Radio. Audiradio: dati Q3 2025 (nazionali 24/06-13/10 e locali 08/04-13/10). Generale stabilizzazione indica che campione è più affidabile

Q 3 2025 Audiradio

Audiradio pubblica il Q3 2025: quadro stabile (rispetto al 1° semestre 2025), nuove dinamiche di mercato e primi effetti della rivoluzione metodologica.

Sintesi

La rilevazione Audiradio del terzo trimestre 2025 conferma la sostanziale stabilità dei volumi d’ascolto rispetto al primo semestre dell’anno, segno che il nuovo campione ampliato tende a ridurre le fluttuazioni storicamente osservate.
Pur proponendo un confronto indiziario con i dati del 1° semestre 2025, emergono variazioni contenute nelle principali emittenti nazionali, mentre resta impossibile qualsiasi parallelismo con il passato TER, data la profonda revisione metodologica dell’indagine.
Il Q3 2025 ribadisce inoltre l’anacronismo della distinzione nazionale/locale, pur valorizzando — grazie alla struttura a più stream — le radio locali più performanti.
L’evoluzione dei pesi specifici nel mercato, che starebbe irritando alcuni centri pubblicitari tradizionali, segna un punto di non ritorno: con un campione da 200.000 interviste CATI, ulteriori rivoluzioni delle gerarchie appaiono improbabili, consolidando la nuova fotografia dell’audience radiofonica italiana.

I dati Audiradio del Q3 2025

Audiradio ha pubblicato oggi i dati del terzo trimestre 2025 (Q3 2025), differenziato tra radio nazionali (24/06-13/10) e locali (con trimestre mobile 08/04-13/10) per le emittenti locali.

Scarse fluttuazioni

Come avevamo pervisto, si sono registrate scarse fluttuazioni rispetto al primo semestre 2025 (escludendo pochi casi, la tendenza è su una stabilizzazione del dato pubblico precedente, relativo al 1° semestre 2025), il che denota che il nuovo campione più ampio offre garanzia di maggiore affidabilità.

Confronto non ortodosso

In questa occasione, anche se non ortodosso dal punto di vista metodologico e statistico, tentiamo un confronto tra i dati del 1° semestre 2025 (media Q1 – Q2 2025) e del 3° trimestre (Q3 2025), relativo alle emittenti nazionali, per cercare di comprendere se possono rilevarsi dei trend.

Dati con le pinze

In conseguenza di tali premesse, tale confronto va considerato assolutamente indiziario.

La classifica del Q3 2025

Questa la classifica delle radio nazionali nel g/m relativamente al 3° trimestre 2025 (Q3 2025) dell’indagine Audiradio

  1. RTL 102.5 – 6.868.000 (erano 6.675.000 nel 1° semestre 2025, quindi segnando +193.000)
  2. Radio Italia – 6.273.000 (erano 6.609.000 g/m, quindi -336.000)
  3. RDS – 6.086.000 (erano 6.060.000 g/m, quindi + 26.000)
  4. Radio Deejay – 5.385.000 (erano 5.478.000 g/m, quindi -93.000)
  5. Radio 105 – 5.083.000 (erano 5.086.000 g/m, quindi -3.000)
  6. Radio Kiss Kiss – 4.237.000 (erano 4.037.000 g/m, quindi +200.000)
  7. Rai Radio1 – 3.057.000 (erano 3.193.000 g/m, -136.000)
  8. Virgin Radio – 2.972.000 (erano 3.106.000 g/m, -134.000)
  9. Radio 24 – 2.625.000 (erano 2.628.000 g/m, -3.000)
  10. Rai Radio2 – 2.307.000 (erano 2.676.000 g/m, -369.000)
  11. R101 – 2.208.000 (erano 2.379.000 g/m, -171.000)
  12. m2o – 1.982.000 (erano 2.110.000 g/m, -128.000)
  13. RMC – 1.976.000 (erano 2.136.000 g/m, -160.000)
  14. Radio Capital – 1.739.000 (erano 1.773.000 g/m, -34.000)
  15. Radiofreccia – 1.344.000 (erano 1.285.000 g/m +59.000)
  16. Radio Zeta – 1.300.000 (erano 1.240.000 g/m, +60.000)
  17. Rai Radio3 – 1.218.000 (erano 1.269.000 g/m, -51.000)
  18. Isoradio – 718.000 (erano 719.000 g/m, -1.000)

Linee di continuità, ma nessuna comparazione possibile

Quanto al confronto con il passato (TER – Tavolo Editori Radio), ricordiamo che l’operazione non è ragionevole. Lo aveva dichiarato in occasione della pubblicazione del dato semestrale la stessa Audiradio: “Pur mantenendo importanti linee di continuità con le indagini passate, con le quali condivide gli obiettivi principali, questa ricerca è rinnovata nei questionari, nella struttura campionaria e nelle tecniche di elaborazione dei dati, e si arricchirà, nel prossimo futuro, della misurazione censuaria degli ascolti on-demand digital. Stante queste premesse, i dati di Audiradio 2025 non sono confrontabili con quelli di ricerche passate, il cui disegno metodologico e l’elaborazione erano differenti.

200.000 interviste CATI

La nuova indagine prevede, infatti, ben 200 mila interviste CATI, realizzate mediante l’utilizzo di tre distinti questionari, su altrettanti campioni indipendenti: Stream A, suddiviso in A1 (esclusivamente per le radio locali) e A2 (locali e nazionali), e Stream B per le sole radio nazionali. Grazie a un processo di fusione, i risultati provenienti dai tre Stream convergono in un unico database, che costituisce la fonte dei dati sui volumi e del nastro di pianificazione. Quest’ultimo sarà rilasciato successivamente”.

Anacronismo concessorio

Quel che appare invece confermato anche nel Q3 2025 è, piuttosto, l’anacronismo della differenziazione tra emittenti nazionali e locali, ridottosi ad un retaggio amministrativo: con la multipiattaforma dominante e la disintermediazione delle reti broadcast in progressione, distinguere le emittenti per diffusione via etere è un esercizio ancorato ad un mondo che da tempo non c’è più.

Separazione che valorizza i volumi

Tuttavia, come avevamo ipotizzato sin dall’inizio (Newslinet già a gennaio 2025 aveva preconizzato quello che sarebbe successo), la ripartizione in due elenchi delle stazioni nell’indagine CATI ha permesso di definire più realisticamente i volumi dell’ascolto radiofonico del paese, in quanto un’unica, estenuante, intervista con 40 emittenti in elenco per area, favoriva evidentemente i brand più noti e le prime stazioni esposte dal sondaggista, annegando le altre nella defatigante coda.

Premialità

Audiradio, con la sua rinnovata architettura per doppio (anzi, triplo) stream, sta, quindi, dipingendo un quadro inedito dell’audience radiofonica italiana con un comparto nazionale variato nella classifica, ma non altrettanto nei volumi complessivi, mentre ha premiato (ed anche molto) il comparto delle locali, soprattutto quelle più performanti quanto a capacità di distribuzione (FM, DAB, DTT, SAT, IP nelle varie forme), linea editoriale e naming (concetto quanto mai essenziale al cospetto di un’offerta quadruplicata nel digitale broadcast).

Alterazioni

Un’alterazione dei rapporti di forza (qui per consultare il volume del 1° semestre 2025 e qui per consultare il terzo trimestre 2025) che – a quanto risulta a questo periodico – avrebbe irritato alcuni importanti storici centri di potere pubblicitario, visto che la modifica dello status quo comporta aggiornamenti di consolidate dinamiche e logiche di ridistribuzione e retrocessione, che si scontra peraltro con nuove logiche di pianificazione da parte dei centri media di cui discuteremo nei prossimi giorni.

Punto di partenza, ma anche di non ritorno

Ma è una rivoluzione che costituisce anche un punto di non ritorno, considerato che quel che è successo non potrà essere smentito dalle indagini successive senza mettere in discussione la credibilità della rilevazione.

Grande campione, piccole fluttuazioni

Se infatti l’evidente e dichiaratissima non confrontabilità di due indagini – basate sì sullo stesso metodo (CATI), ma anche su stream e campionamenti differenti – ha correttamente impedito la formulazione della scontata domanda “il dato corretto (delle locali) era quello di prima o quello di adesso?“, una rivoluzione opposta nel prossimo trimestre (Q4 2025) e quindi nel 2° semestre 2025 appare estremamente improbabile, così come la maggior dimensione del campione (come avevamo supposto) sembra aver effettivamente arginato fluttuazioni rilevanti a cui eravamo stati abituati nell’era TER (o della prima Audiradio).

I dati

Qui per consultare i dati del Q3 2025 nella loro completezza. (M.L. per NL)

 

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