La procedura di infrazione contro l’Italia avviata dalla Commissione europea per il mancato rispetto del Codice europeo delle comunicazioni elettroniche e della direttiva quadro, accusando il Paese di non aver adottato misure efficaci per eliminare le interferenze FM arrecate a Francia, Croazia, Malta e Slovenia nella banda 87,5-108 MHz di cui Newslinet aveva dato tempestiva anticipazione a novembre 2025, entra nel vivo.
Il Ministero delle imprese e del made in Italy ha infatti convocato una riunione “d’emergenza” per il 30/12/2025 al cospetto delle associazioni di categoria degli editori radiofonici per “recepire utili indicazioni dal comparto, tanto al fine di predisporre il richiesto riscontro”.
Sintesi
La Commissione europea ha avviato una procedura di infrazione contro l’Italia per il mancato rispetto del Codice europeo delle comunicazioni elettroniche, contestando l’assenza di misure efficaci contro le interferenze FM arrecate a Francia, Croazia, Malta e Slovenia e l’uso irregolare di blocchi DAB+.
Il MIMIT ha quindi convocato per il 30/12/2025 una riunione d’urgenza con le associazioni radiofoniche per predisporre il riscontro a Bruxelles nel termine ristretto assegnato.
L’Italia ha infatti due mesi per rispondere alla lettera di costituzione in mora (INFR(2025)2153), pena l’emissione di un parere motivato.
Tra le proposte che saranno portate al tavolo, NL può anticipare quella di una rottamazione volontaria degli impianti FM, con riconoscimento del titolo concessorio digitale e adeguate misure compensative, per ridurre strutturalmente le interferenze e favorire la transizione al DAB+.
In assenza di soluzioni condivise, del resto, è scontata l’adozione di provvedimenti inibitori immediati e la ripresa della pianificazione FM come rassicurazione contingente alle richieste europee.
La procedura di infrazione non riguarda solo la FM: anche l’uso temporaneo irregolare dei blocchi DAB è oggetto di discussione
Argomento del consesso che il MIMIT ha avviato a seguito del procedimento di infrazione del novembre 2025 anticipato da NL, sono i mancati “atti legislativi e le misure amministrative volti a eliminare le interferenze dannose causate dalle emittenti radiofoniche FM italiane alle emittenti FM francesi, maltesi, croate e slovene e ad eliminare l’uso (temporaneo) irregolare dei blocchi di frequenza DAB, l’Italia non abbia ottemperato agli obblighi imposti dall’articolo 3, paragrafi 1 e 2, dall’articolo 4, paragrafi 1 e 2, e dall’articolo 45, paragrafi 1 e 2, della direttiva (UE) 2018/1972 del Parlamento europeo e del Consiglio, nonché dagli articoli 8, 8 bis e 9 della direttiva 2002/21/CE del Parlamento europeo e del Consiglio, recepiti dall’articolo 58, commi 1 e 2, del decreto legislativo 8 novembre 2021, n. 207″.
Proposta di rottamazione delle frequenze
L’associazione di categoria MAVE (Media AudioVisivi Europei) ha fatto sapere a Newslinet che in tale occasione ribadirà “una posizione che da tempo sostiene con convinzione: la necessità di prevedere una rottamazione volontaria degli impianti FM, accompagnata dal riconoscimento del titolo concessorio digitale connesso alla concessione analogica nelle aree in cui gli impianti vengano dismessi, con piena validità del titolo ai fini della partecipazione ai consorzi DAB+ (oltre che per l’ottenimento di contributi ex DPR 146/2017 e per l’iscrizione alle indagini di ascolto, ndr)”.
Misure compensative
“MAVE intende evidenziare come, per una emittente radiofonica, la frequenza rappresenti un bene economico tangibile, strettamente connesso al valore dell’azienda e alla continuità dell’attività editoriale. Proprio per tale ragione, un percorso di dismissione volontaria dell’analogico risulta concretamente praticabile solo se accompagnato da adeguate misure di incentivo economico, in grado di compensare la rinuncia a tale asset e di stimolare una reale adesione da parte degli operatori.
Concreta attuazione degli impegni internazionali
L’introduzione di un simile meccanismo costituirebbe, inoltre, una concreta dimostrazione dell’impegno delle istituzioni italiane nel percorso di risoluzione delle criticità oggetto della procedura di infrazione, consentendo di fornire agli Stati interessati e alla Commissione Europea un riscontro tangibile e immediatamente verificabile dell’azione governativa intrapresa.
Percorso ordinato ed incentivato di dismissione dell’analogico
Non può infatti essere trascurato che una delle principali cause delle interferenze con i paesi confinanti è rappresentata anche dalle elevate potenze di esercizio degli impianti FM, diretta conseguenza dell’attuale sovraffollamento della banda analogica.
Un percorso ordinato e incentivato di dismissione dell’analogico determinerebbe una riduzione strutturale delle criticità interferenziali, favorendo la progressiva transizione verso il digitale e consentendo una più efficiente, razionale e sostenibile gestione della risorsa frequenziale analogica, anche in termini di potenze di esercizio e di coordinamento internazionale.
Le offerte legislative
A supporto di questa impostazione, MAVE richiamerà inoltre le opportunità offerte dal Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri relativo alle misure di sostegno alle assunzioni nel campo della digitalizzazione editoriale e agli investimenti in tecnologie innovative nel settore editoriale e delle emittenti radio-televisive per l’anno 2025. In particolare, l’articolo 3, comma 2, lettera c) prevede un contributo per gli investimenti in innovazione tecnologica destinato ai titolari di concessioni radiofoniche, ai fornitori di contenuti digitali e ai consorzi operanti in tecnica DAB; misura che risponde pienamente all’esigenza di sostenere in modo strutturato la transizione verso il digitale”, conclude la nota associativa.
L’Italia, seconda la Commissione Europea, “non ha adottato misure amministrative sufficienti per eliminare le interferenze dannose causate dalle emittenti radio FM italiane (modulazione di frequenza) negli Stati membri limitrofi nella banda di frequenza FM (87,5-108 MHz). L’interferenza si estende in particolare al territorio francese, croato, maltese e sloveno e impedisce alle emittenti dei rispettivi paesi di utilizzare lo spettro radio nella banda FM per i loro canali radio FM nazionali.
Inutili gli scambi di lunga data
Nonostante gli scambi di lunga data con l’Italia nel quadro del gruppo Politica dello spettro radio gruppo”, la Commissione ritiene che l’Italia non abbia rispettato gli obblighi previsti dal Codice europeo delle comunicazioni elettroniche e dalla direttiva quadro”.
La vicenda
Dal punto di vista storico, la procedura di infrazione affonda le radici negli anni ’80, con un braccio di ferro giuridico-polito che, dopo una intensificazione un lustro fa, era entrato in una fase di stallo nel 2023.
Recap
Per comprenderne le dinamiche della contestazione di infrazione ripartiamo, quindi, proprio dall’autunno di quell’anno, quando, qui, osservavamo come il rapporto della 62a riunione plenaria del 25/10/2023 al Radio Spectrum Policy Group (RSPG), gruppo consultivo fondato nel 2002 per la Commissione Europea su questioni relative allo spettro radio e composto da rappresentanti della commissione e degli Stati membri, non aveva registrato nessun progresso sulle questioni interferenziali DAB+ e, soprattutto, FM.
Le novità che avrebbero dovuto arrivare entro novembre 2023
Tuttavia, a riguardo delle interferenze FM, nel documento redatto a margine del consesso si leggeva che “L’Italia ha dichiarato che il gruppo di lavoro istituito ai sensi del decreto legislativo 207/2021 sta lavorando per completare la relazione d’intervento prima della riunione WRC-23″, cioè il World Radiocommunication Conference (tenutosi a Dubai dal 20/11/2023 al 15/12/2023).
Coordinamento transfrontaliero
Gli incontri si erano svolti il 13/07/2023 ed il 25/09/2023, con discussioni che “hanno cercato di progredire sulle varie questioni di coordinamento transfrontaliero”.
Adriatico e Ionio al centro del DAB e della FM
Il Segretario generale del RSPG aveva ribadito “l’importanza di concludere l’accordo sull’Adriatico e sullo Ionio per il DAB poiché ciò contribuirà a risolvere anche alcuni casi di problemi di interferenza FM”.
Questioni irrisolte
Tuttavia, dall’esito del consesso erano rimaste irrisolte “le questioni sollevate dalla Slovenia riguardo al raggiungimento di un’intesa comune con l’Italia sull’applicazione delle norme ITU“.
Soluzioni al vaglio dell’Italia
Per questo, il 10/10/2023 si era tenuto un incontro bilaterale moderato dai copresidenti del RSPG e con il sostegno della Commissione europea, durante il quale erano state individuate “potenziali soluzioni per risolvere queste questioni bilaterali”, attualmente “al vaglio dell’Italia”.
Croazia e Slovenia vs DAB italiano
Dalla relazione del RSGP emergeva la persistenza dei problemi di interferenza DAB segnalati da Croazia e Slovenia: “L’Italia continua a ritenere che le segnalazioni di interferenze DAB possano essere risolte attuando una soluzione temporanea basata sull’uso dei blocchi di frequenze 7C e 7D poiché questi blocchi non sono utilizzati nei paesi vicini. Soluzione potrà essere implementata in tempi brevi”.
Italia utilizzi altri blocchi di frequenza
Tuttavia, Croazia e Slovenia si erano opposte “ancora alla soluzione temporanea proposta dall’Italia e hanno suggerito di utilizzare altri blocchi di frequenze registrati che attualmente non sono in uso. Nonostante queste obiezioni, l’Italia sta utilizzando queste risorse di frequenza”.
Slovenia: Italia utilizzi blocchi 7C e 7D durante transizione
Nello specifico, la Slovenia aveva espresso “la necessità di utilizzare gli stessi blocchi di frequenze 7C e 7D durante il periodo di transizione” ed aveva assicurato “accordi di coordinamento delle frequenze con tutti i paesi tranne l’Italia”.
Italia produca relazione su come intende allinearsi ad accordo DAB per regione adriatica e ionica
All’Italia era stato chiesto di fornire una relazione che illustrasse “in dettaglio come intende allinearsi all’accordo DAB per la regione adriatica e ionica una volta firmato” e chiarisse “chiaramente il processo che porta all’utilizzo di 7C e 7D, anche nel caso in cui tale accordo non sia finalizzato”.
Dettagli della relazione
La relazione richiesta all’Italia, nello specifico, avrebbe dovuto:
a) indicare chiaramente come intendeva allinearsi all’accordo DAB per la regione Adriatico-Ionica una volta concluso e indicare quali blocchi di frequenze intendeva utilizzare in luogo di 7C e 7D;
b) chiarire il processo che portava all’utilizzo di 7C e 7D;
c) definire la durata prevista dei diritti d’uso per 7C e 7D;
d) indicare la linea che intendeva adottare per quanto riguarda 7C e 7D nel caso in cui non venisse perfezionato l’accordo DAB per la regione Adriatico-Ionica.
La posizione italiana
Per parte propria, l’Italia aveva anticipato che “l’unica soluzione per risolvere tempestivamente le interferenze segnalate da Croazia e Slovenia è l’utilizzo dei blocchi di frequenze 7C e 7D. Ciò si basa sul fatto che queste risorse di frequenza non vengono utilizzate nei paesi vicini”. Era stato chiarito che questa soluzione sarebbe stata “temporanea fino alla firma dell’accordo DAB per la regione adriatico-ionica. Di conseguenza, a seguito della firma, il piano DAB nazionale italiano verrà modificato per porre fine al diritto d’uso di 7C e 7D e per allineare lo stesso piano a quello adottato per la regione Adriatico e Ionica”.
Riserve
Sul punto, Croazia e la Slovenia avevano confermato le proprie riserve sull’attuazione di questa soluzione ed espresso preoccupazione per il fatto che, nonostante le loro forti obiezioni, “i blocchi di frequenze 7C e 7D vengono utilizzati in Italia senza i necessari accordi di coordinamento. Tale utilizzo dello spettro radio costituisce una violazione delle norme ITU e del Codice europeo delle comunicazioni elettroniche”.
Impedimenti
A riguardo, l’Italia aveva ribadito che non sarebbe stato possibile utilizzare blocchi di frequenze alternative, “comprese quelle attualmente inutilizzate, poiché tali risorse di frequenza saranno utilizzate a tempo debito, in conformità con il piano nazionale DAB italiano”.
Rimpallo
Il ping pong era proseguito con l’annotazione che “Anche la Slovenia ha la necessità di utilizzare gli stessi blocchi di frequenze 7C e 7D il prima possibile e durante il periodo di transizione per il DAB. La Slovenia ha già coordinato con successo 7C e 7D con otto paesi, ma l’accordo con l’Italia è ancora in sospeso”.
San Marino d’accordo su modifiche GE06
A corollario, facendo seguito alle questioni esaminate nelle precedenti discussioni in seno al RSPG, l’Italia aveva confermato “di aver ricevuto una lettera ufficiale da San Marino in cui si conferma che San Marino non si opporrà alle modifiche che verranno apportate al piano GE06″.
Slovenia e Italia: disaccordo ampio su FM
Circa la modulazione di frequenza, secondo il rapporto RSPG, lo stallo creatosi conseguiva alla “posizione assunta dalla Slovenia a causa della mancanza di un’interpretazione comune delle regole ITU definite dal Regolamento Radio“, nonché dalle “obiezioni dell’Italia alla richiesta della Slovenia di registrare ulteriori stazioni nel piano GE84” (l’Italia aveva risposto ad una lettera inviata dalla Slovenia, ma le rispettive posizioni erano ancora divergenti).
Slovenia: Tribunali italiani ci ordinano di eliminare interferenze FM, ignorando regolamenti ITU
In particolare, la Slovenia aveva ribadito che “anche la giustizia italiana ignora i regolamenti radiofonici dell’ITU e di conseguenza gli operatori sloveni che utilizzano frequenze coordinate sono obbligati dai tribunali italiani a ridurre significativamente i loro parametri di emissione come mezzo per proteggere le stazioni italiane non coordinate”.
La risposta italiana
Il piano d’azione richiesto dall’RSPG per risolvere i problemi di interferenza FM causati dall’Italia alla Croazia e alla Slovenia, secondo i rappresentanti italiani non era stato sviluppato “poiché il lavoro del gruppo di lavoro italiano che si occupa delle questioni FM non è ancora terminato. Il gruppo di lavoro italiano prevede di finalizzare la sua bozza di rapporto prima della WRC-23. Il contenuto di tale rapporto sarà comunicato al RSPG solo quando il rapporto sarà stato valutato dal Consiglio dei Ministri“.
Croazia e Slovenia: Italia ci mette troppo
Croazia e Slovenia avevano espresso il loro disappunto per il fatto che “il processo italiano stia richiedendo più tempo del previsto. Eventuali ritardi nell’ottenimento della necessaria autorizzazione sulle raccomandazioni di natura politica sono motivo di preoccupazione poiché ciò prolungherà l’attuazione delle misure per risolvere i problemi di interferenza. Sia la Croazia che la Slovenia hanno fatto appello all’Italia affinché acceleri il processo”.
Piano realistico e attuabile
Era stato riconosciuto che il piano d’azione che il RSPG avrebbe dovuto sviluppare “dovrà essere realistico e attuabile. Date le circostanze, tale piano d’azione potrà essere sviluppato solo una volta che il RSPG avrà ricevuto conferme sulle azioni che potrebbero essere intraprese dall’Italia per risolvere i problemi di interferenze dannose sulla base della relazione del gruppo di lavoro“.
Macedonia e Italia: revisione canalizzazione DAB
Relativamente alle questioni pendenti con la Macedonia del Nord, l’Italia aveva dichiarato di aver “effettuato una revisione del piano di canalizzazione del progetto di accordo regionale DAB”. I risultati di questo processo, si leggeva nel rapporto, “sono stati condivisi con il gruppo Adriatico e Ionico il 12 luglio 2023 e discussi a lungo nella riunione di luglio. Il piano rivisto è stato ritenuto infattibile poiché la revisione non ha considerato le esigenze dei paesi confinanti con i paesi dell’Adriatico e dello Ionio”.
Malta e Italia: progressi su DAB
Nella relazione si annotava come fossero stati “compiuti progressi riguardo al caso di interferenza DAB segnalato da Malta sul blocco di frequenze 12C”. Tuttavia, “nonostante la situazione delle interferenze sia migliorata, verrà effettuata un’attività di misurazione congiunta con l’obiettivo di identificare la posizione del trasmettitore DAB che interessa Malta”.
Ed ora?
Ora, alla luce dell’avvio della procedura di infrazione con la costituzione in mora, è possibile che l’Italia reagisca con un’operazione coordinata che preveda nell’immediato l’adozione di provvedimenti inibitori verso le sorgenti interferenziali, invitando gli Ispettorati Territoriali del Ministero delle Imprese e del Made in Italy ad emettere ordinanza di eliminazione delle turbative entro un termine brevissimo (stante il tempo concesso dalla misura della Commissione Europea). A latere, è probabile che venga ripresa la controversa attività di pianificazione FM, peraltro normativamente prevista, magari facilitata proprio da una procedura per la rottamazione degli impianti analogici come quella richiesta da MAVE. (E.L. per NL)
Documentazione a fondamento della procedura di infrazione
Qui la documentazione della 62a riunione plenaria dell’RSPG – 25 ottobre 2023 a fondamento della procedura di infrazione
Parte 1(a fondamento della procedura di infrazione)
RSPG23-031 – Ordine del giorno dell’incontro RSPG #62
RSPG23-032 – Stato dei lavori relativo all’assegnazione delle bande pioniere del 5G
RSPG23-033 – Relazione sullo stato di avanzamento del sottogruppo sulla revisione tra pari e sulla cooperazione degli Stati membri in materia di autorizzazioni e riconoscimenti
RSPG23-034 – Rapporto sullo stato di avanzamento del sottogruppo sul futuro della banda UHF oltre il 2030
RSPG23-035 – Parere RSPG sulla strategia sull’uso futuro della banda di frequenza 470-694 MHz oltre il 2030 nell’UE
Parte 2 (a fondamento della procedura di infrazione)
RSPG23-036 – Rapporto sullo stato di avanzamento del sottogruppo sui Good offices per assistere nei negoziati bilaterali tra gli Stati membri
RSPG23-037 – Rapporto sullo stato di avanzamento del sottogruppo RSPG sui cambiamenti climatici
RSPG23-038 – Rapporto RSPG sul ruolo della politica sullo spettro radio per contribuire a combattere il cambiamento climatico
RSPG23-039 – Relazione sullo stato di avanzamento del lavoro sullo sviluppo del 6G e possibili implicazioni per le esigenze di spettro e orientamenti sull’implementazione delle future reti a banda larga wireless
Parte 3 (a fondamento della procedura di infrazione)
RSPG23-040 – Parere dell’RSPG sugli sviluppi del 5G e possibili implicazioni per le esigenze dello spettro 6G e indicazioni sull’implementazione delle future reti wireless a banda larga
RSPG23-043 – Rapporto sullo stato di avanzamento del sottogruppo RSPG sul decennio digitale
RSPG23-044 – Addendum sulle autorizzazioni satellitari al Parere RSPG sul futuro del settore delle comunicazioni elettroniche e delle sue infrastrutture
RSPG23-045 – Programma di lavoro RSPG 2024 e oltre.










































