Android Auto su 250 mln di auto nel mondo (erano 200 nel 2024). Così disintermediazione autoradio galoppa. Ma sarà Gemini A.I. killer app

Gemini A.I., Android Auto,

In soli dodici mesi il sistema Android Auto (sviluppato da Google per collegare il proprio smartphone Android all‘infotainment del veicolo) ha conquistato altri 50 milioni di cruscotti, superando quota 250 milioni di veicoli connessi.
E non basta: Android Automotive (che svolge le stesse funzioni, ma senza bisogno del mirrorlink, perché la scheda per la connessione è integrata nell’auto) entra in 50 modelli come sistema nativo.
Così Google, Apple e Samsung si contendono il dominio del car entertainment, minacciando la sopravvivenza dell’autoradio tradizionale.
Ma non basta: l’arrivo, fra pochi mesi, dI Gemini A.I. promette un’interazione vocale evoluta, segnando un cambiamento radicale del paradigma della sintonizzazione della radio, che passerà velocemente dallo scorrimento della lista alla selezione vocale. Con ricadute enormi sugli assetti radiofonici palesemente obsoleti.

Sintesi

Android Auto ha superato le 250 milioni di integrazioni sulle auto in soli 12 mesi, segnando un incremento di oltre 50 milioni di unità rispetto all’anno precedente, confermandosi come uno standard globale dell’infotainment veicolare.
Parallelamente, Android Automotive – versione stand-alone connessa nativamente al veicolo – è stata adottata su 50 modelli, rafforzando la presenza diretta di Google nei cruscotti automobilistici.
Il mercato vede anche l’espansione di Apple CarPlay e l’ingresso di Samsung Auto, delineando un asse Big Tech che punta a disintermediare l’autoradio fisica e con essa (pertanto) il broadcasting.
Sistemi come Android Auto importano sul cruscotto abitudini d’uso già consolidate sugli smartphone, offrendo in un unico ecosistema navigazione, messaggistica, streaming audiovideo ed addirittura gaming.
L’autoradio non può evidentemente competere quanto a versatilità e rischia una rapida emarginazione, come già avvenuto per i navigatori integrati delle case automobilistiche.
Il trend si rafforza con l’uso di comandi vocali avanzati, che miglioreranno ulteriormente grazie a Gemini A.I., l’intelligenza artificiale di Google destinata a rivoluzionare l’esperienza in auto.
Gemini A.I. comprenderà il linguaggio naturale, tradurrà i messaggi vocali, suggerirà contenuti personalizzati e manterrà conversazioni attive con l’utente, comportandosi come un vero e proprio compagno di viaggio.
I primi veicoli con Gemini A.I. saranno Ford Explorer, Polestar, Renault R5 e diversi modelli Volvo.
L’integrazione profonda dell’I.A. segna il passaggio dal car entertainment meccanico (coi tasti) a quello relazionale, con un cambiamento radicale del paradigma della sintonizzazione della radio, che passerà velocemente dallo scorrimento della lista alla selezione vocale, come NL sta segnalando da almeno tre anni a questa parte.

Android Auto: +50 mln di integrazione sulle auto in soli 12 mesi

Negli ultimi dodici mesi, Android Auto ha avuto una diffusione imponente: oggi è presente su un quarto di miliardo di automobili nel mondo. Un dato reso ancora più impressionante, visto che si tratta di +50 mln. rispetto a solo un anno fa.
Di fatto, Android Auto è diventato uno standard al quale tutti i produttori di autoveicoli si stanno adattando.

Android Automotive

Ma vi è di più: Google ha informato nei giorni scorsi che la variante di Android, Android Automotive (che a differenza di Androd Auto non necessità di uno smartphone per funzionare, essendo un sistema stand-alone con connessione integrata nell’auto) è stata adottata già per una cinquantina di modelli dall’industria automobilistica.

Google + Apple + Samsung: tre superpotenze dell‘entertainment per dominare il cruscotto

Quasi sempre integrato nelle nuove auto insieme ad Apple CarPlay, Android Auto (ed Android Automotive) stanno già cambiando le abitudini dell’utente automobilistico così come le smart tv hanno fatto negli ultimi dieci anni coi telespettatori.
Se a ciò aggiungiamo l’ingresso nel mercato di Samsung Auto, è evidente come sia in corso una vera e propria azione di accerchiamento dell’autoradio (come device fisico per l’ascolto FM e DAB) da parte di tre colossi dell’entertainment proiettati da tempo verso la disintermediazione del broadcasting.

Importare le abitudini dell’automobilistica sul cruscotto

“D’altra parte, sistemi di questo tipo godono di un vantaggio competitivo enorme, considerata la capacità di integrare in un unico ecosistema funzioni di navigazione, infotainment, messaggistica, gaming, ecc. semplicemente collegando lo smartphone, così importando le abitudini dell’utente sul cruscotto”, avverte Massimo Rinaldi, ingegnere di Com-Nect, società di ibridazione broadcast-broadband (gruppo Consultmedia). 

I limiti dell’autoradio

Un’autoradio questo non può chiaramente farlo. Ed è per ciò che Android Auto ed Apple Carplay finiranno per controllare l’autoradio stessa, quand’anche ne fosse preservata per vincolo normativo la presenza (il riferimento è alla recente segnalazione di Agcom al governo sull’obbligo di preservare la presenza dell’autoradio da parte dell’industria automobilistica, ndr).

Autoradio presto emarginata

Il rischio, quindi, è che – a prescindere dalle imposizioni legislative – l’autoradio diventi presto obsoleta, tanto quanto il navigatore delle singole case automobilistiche, ormai emarginato da applicazioni come Google Maps ed Apple Maps, verso le quali gli utenti hanno una maggiore familiarità, quantomeno per il costante impiego che ne fanno anche fuori dall’auto”, continua Rinaldi.

Comandi vocali

“E ciò tanto più che Android Auto, Android Automotive, Apple CarPlay e Samsung Auto, sono predisposti per comandi vocali molto più efficienti di qualsiasi strumento di interrogazione integrato nativamente dalle case automobilistiche. Feature, quella della somministrazione di comandi attraverso la voce, che sarà potenziata enormemente nei prossimi mesi col debutto di Gemini A.I. di Google, prima su Android Auto e successivamente sui veicoli con Google integrato.

Le prime auto dotate di Gemini A.I.

Le prime auto che la installeranno saranno la Ford Explorer, le Polestar 2,3,4 e 5, la Renault R5 e vari modelli Volvo (es. EX30, EX90).

Gemini A.I.: la killer app

L’integrazione di Gemini A.I. sull’auto costituirà, da quanto si deduce già dalle prime presentazioni, una rivoluzione, considerato che attraverso di essa sarà possibile interagire con l’auto in un linguaggio naturale, senza dover memorizzare comandi specifici o premere tasti sullo schermo”, continua l’ingegnere.

Funzionalità innovative

L’assistente A.I. di Google sarà infatti in grado di decodificare il contesto, personalizzare le risposte e comportarsi di conseguenza, per esempio chiedendo a Gemini A.I. di scrivere ed inviare un messaggio ad un contatto, dettandolo in italiano ma inoltrandolo già tradotto in inglese.

Suggerimenti

Sul piano dell’infotainment si potrà, per esempio, chiedere di suggerire una stazione radiofonica sulla base di specifici gusti musicali o contenutistici senza per forza richiamarne il nome o conoscerne l’esistenza.

Funzione conversazionale attiva

Gemini A.I. garantirà, inoltre, una funzione conversazionale attiva, chiarendo dubbi, pianificando viaggi ed appuntamenti, conversando come si farebbe con un compagno di viaggio.

Velocemente verso la disintermediazione dell’autoradio

Un trend evidentemente verso la completa disintermediazione del rapporto tra contenuto ed utente, con la consegna del primo al secondo senza nessun tramite esterno (nella specie l’autoradio, il navigatore non integrato, ecc.)“, conclude Rinaldi.

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