Diritti tv, motivazioni appello “Berlusconi ideatore della frode”

"L’imputato è stato ritenuto ideatore, organizzatore del sistema e fruitore dei vantaggi relativi". E’ uno dei passaggi delle motivazioni della Corte d’appello di Milano che hanno ricalcolato l’interdizione di Silvio Berlusconi imputato nel processo sui cosiddetti diritti tv.

"Il ruolo pubblicamente assunto dall’imputato, non più e non solo come uno dei principali imprenditori incidenti sull’economia italiana, ma anche e soprattutto come uomo politico, aggrava la valutazione della sua condotta". "L’oggettiva gravità del fatto deriva – si legge nelle motivazioni del collegio che ha ricalcolati in due anni l’interdizione dai pubblici uffici nell’ambito del processo sui diritti tv – dalla complessità del sistema creato anche per poter più facilmente occultare l’evasione, sistema operante in territorio mondiale, attraverso numerosi soggetti, società fittizie di proprietà di Berlusconi o di fatto facenti capo a Fininvest". E attraverso "un meccanismo di contrattazione secretata (creazione di contratti ”master” e subcontratti); dalla durata del protrarsi dell’illecito sistema, ideato a partire dalla metà degli anni ’80, trasformato dal 1995 con la creazione tra l’altro della International Media Service, società maltese di fatto gestita dalla vecchia struttura di Finvest Service di Lugano, e sfruttato ancora ai fini della presentazione delle dichiarazioni dei redditi qui esaminate; dalla gravità del danno provocato all’Erario e quindi allo Stato, danno che solo per i due anni sopravvissuti alla prescrizione ammonta a 7 milioni e 300.000 euro". In particolare la sentenza, "ha definitivamente accertato che Berlusconi è stato l’ideatore ed organizzatore negli anni ’80 della galassia di società estere, alcune delle quali occulte, collettrici di fondi neri e – per quanto qui interessa – apparenti intermediarie nell’acquisto dei diritti televisivi; lo stesso Berlusconi ha continuato ad avvantaggiarsi del medesimo meccanismo anche dopo la quotazione in borsa di Mediaset nel 1994, pur essendo state parzialmente modificate le società intermediarie, in particolare con la già citata costituzione di IMS, avvalendosi sempre della collaborazione dei medesimi soggetti a lui molto vicini: Lorenzano e Bernasconi, quest’ultimo finché in vita; tant’è vero che in quel periodo Berlusconi aveva continuato a partecipare alle riunioni ‘per decidere le strategie del gruppo’". (Adnkronos)

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