Con la delibera 170/25/CONS, l’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni apre ufficialmente il procedimento per la pianificazione e assegnazione delle frequenze UHF (470-694 MHz) rese disponibili dalla soppressione della Rete nazionale televisiva n. 12.
Dopo aver dedicato la banda VHF-III al DAB+, ora lo spettro in UHF viene restituito al comparto televisivo locale, che si auspica saprà cogliere l’occasione meglio di quanto hanno fatto i consorzi DAB (locali), che, non sfruttando al volo l’occasione, favoriranno la destinazione di una quota della provvista a loro destinata, ai player nazionali.
Sintesi
Con la delibera 170/25/CONS, Agcom avvia il riutilizzo locale delle frequenze UHF liberate dalla soppressione del Mux 12, completando il riordino iniziato con la delibera 22/25/CONS che aveva destinato la banda VHF al DAB+.
Le nuove frequenze, distribuite in modo non uniforme sul territorio, verranno pianificate per integrare il PNAF-DVB e rafforzare l’emittenza locale (cioè gli operatori di rete areali e, di converso, i fornitori di servizi di media audiovisivi locali). Il procedimento durerà 180 giorni e mira a garantire copertura e pluralismo.
L’iniziativa riflette un cambio di rotta strategico che redistribuisce risorse verso ambiti digitali in crescita.
La delibera 170/25/CONS
Con la delibera n. 170/25/CONS, approvata nella seduta del 25 giugno 2025, l’Agcom ha dato il via alla seconda fase del processo di riordino dello spettro radioelettrico nazionale, conseguente alla cancellazione della Rete nazionale televisiva n. 12.
Dopo le frequenze per la radio digitale, quelle per integrare le reti DTT locali
Dopo aver sancito – con la delibera 22/25/CONS di gennaio – la destinazione dell’intera banda VHF-III (174-230 MHz) al DAB+, ora l’Autorità pianifica il riutilizzo della banda UHF-IV/V (470-694 MHz) liberata dalla stessa rete per finalità televisive, ma in ambito locale.
Un nuovo spazio per il digitale terrestre locale
Secondo quanto stabilito nella delibera 170/25/CONS, Agcom procederà all’integrazione del PNAF-DVB, il Piano Nazionale di Assegnazione delle Frequenze per la TV digitale terrestre, al fine di rendere disponibili alle emittenti locali i canali della banda UHF non più utilizzati dalla rete nazionale 12.
Evoluzione del mercato
Una scelta motivata sia dall’evoluzione del mercato, sia dalla necessità di favorire pluralismo e copertura capillare, valorizzando operatori di prossimità in grado di servire specifiche comunità territoriali.
Risorse a macchia di leopardo
Si tratta, come osservato, di risorse radioelettriche “a macchia di leopardo”, disponibili solo su una porzione del territorio nazionale (stimata in circa il 50%), che tuttavia potrebbero rivelarsi decisive per rafforzare l’offerta in zone dove la capacità trasmissiva è oggi limitata. Il procedimento, affidato all’ing. Mauro Martino (già responsabile della fase afferente al VHF), dovrà concludersi entro 180 giorni dalla pubblicazione, salvo sospensioni legate a consultazioni pubbliche.
La continuità con la delibera 22/25/CONS: la razionalità del processo
Già la delibera 22/25/CONS – con la quale si era deciso di abrogare la procedura di assegnazione nazionale del Mux 12 e di destinarne le frequenze in VHF al servizio radiofonico digitale locale – aveva evidenziato che le 11 reti nazionali oggi operative (anziché le 12 previste) garantiscono una copertura e un’offerta televisiva soddisfacente.
Pieno sfruttamento delle risorse scarse
La razionalizzazione conseguente ha liberato quindi spazi preziosi sia per la radio (in VHF), sia per la televisione locale (in UHF). Resterà da vedere se gli operatori di rete televisivi sapranno cogliere meglio di quelli locali le risorse messe a disposizione (nel caso dei consorzi DAB locali, il mancato sfruttamento immediato della provvista frequenziale resa disponibile da Agcom, farà sì che una quota della stessa sarà destinata ai player nazionali).
Il quadro normativo attuale
Nel quadro normativo attuale, la redistribuzione delle risorse avviene in applicazione dell’art. 50 del TUSMA (D. Lgs. 208/2021) e degli artt. 4 e 58 del Codice delle comunicazioni elettroniche, che impongono un uso efficiente, efficace e non discriminatorio dello spettro.
Approccio graduale funzionale alla domanda effettiva
L’Autorità ha quindi scelto un approccio graduale e funzionale alla domanda effettiva, dando priorità – come già fatto in VHF – all’ambito locale.
Verso nuove assegnazioni in ambito locale: criteri e prospettive
Il nuovo procedimento prevede non solo la pianificazione tecnica dei canali UHF resi disponibili, ma anche la definizione delle procedure per il rilascio dei diritti d’uso.
Medesimi criteri del passato per la selezione
Agcom ha già indicato che adotterà – in questa nuova fase – gli stessi criteri del vigente PNAF-DVB, garantendo copertura minima del 90% della popolazione nell’area tecnica per almeno una delle reti locali da assegnare.
La differenza per le reti locali
Sebbene si tratti di un quantitativo limitato di frequenze, queste ultime potrebbero fare la differenza per operatori locali in cerca di espansione o per l’ingresso di nuovi player in aree attualmente poco coperte. Il riferimento normativo resta il PNRF (Piano nazionale di ripartizione delle frequenze) e i vincoli tecnici già consolidati dalla precedente pianificazione.
Un riordino tecnico, ma anche politico
La soppressione del Mux 12 ha rappresentato, de facto, una svolta politica oltre che regolamentare. L’impossibilità di assegnare quella rete dopo ben tre gare andate deserte (convertite dalla delibera 25/23/CONS, poi abrogata) ha dimostrato che il mercato nazionale non ha più bisogno di un dodicesimo operatore generalista in DVB-T.
Doppia scelta
Da qui la doppia scelta: valorizzare il DAB+ in VHF e sostenere l’emittenza televisiva locale in UHF, due settori in fase di sviluppo e bisognosi di risorse.
La delibera 170/25/CONS chiude il cerchio
La delibera 170/25/CONS chiude così il cerchio aperto a gennaio e completa una razionalizzazione dello spettro condivisa anche con il MIMIT, che aveva sollecitato l’Autorità a trovare una soluzione per la saturazione del DAB in alcuni bacini locali.
Punto di equilibrio
Il riutilizzo delle frequenze del Mux 12 segna un punto di equilibrio tra efficienza tecnologica e tutela del pluralismo. Il futuro della televisione digitale terrestre – oggi al bivio tra switch-off analogici e pressioni OTT/IP – passa anche da scelte come questa, che redistribuiscono valore e opportunità a soggetti meno forti ma spesso più radicati. La nuova fase, ora ufficialmente avviata, dirà se e quanto il sistema saprà cogliere questo passaggio.
Il testo della Delibera 170/25/CONS
Qui per leggere il testo delle delibera in pdf. (A.N. per NL)