Tv e nuove tecnologie. All’orizzonte di Google anche una pay tv

Sembrerebbe l’ultima trovata del motore di ricerca più famoso al mondo quella di creare una piattaforma web accessibile dalle tv di ultima generazione per trasmettere contenuti pay veicolati attraverso la rete.

La nuova frontiera del piccolo – ma globalizzato – schermo è in fase di sperimentazione per molti operatori del settore e Google vorrebbe entrare creando una televisione on line che, anziché offrire programmi on demand, incuriosisca il pubblico con un vero e proprio palinsesto, per la realizzazione del quale parrebbe si fosse già messa in cerca di contenuti da suddividere in differenti canali. Insomma, il colosso di Mountain View, forte del motto che accomuna tutti gli americani sotto lo slang “in good we trust”, per niente intimorita dalle continue indagini che le autorità antitrust statunitensi ed europee gli riservano ed in base alle prime indiscrezioni trapelate, vorrebbe agevolarci ad un nuovo esercizio: lo zapping su internet, ovviamente a pagamento. Per la verità, il motore di ricerca più famoso al mondo ha già mosso – di concerto con altri suoi concorrenti per il mercato di riferimento del calibro di Apple, Sony ed Intel – i primi passi in questa direzione con l’implementazione di un progetto simile sulla piattaforma You Tube ed, oltreoceano, attraverso una rete sperimentale attivata nel Kansas, Google Fiber, e con un software di Google tv da applicare ai tradizionali dispositivi via cavo. Come al solito, prima di approdare nel nostro paese, le innovazioni trovano terreno fertile per proficue sperimentazioni negli Stati Uniti ove pare che sul tema vi sia in corso uno scontro tra titani, che vede contrapposte emittenti via cavo e satellitari a gestire pacchetti di canali contendendosi un mercato pubblicitario per il 2013 da oltre 66 miliardi di dollari, secondo le stime di eMarketer (www.ilsole24ore.com, 17/07/2013). In questo articolatissimo settore che in Italia – complici Governi sempre più indaffarati a risolvere problemi contingenti di spesa pubblica e privi della capacità di approntare politiche lungimiranti di sviluppo – ancora non decolla, gli U.S.A. fanno da padroni. Basti pensare ad Apple che, forte delle previsioni del fondatore Steve Jobs che aveva individuato anni fa la televisione come una delle tre aree suscettibili di profonde trasformazioni accanto ai libri e alla fotografia, avrebbe già stretto accordi con Hbo e Espn in vista del lancio di applicazioni software destinate al loro pubblico (www.ilsole24ore.com, 17/07/2013), senza rinunciare ad una piattaforma (progetto per il momento sperimentale) che consentirà di evitare la pubblicità durante la visione dei programmi. Insomma, business chiama business e, seppure vessate, le nostre aziende farebbero bene ad abbandonare tante polemiche e guardare di più – almeno loro – alle nuove frontiere del profitto. Stanno, infatti, trapelando voci che Google sia intenta a stringere – in questo momento solo negli U.S.A. – accordi con i titolari di canali televisivi per veicolare on line i contenuti da includere nella piattaforma televisiva che vorrebbe dare alla luce a breve; se è vero che le idee vincenti sono suscettibili essere esportate, in Italia molte imprese farebbero bene a fare – come si dice – orecchie da mercante. (S.C. per NL)
 

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