 30. Si tratta, come sempre, di indicatori importanti anche per il mercato europeo.
Vediamo quindi, con l’ausilio di esperti, dove investire quanto a formati (e dove invece no).

Vecchi e nuovi format

L’indagine d’ascolto Nielsen PPM di maggio 2025 nei principali mercati statunitensi rivela segnali chiari: mentre le piattaforme di streaming audio/video fidelizzano i giovani, la radio si concentra sempre più sui formati consolidati (classic rock, AC, talk), con exploit in alcune città chiave e stagnazione in altre.

Si alza l’età, ma anche la fedeltà

L’età media dell’ascoltatore si innalza, ma con essa anche la fedeltà. Aumentano le sfide per le emittenti giovanili, mentre si aprono spiragli per formati hybrid e soluzioni IP-driven.

La mappa dei formati. Chi sale: Classic Rock e Classic Hits

Secondo la rilevazione Nielsen PPM di maggio 2025 registrano interessanti crescite i formati Classic Rock e Classic Hits. Le brillanti performance di stazioni come KLOS a Los Angeles (+4.1% di share, con un layout rock mainstream basato su un catalogo con forbice ampia, dal 1969) – ceduta da Cumulus Media alla società del sessantenne miliardario cubano Alex Meruelo Media per 43 milioni di dollari nel 2019 –  dimostrano che il pubblico 35-64+ cerca contenuti familiari e riconoscibili. Il successo di Heidi & Frank in morning drive di KLOS è sul punto emblematico della forza del modello personality radio.

Chi sale: News/Talk

A Washington e New York, stazioni come WTOP (emittente metropolitana brandizzata come WTOP News) e WINS (nota come 1010 WINS, del gruppo Audacy) confermano numeri solidi. WMAL (gruppo Cumulus Media), con orientamento talk conservatore, raggiunge i migliori risultati da anni.

Podcast e catch up per rigenerazione ascolti lineari

L’informazione locale, anche con podcast paralleli e rigenerazione di ascolti attraverso una maggiore proposta catch up, guadagna centralità.

Chi regge: Hot AC/Soft AC

Mercati come Boston, Charlotte e Salt Lake City premiano la leggibilità di questi formati. KSMG (nota come Hits 105.3) a San Antonio tocca i migliori risultati dal 2009.

Chi regge: Country

Tiene in generale il formato country, che anzi registra una espansione nei mercati del Midwest e del Sud. A Kansas City e Nashville, il formato si dimostra ancora vitale, con performance stabili tra i 25-54enni.

In calo: CHR (Contemporary Hit Radio)

Stazioni pop mainstream come Z100 di New York (WHTZ 100.3 FM, stazione di punta del più importante gruppo radiofonico USA, iHeartMedia) resistono ma non entusiasmano. Il formato soffre l’effetto Spotify: i giovani preferiscono ormai playlist personalizzate.

In calo: Urban/Rhythmic

Leggero calo in molte piazze per il modello urban/rhythmic, dove la concorrenza dello streaming (in particolare Apple Music e YouTube) rende meno competitiva la rotazione radiofonica per il pubblico afroamericano 18-34.

In calo: Alternative Rock

Nonostante picchi locali, il formato Alternative Rock non regge nei rating complessivi. Penalizzato da una fascia d’età ambigua (30-45) e dalla percezione di “vecchio nuovo”, le stazioni che hanno adottato tale layout stanno in gran parte valutando la riconversione su altri modelli.

Chi ascolta (e chi no): 35-64+

Tra i target ricettivi della radio quello 35-64+ è, prevedibilmente, il segmento più fedele. Si tratta, all’evidenza dei dati Nielsen PPM di maggio 2025, di un pubblico che cerca stabilità, intrattenimento parlato e musica riconoscibile. Questo gruppo rappresenta quindi la spina dorsale dell’ascolto lineare.

Ritaglio generale 25-54 e Donne 35-54

Il ritaglio nella fascia 25-54 è però il target chiave per gli advertiser e tende a mantenere un duplice consumo: radio in auto e podcast/streaming nel tempo libero. L’ulteriore profilazione delle donne tra i 35-54 risulta cruciale per formati Soft AC, talk leggero e stazioni musicali rilassanti. Tali layout registrano aumenti della permanenza d’ascolto in orari mattutini e pre-serali.

Target sfuggenti: under 25

I valori emergenti dalla rilevazione Nielsen PPM di maggio 2025 indicano come i giovani sotto i 25 anni abbiano drammaticamente ridotto il tempo d’ascolto lineare: la fruizione è mobile-first, frammentata e legata alla personalizzazione. La radio è percepita come “passiva”.

Target evanescenti: 18-34

Peggio ancora nell’area 18-34, che pur mantenendosi su musica urban e CHR, vede un ascolto musicale generale sempre meno lineare e più legato a eventi (es. artisti ospiti, morning show virali).

Dove investire quanto a format

“I dati Nielsen PPM di maggio 2025 costituiscono importanti indicatori di tendenze in gran parte sfruttabili anche nel mercato europeo”, spiega Patrizia Cavallin, consulente musicale per la radio pubblica svizzera (RSI) ed advisor editoriale per i clienti di Consultmedia.

Spendibilità europea

“I valori espressi indicano quindi quali formati solidi quelli Heritage (Classic Rock, Classic Hits, Soft AC), che trasmettono stabilità, crescita e legame emotivo, anche se gli esperti suggeriscono iniezioni di rinnovamento nella narrazione e nello stile dei conduttori, elevando così il potenziale. Si tratta di principi ampiamente registrabili anche da noi”, continua la consulente.

Talk multicanale

“La rilevazione Nielsen PPM di maggio 2025 indica inoltre che combinare radio, podcast, catch-up  ed interazione social, aumenta la fidelizzazione. Per esempio, l’approccio di C-SPAN Radio (WCSP-FM), che ha debuttato nell’indagine Nielsen PPM di maggio 2025, una stazione focalizzata sui cd pubblic affairs, cioè le informazioni politiche e governative, su cui il pubblico americano è particolarmente sensibile in questo periodo, è un segnale della richiesta trasversale d’informazione profonda. Emittenti che offrono un “companion app”, con contenuti esclusivi, fidelizzano in questo momento anche ascoltatori digitali”, osserva Patrizia Cavallin.

Dove rallentare o integrare

Per contro, segni evidenti di cedimento sono registrati dal format CHR puro – cioè la contemporary hit radio, talvolta considerato sinonimo di Top 40 -, afflitta da saturazione nei contenuti. “Questi formati soffrono una concorrenza difficilmente gestibile da Spotify/Apple Music/YouTube. Se non si vuole modificare la linea editoriale, necessita un’ibridazione del formato con personalità, contenuti spoken o micro-informazione“, suggerisce l’esperta.

Urban stand-alone

Analogamente il formato Urban stand-alone perde rilevanza se non abbinato a un ecosistema digitale. “Per limitare un’emorragia, che penso comunque inevitabile, occorre implementare il live esterno attraverso eventi, community e micro-targeting culturale. D’altra parte, la sola musica alternativa non regge, servono storytelling, interviste ed approfondimenti”, avverte Patrizia Cavallin.

Radio vs Streaming: una sfida demografica e di scenario

In generale, secondo l’esperta, “dalla rilevazione Nielsen PPM di maggio 2025 si palesa come (finalmente) la radio abbia smesso di inseguire lo streaming sulle sue regole. L’esperienza on demand è imbattibile per varietà, ma non per immediatezza, localismo e fidelizzazione.

Pattern chiaro

Emerge un pattern chiaro: la radio è sempre più uno strumento da over 35, ma con margini di crescita se ibridata. Lo streaming domina sotto i 30, ma non riesce a replicare l’engagement da comunità locale della radio. I broadcaster più efficaci oggi uniscono lineare ed on demand, gestendo talent come brand crossmediali.

Dove sta andando la radio

La radio statunitense del 2025 si polarizza: da un lato un pubblico maturo, stabile e fidelizzato; dall’altro una gioventù mobile, sfuggente e frammentata. Il futuro della radio non è nella rincorsa della viralità, ma nella proprietà del tempo d’ascolto: fidelizzazione, rilevanza e comunità. Chi saprà riformulare i formati classici in chiave IP e riconnettere i “morning show” ai comportamenti d’ascolto ibridi, manterrà un ruolo centrale nell’ecosistema audio post-lineare.

Doppia lezione

Penso sia una lezione utile anche per gli editori europei, anche se, dall’altra parte, occorrerebbe maturare la consapevolezza che i cataloghi musicali ampi (in contrapposizione al superato concetto del “less is more”) dovrebbero essere completati in chiava autoctona, evitando di attingere esclusivamente da elenchi anglosassoni che escludono brani che da noi hanno fatto storia o che, comunque, meritano una riscoperta”, conclude Patrizia Cavallin. (E.G. per NL)

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