DTT. Sperimentazione HbbTV di Retecapri. In G.U. D.M. su nuova roadmap e su rottamazioni anticipate. Ma solo ad alcuni converra’ e comunque non potra’ essere per tutti. Il punto sugli indennizzi

hbbtv

Sul DTT senza numerazione automatica (quindi ogni tv/decoder sceglie la prima posizione libera per la collocazione, come nell’immagine che riportiamo), sono in onda i test di trasmissione del canale HbbTV marchiato Try T2 Capri del network provider nazionale Retecapri (mux Alpha).
Il test è costituito da un loop di immagini/grafiche con tecnologia Hybrid Broadcast Broadband TV (HbbTV), uno standard industriale (ETSI TS 102 796) ed al contempo un’iniziativa promozionale per la televisione digitale ibrida con lo scopo di armonizzare la trasmissione tradizionale, l’IPTV e i contenuti di intrattenimento a banda larga con le TV collegate a internet, di cui su queste pagine abbiamo parlato più volte negli ultimi due anni.

Ricordiamo che il consorzio HbbTV raggruppa società del settore industriale di internet e della trasmissione digitale e ha l’intenzione di stabilire uno standard attraverso una singola interfaccia utente, creando una piattaforma aperta come alternativa alle diverse tecnologie proprietarie.
Lo standard HbbTV può operare su cavo, satellite e reti terrestri (DTT, sia T1 che T2) e l’acronimo è anche il nome dell’associazione di due progetti nati nel febbraio 2009, con il francese H4TV project e il tedesco HTML profil.
Con l’aggiornamento del primo trimestre del 2018 è stata introdotta una maggiore integrazione con i dispositivi iOS e Android per quanto riguarda il controllo remoto, lo scambio dei dati e la trasmissione di contenuti multimediali da un dispositivo mobile al televisore, o viceversa.

Ovviamente per usufruire dei contenuti è necessario un televisore o un decoder esterno compatibile con lo standard.
Intanto sulla Gazzetta ufficiale n.176 del 29/07/2019 è stato pubblicato il decreto del Ministero dello Sviluppo Economico del 19/06/2019 recante il “Calendario con aree geografiche per il rilascio della banda 700 MHz”.
Ad aver attirato l’attenzione degli operatori sul provvedimento è in particolare l’atteso art. 4, comma 9, che prevede che “gli operatori di rete titolari di diritto d’uso in ambito locale hanno facoltà di effettuare il rilascio della frequenza oggetto del relativo diritto d’uso in anticipo rispetto alle scadenze di cui alla tabella 4, in coincidenza con la fase temporale disposta nella tabella 3 per l’Area ristretta A, conformemente alle modalità operative e alle tempistiche specifiche fornite dal Ministero”.

Il successivo comma 10 statuisce poi che “A seguito del rilascio delle rispettive frequenze di ambito locale, ai titolari dei relativi diritti d’uso sara’ erogato l’indennizzo corrispondente, secondo le modalità previste dal decreto ministeriale adottato ai sensi dell’art. 1, comma 1039, lettera b) e comma 1040 della legge 27 dicembre 2017, n. 205, come modificata dalla legge 31 dicembre 2018, n. 145“.
Il Ministero, infatti, si legge nel corpo del provvedimento, ha ritenuto “che a fronte della conclusione delle procedure selettive sia per operatori di rete che fornitori di servizi media audiovisivi in ambito locale (ai sensi dell’art. 1, comma 1033 e 1034, della legge 27 dicembre 2017, n. 205, come modificata dalla legge 30 dicembre 2018, n. 145) vi possa essere un interesse ad un rilascio volontario anticipato delle frequenze da parte degli operatori di rete dei suddetti diritti d’uso”.

Detto interesse e’ stato espresso chiaramente nel corso della consultazione pubblica da più soggetti. La conseguente riduzione del numero di frequenze attive sul territorio nazionale può, inoltre, ridurre casi interferenziali nel corso del periodo transitorio sia in ambito nazionale che estero, a beneficio dell’utenza”.


La liquidazione anticipata degli indennizzi sarà comunque successiva alla conclusione dei bandi per i diritti d’uso T2 areali (per i quali gli ultimi rumors parlano di un ulteriore slittamento a fine settembre, rispetto all’ipotizzato inizio mese) e per la determinazione delle graduatorie dei fornitori di servizi di media audiovisivi che su di essi saranno trasportati e sarà regolata con apposito decreto ex art. 1, cc 1039, lett. b) e 1040 L. 205/2017 novellata dalla L. 145/2018. Con tale ulteriore provvedimento il Ministero dello Sviluppo Economico individuerà le modalità di richiesta degli indennizzi e di presentazione delle domande.
L’anticipazione della rottamazione converrà quindi solo per coloro cui la gestione del mux comporta un rapporto costi/ricavi negativo.

Come abbiamo più volte avvertito, in questa fase è bene non prendere decisioni avventate, tanto più che non si conosce ancora l’ammontare dell’indennizzo per testa illuminata e le modalità di calcolo. Si parla da tempo di 0,37 euro per abitante concretamente raggiunto, ma non vi è alcuna conferma ministeriale. Inoltre non si conoscono ancora le modalità di determinazione delle teste che, comunque non saranno certamente di manica larga, anche perché è probabile che venga indennizzata solo la quota del diritto d’uso effettivamente sfruttata“, sottolinea l’avvocato Stefano Cionini di Consultmedia, struttura di competenze a più livelli collegata questo periodico, che segue con attenzione il processo di refarming della banda 700 MHz attraverso un service tecnico-giuridico per la propria clientela (250 imprese tra radio e tv).
“E’ quindi estremamente importante valutare la singola posizione, con un esame specifico che tenga conto dei costi e dei benefici, anche in considerazione che il Ministero dello Sviluppo Economico non potrà non considerare la posizione degli FSMA trasportati, nella misura in cui un’incondizionata adesione di massa degli operatori alla liberazione anticipata dei canali T1 potrebbe determinare una carenza di capacità trasmissiva (per immediata congestione dei multiplexer residui) fino all’introduzione dei mux T2, con danni incalcolabili”, conclude Cionini. (E.G. per NL)

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