Quando il giornalismo inizia a linkare

Le finestre online dei media tradizionali si aprono alla rete: iniziano a valorizzare i propri contenuti arricchendoli di collegamenti a siti esterni. Perché le notizie sono di valore anche se non sono uno scoop


Punto Informatico

Roma – Iniziano a rinunciare all’autoreferenzialità, iniziano a schiudersi al resto della rete, iniziano a linkare: i media tradizionali statunitensi che si sono avventurati online stanno iniziando ad introiettare le dinamiche di rete.

A rilevare la tendenza in corso è il New York Times, punto di riferimento globale del giornalismo e protagonista della lenta transizione ai link che puntano verso altre fonti. La pratica del link esterno è stata per anni un tabù, ma ora c’è chi si sta ravvedendo: i media tradizionali, che per anni hanno riversato online i propri contenuti presi in prestito al cartaceo o allo schermo televisivo, stanno iniziando ad apprendere la grammatica della rete e a valorizzare le occasioni di arricchire i propri contributi corredandoli con il riferimento a contributi altrui.

Non si limitano ad attingere ai propri archivi ma timidamente colorano i propri articoli con riferimenti che invitano il lettore ad approfondire presso altre fonti, non si lasciano spaventare dal fatto che un link possa proiettare il netizen verso la concorrenza. Il Washington Post ha istituito Political Browser, un sito dedicato alle elezioni politiche che è una raggiera di collegamenti verso fonti che si occupano degli argomenti all’ordine del giorno: con l’obiettivo di alimentare il dibattito e di lasciare spazio alle voci che si affollano in rete, il Post offre ai propri lettori una copertura più vasta e sfaccettata della campagna elettorale.

NBC sta per lanciare le versioni online delle sue emittenti locali: saranno arricchite dalla voce di radio della zona, saranno infarcite di segnalazioni di video, articoli e contenuti prodotti dai cittadini delle località coperte dalle emittenti. “Per essere rilevanti dobbiamo essere più di un insieme di stazioni televisive – spiega Brian Buchwald, rappresentante NBC – se possiamo fornire contenuti di valore è una cosa meravigliosa. Se questi contenuti provengono da qualcun altro, ben venga”.

Il New York Times promette di non essere da meno: ampliando il raggio d’azione dell’aggregatore BlogRunner, in una nuova versione della home page denominata Times Extra farà comparire link che proiettano il lettore verso siti esterni, ibridando così i contenuti di taglio tradizionale con quelli che emergono dal basso, dai cittadini della rete.

I media che si sono riversati in rete iniziano dunque a ritagliarsi un ruolo diverso da quello che svolgono attraverso i canali tradizionali: riversano la propria autorevolezza non solo dispensando i propri contenuti ma anche agendo da gatekeeper, filtrando le notizie a favore dei netizen. Hanno smesso di temere che il lettore si diriga verso altri siti, verso altri contenitori di notizie e di pubblicità, hanno iniziato ad ammettere che le buone storie sono anche le storie scovate da altre fonti. Iniziano ad abbracciare l’etica del link, ad assorbire le dinamiche cooperative della rete, a comprendere che il linking è altresì un modello di business fondato sulle relazioni, un sistema produttivo decentrato e spesso efficiente.

Gaia Bottà

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