RAI. Corte dei Conti: tra il 2002 e il 2007 costi del personale aumentati a un miliardo di euro

Relazione sul risultato del controllo eseguito sulla gestione finanziaria della RAI-Radiotelevisione italiana S.p.A., per gli esercizi dal 2002 al 2007


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Corte dei conti – Sezione controllo Enti – Pres. M.Alemanno , Rel. R.Antonietti – Determinazione 93/2008 del 3 dicembre 2008 – Relazione sul risultato del controllo eseguito sulla gestione finanziaria della RAI-Radiotelevisione italiana S.p.A., per gli esercizi dal 2002 al 2007

Risultati economici degli esercizi considerati
L’utile più elevato degli esercizi in riferimento è quello del 2004 (pari a 112,9 milioni di euro), conseguito grazie ad una componente straordinaria di reddito dell’importo di euro 63,3 milioni, derivante dallo storno di appostazioni effettuate nei precedenti esercizi per la copertura di futuri oneri tributari in applicazione delle recenti innovazioni legislative in materia di bilancio d’esercizio. Senza la componente straordinaria, l’utile prima delle imposte sarebbe sceso all’importo di euro 58,5 milioni; importo inferiore a quello dell’esercizio precedente. Al favorevole risultato netto economico dello stesso esercizio ha concorso anche il modesto peso delle imposte, il cui importo risulta il più basso di tutti i precedenti ed i successivi esercizi presi in considerazione dal presente referto. L’utile netto ha pertanto risentito dell’effetto di due fatti straordinari, difficilmente ripetibili nel tempo. Al contrario, va rilevato che il conto economico di tale esercizio, come accade per quelli degli anni pari, è stato gravato dell’onere di circa 130 milioni di euro connesso ai grandi eventi sportivi (Olimpiadi estive ed Europei di calcio).L’esercizio 2006 ha chiuso con una perdita di euro 78,6 milioni. Alla formazione di tale risultato negativo hanno concorso, come oneri straordinari, la sanzione, pari ad euro 15,8 milioni, irrogata dall’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni connessa alla illegittima nomina del Direttore generale pro-tempore, ed il costo di euro 10,5 milioni per l’attuazione del programma degli esodi agevolati.
Tuttavia, gran parte della perdita di tale esercizio deriva dalla notevole differenza negativa tra Valore e costi della produzione, ammontante ad euro 74,17 milioni.
A tale risultato ha concorso il notevole incremento dei costi dei servizi esterni connessi agli eventi sportivi internazionali (Olimpiadi invernali di Torino e Campionati di calcio in Germania), per un onere complessivo di 124 milioni di euro.
Il conto economico dell’esercizio 2007 espone una perdita pari a 4,8 milioni di euro; perdita di entità contenuta grazie all’assenza di grandi eventi sportivi ed agli interventi di contenimento dei costi interni ed esterni, cui si contrappone il più elevato carico fiscale rispetto a quello dei precedenti esercizi.
In definitiva, i risultati della gestione economico-patrimoniale della società RAI, sia prima che dopo la fusione con la Holding Spa, denotano una scarsa propensione dell’Azienda alla realizzazione di margini di reddito che siano sufficienti per la costituzione di un valore patrimoniale adeguato alle crescenti esigenze dell’impresa.
Analoga situazione si riscontra per il Gruppo. Infatti, come emerge dal bilancio consolidato, l’andamento dei risultati economici delle società controllate non si discosta da quello dei risultati della Capogruppo.

Il costo complessivo dei servizi esterni, nel periodo che va dal 2002 al 2007, è aumentato in termini effettivi di euro 138.364 migliaia, essendo passato dall’importo di euro 681.847 migliaia a quello di euro 820.211 migliaia, corrispondente al 20,29%. L’aumento annuo medio è pari al 4,05%. L’aumento massimo, rispetto all’esercizio 2002, si è verificato nell’esercizio 2006, avendo raggiunto l’importo di euro 827.288 migliaia, pari ad un incremento del 21,33% rispetto al 2002. Il valore più elevato dell’incremento del costo rispetto all’esercizio precedente si è verificato nell’esercizio 2004, ammontante al 9,81%.
Le variazioni più significative si registrano nel costo per l’acquisizione e la produzione di programmi, il cui importo è salito da euro 100.759 migliaia del 2002 a quello di euro 191.160 migliaia del 2007, pari all’89,72% di incremento; nel costo per le prestazioni di lavoro autonomo, passato dall’importo di euro 114.058 migliaia del 2002 a quello di euro 143.432 migliaia nel 2007, pari al 25,75% di incremento. Altre importanti componenti dei costi dei servizi esterni, quale i servizi generali e quello di diffusione e trasporto del segnale da contratto di servizio, hanno subito invece un significativo decremento; la prima voce è passata dall’importo di eruo 93.731 migliaia del 2002 a quello di euro 81.282 migliaia del 2007; l’altra componente è passata, nello stesso periodo di tempo, dall’importo di euro 164.437 migliaia a quello di euro 149.482 migliaia.
L’andamento del costo complessivo per il godimento di beni di terzi, fatta eccezione per l’esercizio 2006, ha registrato un decremento nell’arco del periodo considerato dal presente referto, essendo passato dall’importo di euro 765.906 migliaia del 2002 a quello 731.493 migliaia del 2007. Nel 2006 l’importo complessivo di tali costi è ammontato ad euro 830.689 migliaia. La componente che ha registrato nel 2006 il maggiore aumento rispetto al 2002 è quella relativa ai diritti di ripresa, il cui costo è passato dall’importo di euro 289.550 migliaia a quello di euro 313.850 migliaia, pari ad un incremento del 8,39%.
In merito alle cause del sensibile aumento registrato nel 2006 del costo dei servizi esterni e di quello per il godimento di beni di terzi, l’Azienda ha fatto presente che negli anni pari ricorrono manifestazioni sportive di portata mondiale, per la cui ripresa la RAI, in quanto concessionaria del servizio pubblico, è tenuta ad approntare nuovi e più ampi servizi rispetto a quelli normalmente acquisiti negli anni dispari. Nel corso del 2006 hanno avuto luogo le Olimpiadi invernali di Torino ed i Campionati di calcio in Germania. La RAI è tenuta a dedicare ampio spazio al commento ed alla cronaca dei principali eventi sportivi.

Personale
La consistenza media complessiva del personale del Gruppo RAI, compreso il personale a tempo determinato, durante il periodo considerato dal presente referto, è aumentata di 122 unità, essendo passata da 13.091 unità del 2002 a 13.213 unità del 2007. Nello stesso periodo, secondo quanto rappresentato dalla RAI, il perimetro delle attività del Gruppo si è notevolmente ampliato.
La consistenza media del personale della società RAI, compreso quello a tempo determinato, è passata da 11.489 unità dell’anno 2002 a 11.676 unità dell’anno 2007 (+187), nonostante l’erogazione di consistenti benefici economici per incentivare l’esodo volontario. In particolare, nel biennio 2006/2007 sono uscite per esodo volontario 539 unità di personale a tempo indeterminato. Il relativo costo, parte del quale è stato imputato all’esercizio 2005, è ammontato a 55.786 migliaia di euro. Nello stesso periodo ne sono state assunte 600 con lo stesso tipo di contratto.
Gran parte delle assunzioni di personale a tempo indeterminato presso la società RAI provengono da reintegri disposti dal giudice.
Il costo del personale del Gruppo RAI è passato dall’importo di euro 839,3 milioni del 2001 a quello di euro 1.004,4 milioni del 2007. Anche il costo del personale della società RAI è sensibilmente aumentato, essendo passato dall’importo di euro 746.810 migliaia del 2002 a quello di euro 896.079 migliaia del 2007 (+149.269 migliaia). Nell’ultimo triennio è passato da euro 868.281 migliaia del 2005 a quello di euro 896.079 migliaia del 2007 (+27.798 migliaia di euro).
Per la società RAI, il costo del fattore lavoro rappresenta circa il 38% dei costi della produzione.
Per tale ragione, va segnalata l’esigenza di assumere tutte le iniziative che si riterranno più idonee per mantenere sotto stretto controllo l’andamento del costo di tale fattore, attesa la difficoltà di incrementare, nel prossimo futuro, i ricavi provenienti dalle attuali fonti di entrata.
Una componente non trascurabile del costo del lavoro è quella relativa al contenzioso, il cui onere viene imputato al fondo rischi iscritto nel passivo dello stato patrimoniale ed alimentato annualmente mediante appositi accantonamenti imputati al conto economico. Tale criterio di imputazione, ancorché conforme ai principi contabili, rende assai difficile stabilire il collegamento di tale onere con i restanti costi del personale iscritti tra quelli della produzione risultanti dal conto economico dell’esercizio di competenza.
Inoltre, nella Relazione sulla gestione non vengono indicate né le categorie di appartenenza dei dipendenti o dei collaboratori (giornalisti) che hanno ottenuto un giudizio a loro favorevole, né l’oggetto del contendere più ricorrente, né gli importi più elevati corrisposti a titolo risarcitorio, oltre, o in alternativa, al reintegro in servizio. Notizie queste che, se fornite nella Relazione degli amministratori o nella Nota Integrativa, potrebbero consentire di individuare, nel rispetto della disciplina sulla tutela della privacy, che riguarda singoli lavoratori, più dettagliatamente le generali qualifiche professionali per le quali sia stato giudicato illegittimo il ricorso al contratto a tempo determinato o ad altra forma di assunzione, anche al fine di individuare i possibili interventi correttivi.
Pur nel rispetto dell’autonomia privata della società RAI in materia di personale, va ricordato che opportune scelte gestionali e di assetto strutturale possono senz’altro contribuire alla riduzione dei costi derivanti dalla soccombenza in giudizio, soprattutto laddove tipologie contenziose tendano a ripetersi e a ripresentarsi in termini analoghi nel tempo.
In ogni caso, appare evidente che limitarne l’ammontare, contribuirebbe a migliorare il risultato del conto economico.
Sarebbe altresì opportuno, in ossequio al principio della trasparenza di cui all’articolo 18, comma 1, della legge n.112/2004, trasfuso nell’articolo 47, comma 1, del suddetto decreto legislativo n.177/2005, che la contabilità separata evidenzi chiaramente l’origine, l’ammontare e l’utilizzo anche dei fondi rischi, considerato l’interesse della collettività a conoscere le conseguenze economiche gravanti sulla società RAI per la chiusura di vicende che spesso, a causa della loro singolarità, della loro anomalia o della notorietà soggettiva dei protagonisti, sono rese di pubblico dominio dalla stampa.

Servizio pubblico radiotelevisivo e contenuto del contratto di servizio

Ai sensi dell’articolo 2, comma 1, lettera h) della legge n. 112 del 2004, è servizio pubblico generale radiotelevisivo “il pubblico servizio esercitato su concessione nel settore radiotelevisivo mediante la complessiva programmazione, anche non informativa, della società concessionaria, secondo le modalità e nei limiti indicati dalla presente legge e dalle altre norme di riferimento”.
A tal fine, l’articolo 18, comma 3, della citata legge dispone che la misura del canone di abbonamento deve essere tale da consentire alla concessionaria di coprire i costi (anno per anno) che prevedibilmente verranno sostenuti “per adempiere gli specifici obblighi di servizio pubblico generale radiotelevisivo”. I rapporti tra la concessionaria e lo Stato sono disciplinati da un contratto di servizio triennale.
Per la Corte,dal vigente contratto di servizio non è possibile dedurre né l’entità del costo complessivo dei servizi, che la società concessionaria si è impegnata a svolgere nell’arco del triennio di riferimento, né l’entità dell’integrazione dell’entrata proveniente dal canone di abbonamento ritenuta necessaria per garantire la completa copertura dei costi derivanti dal contratto stesso. In assenza di tali fondamentali elementi, il contratto di servizio assume la valenza di un normale programma di attività concordato con il Ministero vigilante.
Ad avviso di questa Corte, il contratto di servizio, oltre ad esporre gli impegni assunti dalla società concessionaria, dovrebbe assicurare, in linea generale, la corrispondenza tra gli oneri per i servizi e le risorse disponibili, ivi comprese quelle da reperire con aumenti della misura del canone unitario di abbonamento.

Contabilità separata come strumento per la trasparenza nell’utilizzo del finanziamento pubblico
Ai sensi dell’articolo 47, comma 1, del decreto legislativo n. 177/2005, in cui è riprodotto il comma 1 della legge n. 112/2004, la contabilità separata ha anche lo scopo di assicurare la trasparenza e la responsabilità nell’utilizzo del finanziamento pubblico. A tal fine, la società concessionaria è tenuta a predisporre il bilancio d’esercizio indicando in una contabilità separata i ricavi derivanti dal gettito del canone e gli oneri sostenuti nell’anno solare precedente per la fornitura del suddetto servizio.
L’ultima parte della norma precisa che il bilancio d’esercizio entro trenta giorni dalla data di approvazione, è trasmesso all’Autorità e al Ministero vigilante.
Ai fini della determinazione della misura del canone di abbonamento, il comma 3 dell’articolo 47 del citato decreto legislativo, stabilisce, tra l’altro, che il Ministro delle comunicazioni (ora dello sviluppo economico), entro il mese di novembre, con proprio decreto, stabilisce l’ammontare del canone avendo riguardo tra l’altro ai costi del servizio pubblico come desumibili dall’ultimo bilancio trasmesso. Non par dubbio che, a tal fine, il bilancio trasmesso deve contenere la contabilità separata dalla quale emergono i dati relativi al costo del servizio pubblico.
I bilanci degli esercizi 2004, 2005, 2006 e 2007 non contengono la contabilità separata degli esercizi stessi, stante la diversa tempistica stabilita in materia dall’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni con la delibera n. 102/05/CONS del 10 febbraio 2005. In base all’articolo 3, commi 3 e 4, di tale delibera la contabilità separata va compilata da parte della RAI entro 60 giorni dall’approvazione del bilancio d’esercizio e la società di revisione deve completare i suoi lavori entro i successivi 60 giorni. La citata delibera nulla dispone in ordine alle modalità da seguire per rendere pubblico il documento contenente i dati della contabilità separata, ossia i costi del servizio pubblico.
Ad avviso di questa Corte, se la contabilità separata venisse inclusa nel bilancio d’esercizio, come sembra disporre la legge, si otterrebbe un’informazione assai più completa sull’andamento della gestione del servizio pubblico e su quella complessiva della società concessionaria, dando la possibilità a chi ne ha interesse di confrontare i dati della contabilità stessa con quelli del bilancio dell’esercizio di riferimento.
La RAI, in merito alle modalità di elaborazione della contabilità separata si è attenuta alle istruzioni impartite dall’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni (AGCOM) con la citata deliberazione.
Giova far presente, tuttavia, che, in linea generale, il sistema contabile applicato per la rilevazione dei fatti gestionali non soddisfa di per sé l’esigenza della trasparenza della gestione, ma ne costituisce il necessario presupposto. La trasparenza circa il reperimento e l’impiego delle risorse finanziarie si ottiene normalmente mediante la pubblicità dei conti, che, nel caso di specie, dovrebbe avvenire mediante l’inserimento della contabilità separata nel bilancio d’esercizio

Canone di abbonamento

L’entrata derivante dai canoni di abbonamento è la fonte più importante delle risorse finanziarie della RAI, superando mediamente di oltre 13 punti percentuali l’entrata proveniente dalla raccolta pubblicitaria. Le restanti fonti concorrono alla formazione del valore complessivo delle entrate per circa 6 punti percentuali. L’entrata complessiva di queste fonti costituisce oltre il 95% del valore della produzione.
Avendo riguardo all’esercizio 2007, alla formazione del valore della produzione, l’entrata del canone vi concorre per il 54,23%, l’entrata da pubblicità per il 39,35% e le altre entrate nella misura del 6,39%. Queste ultime sono rapppresentate dalla rivendita di diritti acquisiti e dalle convenzioni con la pubblica amministrazione.
Da ciò discende l’estrema importanza per la gestione della società concessionaria del’entrata derivante dal canone, soprattutto nella prospettiva di sensibili riduzioni dell’entrata da pubblicità.
In materia di abbonamento alla televisione, sussiste il grave fenomeno dell’evasione dall’abbonamento stesso, che si aggira intorno al 25% del totale dei presunti obbligati, e quello della morosità del pagamento di chi è già abbonato, che si aggira intorno al 4% degli abbonati stessi. L’Azienda valuta in circa 450 milioni di euro l’anno il mancato introito causato dai due menzionati fenomeni.

Il Magistrato responsabile dell’Ufficio Stampa
(Consigliere Cinthia Pinotti)

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