Marco Mele, giornalista de Il Sole 24 Ore ed esperto di cose televisive, sul suo blog dà spazio all’esternazione di Ottavio Grandinetti, avvocato dello Studio Pace, difensore dell’editore Di Stefano, patron della rete fantasma Europa 7, di cui è noto come tutti gli italiani sentano la mancanza. Secondo Grandinetti il caso Europa 7 troverebbe corrispondenza addirittura con quello dell’emittente armena A1+, per il quale il 17 giugno, la Corte di Strasburgo, che giudica sul rispetto della Convenzione europea dei diritti dell’uomo, ha condannato l’Armenia per il diniego al rilascio di una concessione televisiva in quanto essa “si era rifiutato di trasmettere propaganda filo-governativa nelle elezioni presidenziali del 1995″. “Questo caso richiama quello di Centro Europa 7: nel gennaio scorso, la Corte di giustizia del Lussemburgo ha affermato che la legislazione italiana viola il diritto comunitario là dove consente che un operatore titolare di concessione si trovi nell’impossibilità di trasmettere, in quanto le frequenze non vengono assegnate sulla base di criteri obiettivi, trasparenti, non discriminatori e proporzionati”, scrive Mele sul suo blog. “Una democrazia occidentale come quella italiama arretra, nei media, sulle posizioni dell’Armenia: tanto che nel 2004 l’Assemblea del Consiglio d’Europa ha adottato risoluzioni per il rispetto della libertà d’espressione contro l’Armenia e contro l’Italia. Il monitoraggio richiesto sull’Italia è stato sospeso perchè Silvio Berlusconi perse le elezioni e il nuovo governo presentò disegni di legge per sostituire le leggi Gasparri e Frattini sul conflitto d’interesse. Ora la situazione è tornata ad essere quella del 2005 e in più la Corte di Strasburgo si è pronunziata sulla violazione dell’articolo 10 della Convenzione sui diritti umani…”. Va bene (dover) esternare ad ogni costo, ma non esageriamo.