Nel 1982, a Milano, c’era chi considerava i giochi radiofonici ormai fatti. La modulazione di frequenza era, infatti, satura: spazi per nuove attivazioni non ve n’erano e quindi a chi avesse voluto cimentarsi nell’attività di editore non rimaneva che acquisire un’emittente esistente.
Oppure attendere che qualche sprovveduto spegnesse il trasmettitore senza più riaccenderlo, anziché cedere più o meno lucrosamente la frequenza secondo un promettente cliché che da qualche anno si stava affermando. Del resto, erano chiusi i tempi delle sperimentazioni on-air e dei quattro amici al bar che mettevano su una stazione radio per svagarsi. La radio era diventata una cosa seria e chi vi si confrontava doveva avere idee chiare e budget sufficienti.
Nonostante nel resto d’Italia il boom dell’emittenza locale non si fosse ancora concluso (il numero massimo di emittenti attive sarebbe stato toccato alla fine della prima metà degli anni ’80), Milano, come sempre, bruciava le tappe: lì erano nate le prime stazioni radio organizzate, avevano esordito le reti e, soprattutto, si controllava la pubblicità nazionale. Quello che accadeva a Milano veniva pedissequamente replicato a distanza di anni in altre località. Insomma, il capoluogo regionale lombardo era un laboratorio della radiofonia italiana. In tale contesto, nel 1982, a dispetto delle regole, mentre le stazioni della prima ora chiudevano, nasceva una nuova emittente. E una serie di coincidenze faceva sì che quel progetto infrangesse le regole. Per un caso si era liberata una frequenza appetibile: 103,950 MHz, storicamente occupata da Radio Occhio, un curioso di esperimento di radio raffinata e colta (era la radio di quello che sarebbe diventato il critico radiotelevisivo Aldo Grasso), che dopo un timido presidio da parte di Radio Radicale, nel frattempo migrata sui 96,7 MHz di Radio Milano Classica, aveva esercito su quella frequenza fino alla fine degli anni ’70. La frequenza era poi stata modulata (a 104,100 MHz) da L’Altra Radio Milano, un’emittente che senza infamia e senza lode aveva navigato nell’etere milanese agli esordi del nuovo decennio.
Gianluca Costella, adolescente e silenzioso osservatore del fenomeno delle radio ancora cosiddette libere, non si era fatto scappare l’evento e, recuperato un trasmettitore di sufficiente dignità (2 Kw Siel), aveva installato quattro dipoli su un palazzo in Via Cenisio, a poche centinaia di metri dalla Stazione Garibaldi, avviando trasmissioni marchiate Radio Cosmo 104. L’aveva fatto, però, con lucidità: non il classico esordio con ragazzini scalmanati con la pila di dischi preferiti sotto il braccio, che distorcevano l’altoparlante della radiolina urlando nel microfono da due lire; nessun palinsesto eterogeneo che mutava il format della radio all’avvicendarsi dei conduttori.
Idee chiare, dicevamo. Solo musica, anzitutto: il che può oggi sembrare una banalità, ma ai tempi, a Milano, ciò era appannaggio solitario di Gamma Radio, che infatti mieteva successi tra coloro che non ne potevano più di ascoltare dal transistor sciocchezze ad ogni giro di sintonia. E, altra chicca, di un solo genere. Se la radio minestrone era la regola, Costella aveva capito prima degli altri che l’eccezione era indispensabile per differenziarsi. Occorreva selezionare il pubblico a monte. E cosa c’era di meglio per farlo se non impiegare la musica? Solo musica da discoteca: dal funky raffinato alla disco music più commerciale, la scelta impegnativa di Costella. Pochi station break caratterizzanti e pubblicità centellinata (questo, va detto, probabilmente più per forza che per scelta, anche se dal 1985 un accordo con Publileader, già concessionaria di Radio Milano International – Magic 101 riusciva a dare preziosa “linfa” alla giovane emittente radiofonica). Voce ufficiale dell’emittente era Max Poli. I jingles invece erano prodotti in stile americano da Bob Stewart. Tra i disc jockey più noti dell’emittente andava annoverato Tony Carrasco, il cui nome era legato al mitico marchio “Studio 54 New York” (foto) e ad alcune produzioni musicali. Punto di forza di Radio Cosmo 104 era sicuramente il “Megamix”, sequenza non-stop di musica dance, in onda tutti i giorni alla mezzanotte e realizzata a rotazione dai più noti dj dei locali milanesi in voga durante gli anni ’80 (Plastic, Amnesy, Time, ecc).La parte tecnica era composta, tra gli altri, da un’avveniristica regia automatica Cepar, corredata da ben venti registratori a bobine e da un processore Orban analogico a sei bande (altro elemento inusuale per i tempi). Peraltro Cosmo 104 era (dopo il precursore Radio Montestella) tra le prime emittenti a trasmettere su cd. Un prodotto editoriale, quello di Costella, che si distingueva immediatamente nella modulazione di frequenza meneghina, dove al momento l’unica stazione dal format ben identificato era Radio Italia solo musica italiana (qui una selezione di musica e jingles). Rimaneva però il problema della frequenza: i 103,950 MHz erano liberi per modo di dire, schiacciati tra due potenti emissioni laterali (103,700 MHz di Radio Reporter e 104,200 MHz di Radio Antenna Emigrante) e infestate da trasmissioni in quota provenienti dalle province limitrofe (104,000 MHz di Radio Bergamo, 103,900 MHz di Radio Supervarese e, soprattutto, 104,000 MHz dal piemontese Monte Giarolo di Radio City di Castelletto d’Orba) o dalla stessa cerchia milanese (RTD 104,000 MHz da Cologno Monzese). Fino a metà decennio Radio Cosmo 104 era sì una bella radio, elegante ed originale, ma poco sintonizzabile al di fuori del centro cittadino, nonostante l’attivazione compensativa di altre frequenze (FM 89,000 MHz ex New Radio Corporation, poi Radio Luna e infine Top Italia Radio, grazie ad una collaborazione con Enrico Grecchi e FM 106.250 MHz da Piazzale Corvetto per l’area a Sud di Milano). La svolta avvenne, anche questa volta quasi per caso, con l’avvenuta disponibilità, nella seconda metà degli ’80, di un posto (grazie all’intercessione del noto tecnico Luigi Menegaz) sulla ambita postazione broadcasting più importante di Milano dopo il grattacielo Pirelli (che però è sempre stato off-limits per la radiofonia, in quanto appannaggio esclusivo delle reti Fininvest): il Breda (foto), 120 metri di palazzone da dove illuminare Milano e gran parte della provincia era una bazzecola. Trasferiti armi e bagagli sulla sommità della vetta radioelettrica cittadina, sintonizzare Radio Cosmo 104 divenne semplicissimo.Così facile che di essa si accorse anche Alberto Hazan, deus ex machina di Radio Studio 105, prima emittente per ascolti a Milano e Lombardia e network emergente in più di mezza Italia. Dopo aver siglato un accordo con il principato di Monaco per divenire il ripetitorista esclusivo di Radio Monte Carlo in Italia (la cui diffusione era stata fino a quel momento affidata ad un gruppo variegato di emittenti locali con risultati più che deludenti), Hazan cercava idee vincenti per presidiare l’incolta FM prima che lo facessero altri. In testa gli girava l’idea di una radio di sola musica (105 Music). Mentre cercava di mettere a fuoco l’ispirazione, il patron di quello che sarebbe diventato il primo gruppo radiofonico italiano, si era incuriosito di quella “strana radio” intorno ai 104 MHz che entrava con prepotenza nel suo ricevitore di casa e che con evidenti pochi mezzi riusciva a distinguersi nella sofisticata Milano da bere degli anni ’80.
Informatosi, Hazan volle quindi conoscere quel ragazzino che era riuscito a farsi notare. E fu sodalizio al primo incontro. Costella, con gli occhi illuminati dalla passione radiofonica innescò, l’esplosione creativa-imprenditoriale di Hazan: in men che non si dica nasceva, sulle frequenze di Radio Cosmo, Radio 105 Classics, la prima stazione oldies milanese (e forse italiana), che sul modello americano, trasmetteva senza soluzione di continuità i successi di 20/30 anni prima, con una fortissima identità.
Nonostante nel resto d’Italia il boom dell’emittenza locale non si fosse ancora concluso (il numero massimo di emittenti attive sarebbe stato toccato alla fine della prima metà degli anni ’80), Milano, come sempre, bruciava le tappe: lì erano nate le prime stazioni radio organizzate, avevano esordito le reti e, soprattutto, si controllava la pubblicità nazionale. Quello che accadeva a Milano veniva pedissequamente replicato a distanza di anni in altre località. Insomma, il capoluogo regionale lombardo era un laboratorio della radiofonia italiana. In tale contesto, nel 1982, a dispetto delle regole, mentre le stazioni della prima ora chiudevano, nasceva una nuova emittente. E una serie di coincidenze faceva sì che quel progetto infrangesse le regole. Per un caso si era liberata una frequenza appetibile: 103,950 MHz, storicamente occupata da Radio Occhio, un curioso di esperimento di radio raffinata e colta (era la radio di quello che sarebbe diventato il critico radiotelevisivo Aldo Grasso), che dopo un timido presidio da parte di Radio Radicale, nel frattempo migrata sui 96,7 MHz di Radio Milano Classica, aveva esercito su quella frequenza fino alla fine degli anni ’70. La frequenza era poi stata modulata (a 104,100 MHz) da L’Altra Radio Milano, un’emittente che senza infamia e senza lode aveva navigato nell’etere milanese agli esordi del nuovo decennio.
Gianluca Costella, adolescente e silenzioso osservatore del fenomeno delle radio ancora cosiddette libere, non si era fatto scappare l’evento e, recuperato un trasmettitore di sufficiente dignità (2 Kw Siel), aveva installato quattro dipoli su un palazzo in Via Cenisio, a poche centinaia di metri dalla Stazione Garibaldi, avviando trasmissioni marchiate Radio Cosmo 104. L’aveva fatto, però, con lucidità: non il classico esordio con ragazzini scalmanati con la pila di dischi preferiti sotto il braccio, che distorcevano l’altoparlante della radiolina urlando nel microfono da due lire; nessun palinsesto eterogeneo che mutava il format della radio all’avvicendarsi dei conduttori.
Idee chiare, dicevamo. Solo musica, anzitutto: il che può oggi sembrare una banalità, ma ai tempi, a Milano, ciò era appannaggio solitario di Gamma Radio, che infatti mieteva successi tra coloro che non ne potevano più di ascoltare dal transistor sciocchezze ad ogni giro di sintonia. E, altra chicca, di un solo genere. Se la radio minestrone era la regola, Costella aveva capito prima degli altri che l’eccezione era indispensabile per differenziarsi. Occorreva selezionare il pubblico a monte. E cosa c’era di meglio per farlo se non impiegare la musica? Solo musica da discoteca: dal funky raffinato alla disco music più commerciale, la scelta impegnativa di Costella. Pochi station break caratterizzanti e pubblicità centellinata (questo, va detto, probabilmente più per forza che per scelta, anche se dal 1985 un accordo con Publileader, già concessionaria di Radio Milano International – Magic 101 riusciva a dare preziosa “linfa” alla giovane emittente radiofonica). Voce ufficiale dell’emittente era Max Poli. I jingles invece erano prodotti in stile americano da Bob Stewart. Tra i disc jockey più noti dell’emittente andava annoverato Tony Carrasco, il cui nome era legato al mitico marchio “Studio 54 New York” (foto) e ad alcune produzioni musicali. Punto di forza di Radio Cosmo 104 era sicuramente il “Megamix”, sequenza non-stop di musica dance, in onda tutti i giorni alla mezzanotte e realizzata a rotazione dai più noti dj dei locali milanesi in voga durante gli anni ’80 (Plastic, Amnesy, Time, ecc).La parte tecnica era composta, tra gli altri, da un’avveniristica regia automatica Cepar, corredata da ben venti registratori a bobine e da un processore Orban analogico a sei bande (altro elemento inusuale per i tempi). Peraltro Cosmo 104 era (dopo il precursore Radio Montestella) tra le prime emittenti a trasmettere su cd. Un prodotto editoriale, quello di Costella, che si distingueva immediatamente nella modulazione di frequenza meneghina, dove al momento l’unica stazione dal format ben identificato era Radio Italia solo musica italiana (qui una selezione di musica e jingles). Rimaneva però il problema della frequenza: i 103,950 MHz erano liberi per modo di dire, schiacciati tra due potenti emissioni laterali (103,700 MHz di Radio Reporter e 104,200 MHz di Radio Antenna Emigrante) e infestate da trasmissioni in quota provenienti dalle province limitrofe (104,000 MHz di Radio Bergamo, 103,900 MHz di Radio Supervarese e, soprattutto, 104,000 MHz dal piemontese Monte Giarolo di Radio City di Castelletto d’Orba) o dalla stessa cerchia milanese (RTD 104,000 MHz da Cologno Monzese). Fino a metà decennio Radio Cosmo 104 era sì una bella radio, elegante ed originale, ma poco sintonizzabile al di fuori del centro cittadino, nonostante l’attivazione compensativa di altre frequenze (FM 89,000 MHz ex New Radio Corporation, poi Radio Luna e infine Top Italia Radio, grazie ad una collaborazione con Enrico Grecchi e FM 106.250 MHz da Piazzale Corvetto per l’area a Sud di Milano). La svolta avvenne, anche questa volta quasi per caso, con l’avvenuta disponibilità, nella seconda metà degli ’80, di un posto (grazie all’intercessione del noto tecnico Luigi Menegaz) sulla ambita postazione broadcasting più importante di Milano dopo il grattacielo Pirelli (che però è sempre stato off-limits per la radiofonia, in quanto appannaggio esclusivo delle reti Fininvest): il Breda (foto), 120 metri di palazzone da dove illuminare Milano e gran parte della provincia era una bazzecola. Trasferiti armi e bagagli sulla sommità della vetta radioelettrica cittadina, sintonizzare Radio Cosmo 104 divenne semplicissimo.Così facile che di essa si accorse anche Alberto Hazan, deus ex machina di Radio Studio 105, prima emittente per ascolti a Milano e Lombardia e network emergente in più di mezza Italia. Dopo aver siglato un accordo con il principato di Monaco per divenire il ripetitorista esclusivo di Radio Monte Carlo in Italia (la cui diffusione era stata fino a quel momento affidata ad un gruppo variegato di emittenti locali con risultati più che deludenti), Hazan cercava idee vincenti per presidiare l’incolta FM prima che lo facessero altri. In testa gli girava l’idea di una radio di sola musica (105 Music). Mentre cercava di mettere a fuoco l’ispirazione, il patron di quello che sarebbe diventato il primo gruppo radiofonico italiano, si era incuriosito di quella “strana radio” intorno ai 104 MHz che entrava con prepotenza nel suo ricevitore di casa e che con evidenti pochi mezzi riusciva a distinguersi nella sofisticata Milano da bere degli anni ’80.
Informatosi, Hazan volle quindi conoscere quel ragazzino che era riuscito a farsi notare. E fu sodalizio al primo incontro. Costella, con gli occhi illuminati dalla passione radiofonica innescò, l’esplosione creativa-imprenditoriale di Hazan: in men che non si dica nasceva, sulle frequenze di Radio Cosmo, Radio 105 Classics, la prima stazione oldies milanese (e forse italiana), che sul modello americano, trasmetteva senza soluzione di continuità i successi di 20/30 anni prima, con una fortissima identità.
Si era ormai alla fine del decennio e mentre i muratori spaccavano i locali di Via Cenisio per costruire i nuovi studi di quella che sarebbe dovuta diventare la terza rete nazionale del gruppo radiofonico di Alberto Hazan, in Italia si avvicinava il tempo della regolamentazione settoriale sul piano legislativo. Radio Cosmo 104 terminava la sua avventura, 105 Classics la iniziava. Ma questa è un’altra storia. (M.L. per NL)
Chi è Gianluca Costella
Nel 1980 per diletto inizia a collaborare con una piccola radio privata milanese, Radio Milano 1 dove conduce programmi in qualità di disc jockey. Nel 1982 fonda Radio Cosmo 104 una delle prime emittenti tematiche milanesi dal format “full time music”. Radio Cosmo 104 si specializza nella diffusione di musica da discoteca, lancia il genere “house” e, in collaborazione con le principali discoteche del capoluogo, diviene un punto di riferimento per dj e produttori musicali. Con il programma notturno “Megamix” irradiato in diretta da locali culto quali “Plastic”, Amnesie”, “Time”, Radio Cosmo 104 vede protagonisti i più importanti dj dell’epoca. Contemporaneamente, nella metà degli anni ’80, collabora con due prestigiose realtà locali lombarde, Radio Reporter e Radio Superstar 106, curando per la prima la classifica dance “Soul Time”, e per la seconda la programmazione musicale. Nel 1989 fonda, in società con Alberto Hazan, patron di Radio 105 e Radio Monte Carlo, Radio 105 Classic, la prima e unica rete nazionale italiana che dedica la sua programmazione alla musica degli anni ’60, ’70 e ’80, per la quale assume l’incarico di direttore generale. Per Radio 105 Classic “firma” anche la selezione musicale della trasmissione “Dance Classic”. Il dj di punta della stazione è Ronnie Jones, un mito dell’fm e della tv di quegli anni. La stazione in breve tempo riesce a raggiungere numerosi capoluoghi di provincia comprese le città di Milano, Torino, Genova, Roma e Napoli, sfiorando il milione di ascolti g.m. (fonte Audiradio). L’anno 1993 segna anche l’inizio della ultradecennale collaborazione con il mensile di tv via satellite Eurosat (Gruppo Il Sole 24 Ore Business Media) per il quale Costella cura alcune rubriche mensili dedicate a format televisivi e sviluppi tecnologici. Nel 1997 le strade di Costella e Hazan si dividono e Gianluca approda a Radio Italia Network, emittente con la quale era iniziata sin dal 1993 una collaborazione in qualità di produttore di programmi quali “Pirate Radio” con Andrea Pellizzari, e “Good Times”. Nasce anche “Back & Forth”, trasmissione quotidiana di notevole successo. Sempre nel 1997, inizia a collaborare con la società di produzione Barter Tv per la quale realizza negli anni, in qualità di esperto di format, i programmi “TG Rosa” (Odeon), Space Girls (Happy Channel), “Music Zoo” (All Music). Nel 2000, è consulente di oltre 10 stazioni locali disseminate in tutta la penisola tra le quali spicca la lombarda Gamma Radio, dell’emittente radiofonica londinese Jazz Fm e cura la selezione musicale per alcune radio in store quali Radio Rinascente e Radio Mc Donalds. Una nuova sfida professionale arriva nel 2003 quando Angelo Borra, proprietario di Radio 101, affida a Costella l’incarico di far rivivere in modulazione di frequenza la leggendaria Radio Milano International, progetto che, a causa di vicende giudiziarie che hanno coinvolto lo stesso Borra, non vede mai la luce. Nello stesso anno Costella viene coinvolto nel rilancio di Radio Reporter, importante stazione radiofonica pluriregionale, che gli affida la direzione artistica. Per Radio Reporter Costella cura anche il programma di successo “Weekend In Classic”.Negli stessi anni è consulente musicale per le emittenti radiofoniche Rete Otto (presto ridenominata Otto FM “solo musica anni ’80″, format foriero di un enorme successo in Lombardia e Piemonte che continua tuttora) di Varese, e Chic Fm, Svizzera italiana. Nel 2005 si occupa, in qualità di consulente musicale, della creazione del bouquet di web radio tematiche di Radio 105 e Radio Monte Carlo tornando a collaborare con Alberto Hazan e il Gruppo Finelco. Nella primavera del 2006 viene chiamato da Elemedia (Gruppo Editoriale Espresso) dove progetta e sviluppa alcuni prodotti radio televisivi digitali irradiati all’interno dell’offerta SKY Italia. E’ “project leader” del bouquet di 25 canali audio tematici “Music on SKY” (ch. 701) e di Onda Latina Tv (ch. 715) oltre che della programmazine musicale di myDeejay Tv (ch. 714). Sempre per Elemedia è responsabile delle web radio del gruppo presenti su deejay.it e capital.it.