Nicola Bomio, responsabile area radio di CH Media (il gruppo che possiede, tra le altre, la più antica ed importante radio commerciale svizzera, Radio 24 a Zurigo) e presidente dell’Associazione delle Radio Private Svizzere, parla con Newslinet dello switch-off della radio pubblica elvetica.
In questo momento circa il 29% della popolazione afferma ancora di utilizzare (anche se non in forma esclusiva) un dispositivo FM (quelli che ascoltano solo in FM sono all’8%), anche se molte stazioni private stanno riducendo costantemente il numero di impianti in modulazione di frequenza.
È troppo presto per dire se le stazioni private trarranno vantaggio dalla chiusura della FM da parte della SSR: le prossime valutazioni ufficiali degli ascoltatori non saranno pubblicate prima dell’estate.
In Svizzera la casa rimane il luogo principale per il consumo di radio, rappresentando il 60% del tempo di ascolto totale. Le piattaforme digitali dominano, con l’83% della fruizione radiofonica.
La distribuzione tra DAB+ e streaming Internet è relativamente equilibrata, col DAB+ leggermente più diffuso tra gli ascoltatori più anziani e lo streaming preferito dai più giovani.
La quota significativa di ascolto della radio basata su IP (41%) suggerisce che le emittenti svizzere stiano interagendo con piattaforme digitali (smart TV, aggregatori), anche se gli smart speaker non sono ancora ampiamente utilizzati (sono ancora al di sotto del 10% della popolazione) nella Svizzera tedesca.
La delibera sulla prominence approvata in Italia è uno sviluppo interessante che certamente seguiremo con attenzione. Anche in Svizzera quest’anno stanno iniziando discussioni politiche sulla regolamentazione delle piattaforme.
Trattare con aggregatori/piattaforme OTT sarà e rimarrà sicuramente un argomento importante in ogni paese nei prossimi anni.
Sintesi
In questo primo mese dopo lo spegnimento della FM da parte della SSR (la radio pubblica svizzera) sono circolate, soprattutto in Italia, molte lapidarie, sommarie e, come vedremo tra poco, infondate, conclusioni sugli effetti di tale evento.
Abbiamo quindi posto ai diretti concorrenti della SSR, le radio private svizzere – nella persona di Nicola Bomio – responsabile dell’area radio di CH Media (il gruppo che possiede la più antica e grande stazione privata elvetica, Radio 24) e presidente dell’associazione delle emittenti radiofoniche indipendenti – una serie di domande, ricevendo risposte ben più plausibili delle convinzioni che si stanno radicando (sostanzialmente sul nulla) nel nostro paese.
Considerazioni che – considerato che provengono da coloro che avrebbero tutto l’interesse ad enfatizzare un ipotetico crollo immediato dell’ascolto della SSR – auspichiamo possano condurre a riflessioni meno aprioristiche di quelle che abbiamo letto in questi giorni sulle pagine social italiane dedicate alla radiofonia.
Nicola Bomio
Nicola Bomio (foto d’apertura), 42 anni, è il responsabile dell’area radio presso CH Media – storico conglomerato mediatico elvetico cui fanno riferimento 70 marchi, 700 giornalisti, 1.800 dipendenti, 8 canali TV nazionali, 18 testate della carta stampata e 12 emittenti radio – e presidente dell’Associazione delle stazioni radio commerciali svizzere.
Radio 24
Con oltre due decenni di esperienza nel settore dei media, Bomio ha iniziato la sua carriera presso Radio 24 (Zurigo), la più antica ed importante stazione radio commerciale della Svizzera. Lì ha ricoperto vari ruoli chiave, tra cui producer di programmi mattutini, presentatore/DJ, caporedattore, direttore musicale e content creator.
La parentesi alla SRF
“In un capitolo significativo della carriera”, come ci ha tenuto a precisare, Nicola Bomio è entrato a far parte dell’emittente pubblica svizzera SRF, dove ha trascorso tre anni come project manager, co-sviluppando “la strategia di programmazione della rete e contribuendo alla sua trasformazione digitale”.
Il ritorno a Radio 24
Nell’agosto 2016 è tornato alle sue radici presso Radio 24 come program director, portando la sua competenza e visione alla stazione. Oggi, nel suo ruolo di responsabile radiofonico presso CH Media, Nicola Bomio supervisiona la divisione radiofonica, che si colloca come indiscusso leader di mercato tra le stazioni radio commerciali in Svizzera.
L’intervista a Nicola Bomio
(Newslinet) – La decisione della SSR di anticipare la dismissione FM è stata una scommessa o un passo inevitabile per ridurre i costi insostenibili della trasmissione simultanea?
(Nicola Bomio) – Questa domanda dovreste porla alla SSR… (sorride, ndr). In realtà, molte stazioni private hanno valutato i rischi di uno spegnimento FM completo come troppo elevati in questo momento, poiché circa il 37% della popolazione afferma ancora di utilizzare un dispositivo FM, a volte.
Troppo presto per dire se le radio private trarranno vantaggio dallo spegnimento della FM da parte della radio pubblica svizzera
(NL) – In questi due anni prima della chiusura definitiva della FM per tutte le emittenti, le radio private approfitteranno dell’assenza della SSR FM o qualcuno deciderà di seguire la stessa strada, anticipando i tempi?
(Nicola Bomio) – È troppo presto per dire se le stazioni private trarranno vantaggio dalla chiusura o meno.
Esame di merito non prima dell’estate
Le prossime valutazioni ufficiali degli ascoltatori non saranno pubblicate prima dell’estate.
Tra i privati c’è chi pianifica di gestire la FM fino al 31/12/2026…
Attualmente ci sono stazioni private che pianificano di gestire la propria rete FM senza modifiche fino alla fine del 2026.
… ma anche chi già sta riducendo il numero di antenne FM
Tuttavia, molte stazioni private stanno riducendo costantemente il numero di antenne FM.
La diversità dell’ascolto radiofonico casalingo tra Italia e Svizzera
(NL) – In Italia, quasi nessuno ha più un ricevitore FM in casa (ce n’è uno su 4, nella migliore delle ipotesi). In verità, la presenza di ricevitori DAB per uso interno è insignificante. La maggior parte degli utenti ascolta la radio a casa tramite streaming o TV. È anche il caso della Svizzera?
(Nicola Bomio) – In Svizzera, la casa rimane il luogo principale per il consumo di radio, rappresentando il 60% del tempo di ascolto totale. Le piattaforme digitali dominano, con l’83% dell’utilizzo della radio domestica digitale.
Equilibrio sostanziale tra DAB+ e streaming
La distribuzione tra DAB+ e streaming Internet è relativamente equilibrata, con DAB+ leggermente più diffuso tra gli ascoltatori più anziani e lo streaming Internet preferito invece dai più giovani.
Ascolto indoor più consolidato che in Italia
Ciò indica che, a differenza dell’Italia, i ricevitori DAB+ hanno una presenza significativa nelle famiglie svizzere.
Il peso reale della FM
(NL) – Quanto pesa davvero oggi la FM in termini percentuali?
(Nicola Bomio) – L’ascolto solo FM è sceso all’8%. Un altro 29% degli ascoltatori radiofonici indica di utilizzare ancora un dispositivo FM in alcune occasioni, ma ascolta anche su dispositivi digitali (DAB+/streaming).
E quello specifico di DAB+ e streaming
(NL) – Per quanto riguarda l’ascolto digitale, quanto conta il DAB e quanto lo streaming?
(Nicola Bomio) – L’ascolto della radio digitale in Svizzera è quasi equamente suddiviso tra DAB+ e streaming.
La suddivisione specifica
Nel dettaglio, il DAB+ rappresenta il 42% dell’ascolto totale della radio, mentre lo streaming ne comprende il 41%.
Duplice importanza di DAB+ e IP
Questo equilibrio evidenzia la duplice importanza di entrambe le piattaforme digitali nel panorama radiofonico svizzero.
Lo stato del digitale eterogeneo in Svizzera
(NL) – La sensazione degli osservatori italiani è che le radio svizzere non abbiano ancora fatto abbastanza per promuovere la presenza sui dispositivi smart. Su smart speaker, smart TV, aggregatori, è più facile trovare radio di altri paesi o italiane. Gli editori svizzeri sembrano essere un po’ indietro su questo…
(Nicola Bomio) – La quota significativa di ascolto della radio basata su Internet (41%) suggerisce che le emittenti svizzere stanno interagendo con piattaforme digitali (smart TV, aggregatori).
Smart speaker
Abbiamo una situazione speciale con gli smart speaker in Svizzera: non sono ancora ampiamente utilizzati (ancora al di sotto del 10% della popolazione) nella Svizzera tedesca forse perché non capiscono ancora il dialetto svizzero.
Prominence
(NL) – L’Italia è il primo stato europeo ad adottare una risoluzione dell’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni sulla cosiddetta prominence per imporre ai produttori di dispositivi un elenco (identico per tutti) di fornitori nazionali di contenuti che forniscono informazioni da conservare. Una strada che alcuni ritengono debba essere seguita da ogni stato per evitare lo strapotere delle piattaforme OTT…
(Nicola Bomio) – Si tratta di uno sviluppo interessante che certamente seguiremo con attenzione. Anche in Svizzera quest’anno stanno iniziando discussioni politiche sulla regolamentazione delle piattaforme.
Contributi degli editori
Le emittenti radiofoniche private presenteranno la loro posizione.
OTT problema comune
Trattare con aggregatori/piattaforme OTT sarà e rimarrà sicuramente un argomento importante in ogni paese nei prossimi mesi e anni. (E.G. per NL)