CNT Informa n. 43 – Pubblichiamo un estratto del nuovo numero del bollettino del Coordinamento Nazionale Televisioni

TV Locali: tagli nella finanziaria per i contributi – Impianti: towering, cresce il monopolio di DMT – TV: CNT,prospettive preoccupani, Mediaset non ne risente – TV digitale: Politecnico di Milano, domina Sky


CAMPANE A MORTO PER LE TV LOCALI
I BRUTALI TAGLI NELLA FINANZIARIA PER I CONTRIBUTI

Il Governo ha ridotto nella finanziaria i contributi di cui alla legge 422/93 riducendoli a 111 milioni di euro per il 2009, 80 milioni per il 2010 e 60 per il 2011, mentre l’aspettativa delle emittenti era che venisse quantomeno confermata la quota di 150 milioni. Il bello è che i contributi in realtà, secondo legge, dovrebbero ammontare a 250 milioni di euro annui, quindi il Governo non solo ha colpito le emittenti locali riducendone i contributi, ma ha addirittura contravvenuto platealmente alle disposizioni di legge in merito. Infatti la legge 422/93 all’articolo 10 prevedeva misure di sostegno per le tv locali, utilizzando “una parte non inferiore a tre quarti delle quote di competenza delle amministrazioni statali del canone di abbonamento alla radiotelevisione e degli introiti equiparati al canone”. I tagli per i contributi alle locali ed il mancato rispetto della legge sono il fermo ma deciso atto di accusa del CNT al Governo, che in questo modo rivela il suo vero disegno di marginalizzazione e di soffocamento delle emittenti locali ad esclusivo vantaggio del monopolista privato Mediaset che, guarda caso, è di proprietà del Presidente del Consiglio (…).

IMPIANTI IL TOWERING, UN MERCATO CON FORTI BARRIERE
CONTINUA A CRESCERE IL MONOPOLIO ASSOLUTO DI DMT

Torna prepotentemente il grave problema esistente nel segmento di mercato riguardante le torri di trasmissione radiotelevisive, settore dove si sta consolidando pericolosamente una situazione di monopolio ad opera della DMT S.p.A. (…). Il CNT torna a parlarne (ambito dove il silenzio è totale) all’indomani dell’approvazione da parte di DMT dei risultati al 30/09/08 presentati il 14 novembre scorso dal CDA. Si rileva, infatti, che l’incremento dei ricavi dell’area tower è riconducibile al proseguimento dell’espansione dell’attività, sia endogena che mediante acquisizioni. Nel primi nove mesi dell’esercizio 2008, l’Ebitda consolidato delle attività in funzionamento, al lordo dei costi sostenuti per il progetto “Eiffel” (pari ad Euro 1 milione circa), è pari ad Euro 21.212 mila con un’incidenza pari al 55% sul fatturato; rispetto al corrispondente periodo dell’esercizio 2007, in cui ammontava ad Euro 17.871 mila, l’incremento è pari ad Euro 3.341 mila (+18,7%). L’Ebit ammonta ad Euro 12,3 milioni ed evidenzia un miglioramento di circa Euro 457 mila rispetto ai primi nove mesi dell’esercizio 2007 (Euro 11,8 milioni). Ecco gli incrementi: • RICAVI NETTI A €38,7 MLN (+17%) • EBITDA A €21,2 MLN (+19%) • EBIT A €12,3 MLN (+5%).
Nel corso dei primi nove mesi dell’esercizio 2008 sono state finalizzate due ulteriori acquisizioni raggiungendo un portafoglio di 1.457 torri, confermando il target del Gruppo di superare le 1.600 torri entro il 2010. Si pensi addirittura che la crescita organica dei ricavi caratteristici della gestione (ospitalità e servizi) calcolata sul medesimo numero di torri gestite nell’esercizio 2007 risulta pari al 6,9%, al di sopra delle assunzioni del piano industriale, che prevede una crescita annua pari al 6%!!. Stando ai forti legami con Mediaset c’è, poi, da sottolineare che nel corso del terzo trimestre dell’esercizio 2008 la società ha raggiunto un accordo della durata di 12 anni per la rinegoziazione dei relativi contratti di ospitalità, manutenzione ed assistenza. Il CNT ha più volte evidenziato (anche in sede di audizione parlamentare) come il problema della tutela della concorrenza non è limitato solo agli operatori che espletano il servizio radiotelevisivo analogico e digitale ma anche nell’ambito di segmenti vitali strettamente connessi al mercato radiotelevisivo. Uno dei più importanti è, appunto, il towering. Se tal segmento viene lasciato nelle mani di un solo operatore che possiede i migliori siti e la maggior marte delle torri di trasmissioni, è chiaro che può fare il bello e il cattivo tempo decidendo chi e a quali condizioni ospitare. Intanto la barriera all’entrata è già consolidata.

TV CNT, PROSPETTIVE PREOCCUPANTI PER IL SETTORE
MEDIASET NON RISENTE GRAZIE ALLA POSIZIONE DOMINANTE

Secondo il CNT la crisi economica già sta avendo gravi ripercussioni, soprattutto per la televisione locale caratterizzata da piccoli operatori e quelli indipendenti a livello nazionale. A questo si aggiungono i provvedimenti del Governo come il taglio per i contributi entro il 2010 oltre al conflitto di interessi che favorisce i soggetti in posizione dominante come Mediaset. Infatti Mediaset pare non accusare risentimenti dalla situazione e anzi ha prospettive buone per il prossimo anno e reagisce con nuovi investimenti che, se da un lato preoccupano gli analisti, dall’altro non spaventano Piersilvio Berlusconi che dice: “Non ci sono rischi sui conti del gruppo. I rischi sono legati piuttosto a Telecinco e al mercato pubblicitario spagnolo”. I problemi di Mediaset, sostiene il CNT, sono sempre legati agli altri mercati internazionali. Un caso? No. Negli altri paesi non esiste una situazione di mercato paragonabile anche lontanamente a quella italiana, e quando si tratta di competere in una condizione di concorrenza reale, i rischi sono maggiori e i problemi anche. Per il 2008 l’obiettivo dichiarato di Mediaset è portare i ricavi del digitale a 400 milioni di euro (circa il 10% del fatturato complessivo Mediaset), mentre il pareggio operativo resta confermato al 2010.

TV DIGITALE IN ITALIA, RICERCA DEL POLITECNICO DI MILANO
IL MERCATO E’ DOMINATO DA SKY

Il CNT lo predica da tempo e in queste ultime settimane pare che “la scoperta dell’acqua calda” sia finalmente ufficializzata da diversi soggetti. Lo disse due settimane fa la stessa Antitrust nell’avvio di un’istruttoria circa la posizione di Sky; ora arriva anche il ‘verdetto’ di una importante ricerca specialistica che fotografa il mercato italiano della televisione digitale: “Le tv digitali in Italia valgono 3.400 milioni di euro, il 15% in piu’ dello scorso anno. La maggior parte di questo mercato e’ appannaggio della piattaforma Sky, che pesa per un 87% sul totale del settore”. Lo afferma una ricerca presentata al Campus Bovisa del Politecnico di Milano. L’86% del mercato deriva dalle offerte a pagamento, il restante 14% – si legge ancora nella ricerca, basata sull’analisi di più 2.000 canali relativi a tutte le piattaforme digitali attualmente disponibili – dalla raccolta pubblicitaria. Lo studio, presentato durante il Convegno ‘Le Tv Digitali fra crescita, sperimentazione e cambiamento’ organizzato dall’Osservatorio New Tv della School of Management del Politecnico di Milano in collaborazione con il centro di ricerca Cefriel, individua molti degli sviluppi possibili del comparto nel prossimo futuro. Insomma la partita sul digitale si gioca solo tra Sky e Mediaset.

TV SAT TELEVISIONE A PAGAMENTO
SKY PRETENDE PAGAMENTI ARRETRATI (…)

(…) Una società di recupero crediti che agisce per conto della pay tv starebbe tempestando numerosi cittadini con lettere e telefonate per bollette Stream-Tele+ (ora Sky) non pagate prima del 2003. Da sottolineare, però, che il debito si prescrive in cinque anni, prescrizione breve prevista dall’articolo 2948 del codice civile. L’errata interpretazione della norma civilistica adottata dalla società di recupero crediti starebbe nella pretesa estensione del periodo di prescrizione da cinque a dieci anni. L’Agcom continua il suo sonno senza intervenire.

TV DIRITTO D’AUTORE
PRESENTATE MODIFICHE PER LA TUTELA DELLE PRODUZIONI TV

Tra gli ultimi DDL presentati nel corso dell’attuale Legislatura che riguardano modifiche o implementazioni alla Legge 633/1941, c’è il DDL C 1575, inerente a modifiche alla Legge su diritto d’autore con particolare riferimento alle produzioni audiovisive. Il DDL C 1575 è stato assegnato alla 7ª Commissione Permanente (Cultura, Scienza e Istruzione) in sede referente il 20 ottobre 2008, con annuncio nella seduta ant. n. 68 del 30 ottobre 2008. E’ in attesa dei pareri delle Commissioni 1ª (Aff. Costit.), 2ª (Giustizia), 9ª (Trasporti) e 14ª (Pol. Comun.). Secondo i deputati Carlucci e Giulietti (PDL), “la totalità delle produzioni televisive nazionali e internazionali, tra cui principalmente giochi a premi, talk show, reality si avvale di format, intesi quali schemi base da cui si trae lo spunto per la strutturazione di uno spettacolo di intrattenimento, ovvero un apparato di regole che determinano lo svolgersi del programma stesso. Nonostante la rilevanza anche economica del format, esso non è tutelato giuridicamente, per cui attualmente si tratta di un’opera non protetta dalla legge sul diritto d’autore, ovvero la legge 22 aprile 1941, n. 633. La proposta di legge ha appunto l’obiettivo di fornire un’adeguata tutela giuridica al format come opera dell’ingegno e di dare garanzie sia giuridiche che economiche agli autori dei format e agli ideatori dei progetti audiovisivi”.

MSE-COM RIORGANIZZAZIONE
PUBBLICATO IL DECRETO DEFINITIVO APPROVATO DAL CDM

Il Consiglio dei Ministri del 19/11/2008 ha approvato il D.P.R. di riorganizzazione del Ministero dello Sviluppo Economico. I timori per il ridimensionamento degli Ispettorati sembrano per ora fugati dal permanere all’art.26 della specifica menzione al numero di sedici. Il Dipartimento che raggruppa le competenze dell’ex Ministero delle Comunicazioni si chiama ora solo “Dipartimento per le Comunicazioni” e comprende tre Direzioni Generali, mentre le ex Direzioni del personale e delle risorse strumentali e informative sono confluite in un “Ufficio per gli affari generali e per le risorse” di livello dirigenziale generale, trasversale ai dipartimenti. Confermata anche la struttura dell’Istituto superiore delle comunicazioni e delle tecnologie dell’informazione all’art. 22.

TV PUBBLICA LA POLITICA NEI RAPPORTI INFORMATIVI
NEI TG RAI E’ PRESENTE IL DOPPIO RISPETTO ALLE TV UE

La presenza della politica nei telegiornali della Rai non ha paragoni in Europa. I Tg del nostro servizio pubblico infatti dedicano più di un terzo della loro durata alla pagina politica, più del doppio di quelli inglesi, francesi, tedeschi e spagnoli. E’ quanto emerge da un’indagine condotta dall’Osservatorio di Pavia su ‘Politica e giornalismo nei telegionali Rai”. Mentre gli altri tg dell’Europa Occidentale (quelli dell’ingelese Bbc One, di France 2, della spagnole Tve e della tedesca Ard) se mancano notizie rilevanti di politica non parlano proprio. Nei tg Rai la percentuale media dedicata alla pagina politica è del 34,8% mentre negli altri quattro tg europei è del 16,5%, meno della metà.

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