Radio locali, Sardegna: le emittenti dell’isola protestano contro la Regione

Le radio della Sardegna si sono unite contro una pretesa forte disparità esistente con televisioni locali e giornali per i contributi erogati dalla Regione.

La prima forma di protesta è stata la realizzazione di uno spot audio trasmesso dalle stazioni aderenti all’iniziativa. Questo il testo del comunicato: "Le emittenti radio dell’isola uniscono le proprie forze preoccupate per gli interventi regionali che non tengono conto di quanto proposto all’assessore della cultura Claudia Firino. In particolare appare chiaro la forte disparità esistente rispetto ai contributi per le poche emittenti televisive locali ancora attive nel territorio. La pubblicità istituzionale, gli sponsor, i contributi per la produzione di programmi vengono delegati ad altri media, alle emittenti televisive, ai giornali, e non si tiene conto invece di una realtà importante come quella radiofonica. Quali rappresentanti di un gruppo di aziende editoriali indipendenti concessionarie di frequenze radiofoniche nel territorio della Sardegna, esprimiamo la nostra forte preoccupazione in relazione alle recenti disposizioni della “Legge Regionale del 12 gennaio 2015. Interventi a favore delle Emittenti televisive locali. Modifiche e integrazioni alla legge regionale 3 luglio 1998, n.22”. In questi mesi sono state presentate all’assessore alla Cultura, Claudia Firino, una serie di proposte di integrazione, riequilibrio e modifica del provvedimento, che sono state ripetutamente ignorate. Il risultato è una legge per l’editoria che persino nel titolo dimentica le radio come componente essenziale del sistema regionale dell’informazione e della produzione di contenuti e che di fatto relega ai margini quello che secondo autorevoli indagini di mercato si conferma come il più dinamico, vivace e moderno dei media: secondo la recente ricerca Gfk-Eurisko la radio è oggi il canale "più utilizzato" (84% della popolazione) ed il "più credibile", quello che ha saputo meglio affrontare la sfida dell’innovazione, confermando un trend in continua crescita (+7.5 secondo gli ultimi dati Nielsen). Di questo ruolo strategico della radio in uno scenario dei media in continua evoluzione la Regione sembra non essersi accorta. Ci sono in Sardegna 50 imprese radiofoniche indipendenti che ogni giorno parlano con oltre un milione di sardi, che producono notiziari, contenuti di approfondimento, danno voce alle comunità locali, assicurando come imprese un lavoro a oltre 300 dipendenti e ad almeno un migliaio di collaboratori, ma questo comparto dell’industria editoriale viene di fatto escluso da qualunque forma di sostegno regionale: gli investimenti in pubblicità istituzionale e sponsorizzazioni sono concentrati unicamente su giornali e tv. E persino I contributi per la produzione di programmi informativi ed editoriali (art. 24 bis della nuova legge) sono riservati in via esclusiva alle televisioni.Un caso emblematico è quello relativo ai contributi di recente assegnati dalla Regione per la produzione di programmi e notiziari in lingua sarda: 100 mila euro per tutte le radio della Sardegna, 2,4 milioni di euro (24 volte tanto!) alle tv con copertura superiore al 60% del territorio regionale. E’ legittimo chiedersi in che modo l’Amministrazione regionale intenda sostenere la crescita occupazionale e la capacità produttiva di un importante comparto dell’editoria e dell’informazione come quello della radiofonia locale (per altro interessato a breve da un oneroso passaggio alla trasmissione in digitale) e come si intenda tutelare il presidio di pluralismo e di libera informazione rappresentato dalle decine di stazioni radio diffuse nel territorio dell’intera Sardegna. Quale primo passo concreto ed elemento di chiarezza, le imprese rappresentate in questo Coordinamento delle Radio Indipendenti Sarde chiedono alle istituzioni preposte che venga al più presto commissionato uno studio di settore serio e approfondito sul gradimento, la penetrazione e l’utilizzo dei media in Sardegna. Auspicando che una tale indagine venga realizzata e sollecitando su questo un urgente intervento da parte dell’organismo di controllo sui mezzi di comunicazione (Corecom), i firmatari di questo documento chiedono alla Regione un ulteriore sforzo per dare alla Sardegna una legge per l’editoria equilibrata, giusta e moderna, ispirata a reali criteri di equità e di trasparenza, capace di incidere e di creare positive ricadute anche in termini occupazionali in un settore chiave della nostra vita culturale e sociale. Nel frattempo, a partire da oggi, ha preso il via sulle nostre radio una campagna di sensibilizzazione e di protesta contro la nuova legge regionale per l’editoria. Una serie di spot vanno in onda a reti unificate con 20 passaggi giornalieri su tutte le emittenti che aderiscono all’iniziativa. Successivamente saranno annunciate altre azioni di lotta, che comprenderanno dirette a reti unificate, attività coordinate sui social network (che le radio utilizzano da anni in modo creativo e dinamico, quale ideale estensione del proprio canale di dialogo con gli ascoltatori) e altre iniziative coordinate di comunicazione, per raccontare ai cittadini sardi che amano la radio e che ogni giorno ascoltano i nostri programmi il tormentato percorso di revisione di questa importante legge regionale sui mezzi di informazione e comunicazione, quale essenziale momento di pluralismo e di democrazia". Firmatarie della protesta sono: LatteMiele, Mondo Radio Sassari, Prima Radio Iglesias, Radio Barbagia Nuoro, Radio Cuore, Radio del golfo Sassari, Radio Gamma Luna Carbonia, Radio Golfo degli Angeli Cagliari, Radio Iglesias, Radio In Sant’Antioco, Radio La voce Cagliari, Radio Macomer Nuoro, Radio Nova Sassari, Radio Nuoro Centrale, Radio Oristano Studio 2000 Vintage Oristano, Rama Sound Nuoro, Radio Stella Tortoli, Radio Studio 2000 Oristano, Radio Studio 4, Radio Studio One Cagliari, Radio Super Sound, Radio Venere 1 e 2 Sassari e Radio X Cagliari. (R.R. per NL)

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