Radio. Aeranti-Corallo: contrari ad aumento limite diffusione radio locali. Piano frequenze FM solo con ricevitori DAB+ al 75% per switch-over

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Aeranti-Corallo: Piano Nazionale di Assegnazione delle frequenze radiofoniche in tecnica analogica (FM) solo dopo il pieno sviluppo del mercato radiofonico digitale DAB+. Cioè in presenza di ricevitori radiofonici digitali da parte di almeno il 75% della popolazione. Inoltre, pianificazione ex novo FM dovrà, comunque, consentire la prosecuzione dell’attività da parte delle imprese radiofoniche. In altri termini, nessuno switch-off FM-DAB, ma, al limite, uno switch-over progressivo.
Relativamente allo sviluppo del limite di copertura delle radio locali preoccupa l’associazione “che gruppi radiofonici nazionali privati possano assumere posizioni dominanti nel settore della radiofonia locale e del relativo mercato pubblicitario”.

Il vespaio

NL, dopo aver ospitato la posizione di RTL 102.5 e delle superstation Radio Norba e Number One, ha chiesto all’associazione Aeranti-Corallo, rappresentativa della posizione di emittenti locali eterogenee quanto a dimensione, un commento sulla questione che da qualche giorno sta infuocando il settore dopo il nostro scoop sull’esistenza di un dossier di riforma del Testo unico dei servizi di media audiovisivi e radiofonici (TUSMAR), in attuazione della direttiva (UE) 2018/1808. Di cui nessuno aveva parlato.

La posizione di Aeranti-Corallo

“Aeranti-Corallo ritiene estremamente importante che il quadro normativo di riferimento (art. 24 commi 1 e 2 del Tusmar) garantisca il mantenimento dello spazio e del ruolo dell’emittenza radiofonica locale e il mantenimento del relativo mercato della raccolta pubblicitaria”, spiega la nota inviata a NL.

La modifica dell’ambito diffusivo

In questi giorni, è stata formulata una proposta di modifica dell’art. 24, comma 2 del Tusmar finalizzata ad estendere da 15 milioni a 30 milioni il limite di copertura territoriale delle radio locali. Tale proposta viene sostenuta, tra l’altro, da alcuni gruppi nazionali titolari anche di emittenti locali.

Accettabile solo a certe condizioni

Riteniamo che tale proposta non possa essere condivisa laddove non sia inserita in un riassetto complessivo del settore che preveda una rigida normativa antitrust che garantisca il mantenimento del pluralismo e della concorrenza”.

Posizioni dominanti

In pratica, per evitare “che gruppi radiofonici nazionali privati possano assumere posizioni dominanti nel settore della radiofonia locale e del relativo mercato pubblicitario (aspetto importantissimo anche in relazione all’imminenza dell’approvazione del nuovo Piano di assegnazione delle frequenze per le trasmissioni radiofoniche digitali Dab+)”.

La proposta antitrust di Aeranti-Corallo

Tale normativa antitrust, secondo l’associazione, dovrebbe riguardare, tra l’altro:
1) il divieto per uno stesso soggetto o soggetti controllati, collegati o controllanti, di essere titolari e/o di esercire più di tre emittenti radiofoniche nazionali private;
2) il divieto per uno stesso soggetto o soggetti controllati, collegati o controllanti, di essere titolari e/o di esercire contemporaneamente emittenti radiofoniche nazionali e emittenti radiofoniche locali, con riferimento al complesso del contesto analogico e digitale.

Sanzioni

Il rispetto di tali norme antitrust dovrebbe, inoltre, essere garantito “da importanti sanzioni amministrative da applicarsi in ipotesi di violazione dei suddetti divieti”.

La questione dei marchi

Aeranti-Corallo ritiene, inoltre, indispensabile che non venga apportata alcuna modifica all’art. 2, comma 2 bis del decreto legge n. 15/1999, convertito con modificazioni dalla legge 1999, n. 78/1999 (una proposta di emendamento al riguardo era stata presentata nell’ambito della discussione alla Camera del disegno di legge di conversione del decreto legge n. 73/2021 – decreto legge “Sostegni bis”. Tale proposta dopo essere stata contestata sia da Aeranti-Corallo che da Confindustria, era stata successivamente ritirata dai presentatori.

Distorsione sulle rilevazioni d’ascolto

“Il sopracitato art. 2, comma 2 bis del decreto legge 30 gennaio 1999, n. 15, convertito con modificazioni dalla legge 29 marzo 1999, n. 78 (che vieta l’uso, in ambito locale, di marchi radiofonici nazionali) è una norma molto importante posta a tutela del mercato radiofonico pubblicitario locale.
L’uso dei marchi radiofonici nazionali in ambito locale creerebbe, peraltro, anche distorsioni nella rilevazione dell’audience, generando il fenomeno della cosiddetta duplicazione degli ascolti a danno della credibilità dell’intero sistema radiofonico“.

Switch-off FM/DAB+

Infine, attenzione viene riservata ad un altro tema molto caldo, quello di un eventuale switch-off FM/DAB+ (promosso su queste pagine da Roberto Sergio, direttore di Radio RAI e fortemente contestato da altri player nazionali). L’associazione Aeranti-Corallo ritiene sul punto “molto importante rafforzare i principi contenuti nell’art. 42, comma 10 del Tusmar prevedendo che l’adozione, da parte dell’Agcom, del Piano Nazionale di Assegnazione delle frequenze radiofoniche in tecnica analogica, avvenga solo dopo il pieno sviluppo del mercato radiofonico digitale DAB+, con il possesso di ricevitori radiofonici digitali dab+ da parte di almeno il 75 per cento della popolazione. Inoltre il piano delle frequenze dovrà, comunque, consentire la prosecuzione dell’attività da parte delle imprese radiofoniche“. (E.G. per NL)

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