Radio. Verso lo slittamento della dismissione FM in Svizzera al 2026. Solo il 50% delle auto ha il DAB+. Ma si tratterà dell’ultima proroga

interferenze, 2024

La Svizzera verso lo slittamento della dismissione della modulazione di frequenza dal 2024 al 2026. Motivazione: squilibrio sempre più evidente tra emittenti sui diversi territori (in particolare il Canton Ticino, stante la presenza della concorrenza italiana) e penetrazione DAB+ di poco sopra al 50%. Ma non tutti concordano.

La comunicazione del DATEC

Il Dipartimento federale dell’ambiente, dei trasporti, dell’energia e delle comunicazioni (DATEC) della Confederazione elvetica (l’equivalente del dipartimento Comunicazioni del Ministero delle imprese e del made in Italy) ha inviato una nota al sindacato delle radio private svizzere, informando che chiederà al governo “un’ultima proroga” delle attuali concessioni FM sino alla fine del 2026.

2024 troppo presto

Allo stato, la dismissione della modulazione di frequenza dovrebbe avere luogo entro il 2024.
Se il Consiglio federale approvasse la richiesta (ed è probabile che lo faccia, anche se vi sono spinte contrarie), si tratterà però dell’ultimo spostamento temporale in avanti.

Non tutta la Svizzera è pronta

E’ evidente che le singole emittenti si trovano ad affrontare problemi locali o regionali che talvolta richiedono soluzioni individuali”, spiega l‘Ufficio federale delle comunicazioni (UFCOM) in relazione al tema.

La terza via

“All’interno dell’industria radiofonica si sta quindi discutendo da tempo sulla possibilità di continuare ad operare temporaneamente in FM anche dopo il 2024“, continua l’UFCOM. L’affermazione sembra quindi aprire ad una terza via (tra proseguimento sic et simpliciter delle emissioni FM e switch-off).

Sperequazione

Parliamo della possibilità di accordare la proroga solo in alcuni territori critici, come il Canton Ticino, dove la presenza di emissioni italiane in FM creerebbe squilibri concorrenziali in caso di spegnimento delle emissioni analogiche (in Italia non è previsto lo switch-off FM/DAB+).

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La (terza) battaglia di Schawinski

Roger Schawinski (fondatore di Radio 24 di Zurigo), attuale direttore di Radio 1, da tempo sostenitore della necessità di una proroga dello spegnimento dell’analogico, ha dichiarato alla stampa elvetica: ” La FM è ancora la tecnologia radio più diffusa al mondo e quasi la metà delle auto non è ancora equipaggiata per il DAB+“.

Problema sentito solo dagli operatori

Ma si tratta di un problema percepito solo dagli editori radiofonici.

La petizione finita nell’indifferenza

Schawinski, infatti, a seguito di una petizione condotta nel 2021, aveva raccolto solo 60.615 firme contro lo spegnimento dei trasmettitori FM svizzeri.

Non siamo più nel 1980

Maluccio, se consideriamo che sempre lui, nel 1980, quando la popolazione svizzera ammontava a 6,3 milioni (oggi sono 8,5), ne aveva raccolte 212.000 per difendere il diritto d’antenna della sua Radio 24 (che irradiava extraterritorialmente dall’Italia) contro il monopolio pubblico delle trasmissioni radiofoniche.

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Tempi moderni

I tempi sono cambiati: la sensibilità verso la radio non è la stessa, ed il pluralismo anche. In cima ai pensieri degli svizzeri non c’è, come nel 1980, la ricezione radiofonica. Anche se per Roger Schawinski lo spegnimento della FM violerebbe, ora come oltre 40 anni fa, il diritto dell’utente alla ricezione dei contenuti sempre e comunque.

La posizione della RSI

Su posizioni a metà strada tra quelle di Schawinski ed i totally digital svizzeri si pone Sergio Savoia, direttore presso la RSI delle reti Uno e Tre. “E’ chiaro che se la RSI abbandonasse la FM prima delle private, queste ultime godrebbero di un vantaggio competitivo”, aveva spiegato a NL qualche mese fa.

Passaggio graduale

“Stiamo quindi pensando ad un passaggio graduale, bilanciato tra il comparto pubblico e privato. Alla fine tutti i trasmettitori FM saranno spenti ma il processo sarà un phase-out graduale.

Il parco automobili obsoleto

E poi non possiamo non considerare la condizione dell’utenza: il parco automobili svizzero ha ancora una quota importante di obsolescenza, per cui non tutte le vetture, neanche quelle relativamente recenti, sono dotate di DAB.

Italiani favoriti da un eventuale switch-off anzitempo

Questo significa che nel momento in cui la RSI cessasse di trasmettere in FM, favorirebbe l’ascolto delle stazioni straniere (italiane in particolare, ndr). E questo è un problema che ci preoccupa molto. Preoccupa noi svizzeri italiani, ma anche i colleghi svizzeri francesi, che hanno una situazione uguale e forse pure peggiore. E preoccupa anche gli svizzeri tedeschi, che però naturalmente hanno il mercato interno più grande”, aveva concluso Savoia.

Anche gli svizzeri danno i numeri

Ricordiamo che inizialmente era stato addirittura previsto lo spegnimento della FM per il 2022, quando, ad agosto, la SSR (SSR idée suisse, è l’azienda che gestisce il servizio pubblico radiofonico e televisivo svizzero) avrebbe dovuto disattivare i suoi trasmettitori analogici, seguita dalle stazioni private entro il gennaio 2023.

1^ proroga

Una proroga aveva però portato il termine al 2024.

Mancata condivisione

Dicevamo però che non tutti sono convinti della necessità di una proroga.

Mirrorlink delle mie brame

I sostenitori dell’avvicendamento tecnologico oppongono che la quasi totalità delle vetture può effettuare il mirrorlink con lo smartphone, posseduto da oltre l’80% della popolazione. Oltre l’80% degli svizzeri di età compresa tra i 15 e i 74 anni ha infatti uno smartphone.

Differenti prospettive

Una percentuale che corrisponde a circa 5 milioni di persone. Secondo questa tesi, quindi, semmai si potrebbe parlare di scarsa facilità d’utilizzo, piuttosto che di impossibilità di ricezione.

Le doglianze di Roger

Tuttavia, non è solo la limitata presenza di device digitali in grado di garantire la ricezione l’unico motivo di doglianza di Roger Schawinski.

Ex corsaro

L’ex corsaro delle onde elettromagnetiche ritiene infatti che la Confederazione elvetica sarebbe l’unico paese europeo a porre in essere un passaggio così drastico, considerato che, per esempio, la Gran Bretagna ha fissato la scadenza al 2032, mentre Germania ed Italia non hanno nemmeno stabilito una data.

I dati

Intanto, i sostenitori del passaggio oppongono una ricerca, realizzata nel 2020 dall’Istituto d’indagine GfK Switzerland, secondo cui l’ascolto radiofonico digitale in Svizzera è cresciuto del 22% negli ultimi cinque anni. Su 100 minuti ascoltati, 71 avvengono via DAB+ o IP. Per converso, l’ascolto via FM sarebbe sceso al 25% e solo il 10% degli elvetici utilizzerebbe unicamente tale sistema.

Come l’Italia

“Vogliamo diventare come l’Italia, il paese delle proroghe?”, commenta qualcuno di loro. (M.R. per NL)

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