Memoring.it, il metodo Cecchetto per navigare il web

Grafica sorpassata, servizi non esclusivi, nome discutibile: il browser che “sta cambiando internet”


“Internet ha cambiato il mondo. Memoring sta cambiando Internet”, queste sono le parole che immortalano il nuovo software promosso da Claudio Cecchetto (foto), sulla pagina pubblicitaria pubblicata dal Corriere della Sera di oggi. E la domanda che sorge spontanea è, come? Tanto fermento (ribattezzato, addirittura, “new internet revolution”) merita sicuramente un’attenzione del tutto particolare, oltre che una risposta il più possibile analitica. Proviamo. Iniziamo dalla pubblicità.
Il nome: Memoring, in una delle sue più fedeli traduzioni italiane, significherebbe “memorizzando”. Il gerundio presente, in questo caso preso in prestito dal software, sottolineerebbe una delle “magistrali” potenzialità del programma, ovvero quella di memorizzare, naturalmente anche a lungo termine (incredibile!), qualunque tipo di ricerca, sia essa eseguita attraverso la classica barra di ricerca, o tramite i più “giovani” tag (l’elemento sintattico che permette di selezionare, in modo veloce, l’argomento interessato, ndr). Il primo payoff: la frase che accompagna e sottotitola Memoring è “internet per tutti”. Questa promessa (originale!), a quanto pare, sarebbe già stata mantenuta anni fa dai produttori di tutti i più noti e comuni browser esistenti, che non differiscono poi di molto dal suddetto per quanto riguarda comodità e semplicità d’uso. Il secondo payoff: “un italiano ha inventato il telefono, un italiano ha inventato la radio, un italiano ha inventato memoring”, queste le parole dell’onnipotente Cecchetto che, paragonandosi, oltretutto con proverbiale modestia, a geni del calibro di Meucci e Marconi, rilancia l’irrinunciabile offerta. Il modello “attuale”: naturalmente non poteva mancare l’effetto moda. Allo stessa stregua delle più note compagnie di telefonia mobile, Memoring lancia una moda: “new internet revolution”. Impeccabile! Va aggiunto un commento, meritatissimo, sull’immagine a fianco della scritta: una modella, in versione minigonna inguinale, che armata di motosega e sorriso smagliante sembra voler distruggere la tecnologia Web 2.0. Che Memoring ambisca a sostituirla? In proposito vige il silenzio stampa.
Quanto analizzato finora farebbe ragionevolmente pensare ad un inizio catastrofico. In realtà si tratta solo della punta di un iceberg ben più grosso. Infatti, inoltrandosi nel sito (www.memoring.it) è possibile verificare la gamma di servizi (assolutamente non esclusivi) offerti dal browser di Cecchetto. La grafica: come qualcuno, tra i blogger più critici, ha prontamente dichiarato stamattina l’apparenza estetica di Memoring rievoca il passato (anzi, l’antiquato trattandosi di tecnologia). Le reminiscenze arrivano in particolare al vecchio stile anni ’90, quando la tecnologia informatica aveva notoriamente un aspetto più simile a quello di un discount. I servizi “esclusivi”: la mancanza totale di novità fanno pensare a Memoring come ad un software non molto innovativo già dalla nascita. Da sempre è possibile cambiare aspetto e colore al proprio browser (succede già per molti programmi accendendo al comando “change skin”, ndr), come è sempre stato possibile effettuare ricerche in diversi modi o semplificare l’utilizzo del proprio programma di navigazione scegliendo miriadi di opzioni, dall’aggiunta della più moderna Google Bar, all’oscuramente, momentaneo o perenne, del menù a comandi meno cliccato dall’utente. A Memoring si aggiunge l’applicazione “Taxi”, un modo magari socievole, ma assolutamente privo di praticità e utilità, per visualizzare, in compagnia, gli stessi contenuti internet su due o più computer. La scelta dei temi: sulla barra di Memoring appaiono quelli che generalmente sarebbero da considerare gli argomenti più cliccati, più ricercati da coloro che navigano quotidianamente il web. Nella lista si trovano news, sport, musica, giochi e, fondamentale, tv-gossip. A quanto pare non esistono riferimenti o link a cultura e libri: forse qualcuno ha deciso che i giovani, che compongono poi il target notoriamente più interessante per questo genere di prodotti, potrebbero non avere più bisogno dell’una o dell’altra cosa. Forse siamo stati troppo severi nel valutare la nuova idea di Cecchetto? Può darsi, sicché ben volentieri siamo disponibili ad ospitare interventi correttivi delle nostre deduzioni. (Marco Menoncello per NL)

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