Oscurato «Ntdtv», voce libera della Cina. La Ue chiede spiegazioni a Eutelsat

Dal 16 giugno scorso interrotta la diffusione in Asia del canale in lingua cinese. Avrebbe «ceduto alle pressioni del governo cinese in cambio di ricchi contratti»


ADUC.itCorriere.it

BRUXELLES – La voce libera della Cina, la tv satellitare «NTDTV», da più di tre mesi non è visibile in Asia. Dietro questo oscuramento ci sarebbero le pressioni del governo cinese, esercitate anche attraverso l’ambasciatore in Italia, ad Eutelsat, l’azienda di telecomunicazioni satellitari che ha sede a Parigi. Le prove di questa censura sarebbero due registrazioni telefoniche raccolte dal Woipfg (l’Organizzazione Mondiale che indaga sulla persecuzione del Falun Gong, movimento spirituale cinese) e da Reporters sans frontières.

LE REGISTRAZIONI – «Dopo aver spento il segnale hanno chiesto… di riferirmi il messaggio che “l’ambasciatore ha parlato molte volte con noi di questa questione e ora ce ne siamo occupati”. Bene, grazie al loro lavoro non avranno più alcunché riferito al Falun Gong». Così al telefono, l’ambasciatore in Italia Sun Yuxi, il 16 luglio scorso avrebbe ammesso le pressioni ad Eutelsat, per spegnere il segnale di NTDTV (New Tang Dynasty Tv), l’emittente, con sede a New York e in numerose capitali europee, che si dichiara «non allineata» al Governo di Pechino. Ma l’ambasciatore non sapeva che l’interlocutore in realtà era un investigatore del Woipfg che lo stava registrando.

L’AMMISSIONE AL TELEFONO – Secondo il Woipfg, con le sue pressioni, l’ambasciatore sarebbe riuscito a far oscurare la tv il 16 giugno scorso: alle 18.30, infatti, le trasmissioni satellitari di NTDTV venivano interrotte in buona parte del continente asiatico e due milioni di telespettatori cinesi restavano senza la loro tv dopo quattro anni di trasmissioni.

EUTELSAT – «Un’avaria al satellite W5 – spiega Eutelsat – ci ha costretti a ridurre drasticamente il numero dei transponders sul satellite». Versione smentita il 10 luglio daReporters sans frontières che rendeva pubblica una conversazione con un dipendente di Eutelsat che ammetteva (credendo di parlare con un membro del dipartimento di propaganda cinese) un atto premeditato e non un problema tecnico. Ragioni politiche ed economiche dunque. Tutto sul sito di Reporters sans frontières: (Http://www.rsf.org/print.php3?id_article=27818) che riporta la trascrizione completa del dialogo con il dipendente Eutelsat.

LA REGISTRAZIONE – Così da una parte il dipendente Eutelsat e dall’altra l’ambasciatore: il quadro sembrerebbe più chiaro. Anche le ammissioni di quest’ultimo sono dimostrate e disponibili in audio su http://upholdjustice.org: «Dal momento che si sono liberati di questo, li abbiamo appoggiati e abbiamo detto loro di non occuparsene più», dice l’ambasciatore all’investigatore del Woipfg.

AFFARI IN CAMBIO DELL’OSCURAMENTO – La registrazione poi continua con l’ambasciatore che ammette che, in cambio dell’oscuramento, Eutelsat avvrebbe fatto delle richieste: «Volevano far progredire le loro relazioni con la Chinese Central Television (CCTV). Inoltre, prima di tutto, volevano fare affari con la nostra industria aerospaziale ed aeronautica per quanto riguarda i satelliti della comunicazione europea, i satelliti meteologici e così via. Vogliono noleggiare la nostra attrezzatura per lanciare i loro satelliti». Insomma, denuncia Reporters senza frontiere, uno scambio di favori.

UE – La Commissione Ue, intanto, ha chiesto spiegazioni all’operatore satellitare Eutelsat. Bruxelles è scesa in campo dopo le accese proteste di NTDTV (che ha fatto partire una petizione on line): «Noi siamo la sola televisione cinese libera», afferma il personale che dà vita alle trasmissioni del canale tv, sottolineando di non essere «legati al regime comunista». Per l’emittente anti-Pechino, Eutelsat ha ceduto alle pressioni del governo cinese in cambio di ricchi contratti. Da Bruxelles un portavoce dell’esecutivo europeo assicura che il commissario alle Tlc, Viviane Reding, «è al corrente della situazione e ha scritto alla direzione di Eutelsat per domandare cosa stia succedendo». Il presidente di Eutelsat, Giuliano Beretta, contattato telefonicamente da Corriere.it per avere qualche chiarimento, è in vacanza (l’azienda in una nota continua a spiegare l’oscuramento come “problema tecnico”) e anche il telefono delll’ambasciatore cinese in Italia squilla a vuoto.

Nino Luca
22 agosto 2008

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