DTT. HbbTV: Agcom pubblica delibera 292/25/CONS recante esiti della consultazione pubblica sullo standard. Ora modifiche rilevanti in arrivo

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L’Autorità chiude l’indagine sull’uso dello standard HbbTV sul digitale terrestre: le risultanze esposte nella delibera 292/55/CONS pubblicata il 19/12/2025, tra valorizzazione del DTT, nuove opportunità per contenuti e pubblicità e la necessità di regole più chiare su LCN, jump e responsabilità editoriale.

Sintesi

Con la delibera 292/25/CONS, l’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni conclude l’indagine conoscitiva sull’HbbTV, riconoscendo allo standard ibrido un ruolo strategico nel rafforzamento del digitale terrestre e nella transizione verso modelli broadcast-broadband integrati.
L’Autorità ne evidenzia il valore come tecnologia ausiliaria del DTT, capace di compensarne i limiti post-refarming, ampliare l’offerta di contenuti e abilitare forme evolute di addressable advertising.
Al tempo stesso, dall’indagine emergono criticità rilevanti legate all’uso del jump, alla frammentazione dell’ecosistema, alla gestione delle numerazioni LCN e alla responsabilità editoriale dei contenuti IP.
Un quadro che prefigura l’avvio di un nuovo ciclo regolamentare, chiamato a governare un’ibridazione che non è più prospettiva futura, ma realtà già operativa del sistema televisivo italiano.

L’esito della consultazione pubblica

Con la delibera 292/25/CONS, l’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni ha chiuso l’indagine conoscitiva dedicata all’utilizzo dello standard HbbTV sulla piattaforma televisiva digitale terrestre, consegnando al settore una fotografia estremamente dettagliata di uno degli snodi più delicati dell’attuale evoluzione del sistema radiotelevisivo italiano (qui per consultare il documento).

Valore programmatico

Un documento che, pur muovendosi formalmente sul terreno dell’analisi conoscitiva, assume nei fatti un valore programmatico, perché individua con chiarezza tanto le opportunità quanto le criticità che accompagnano la progressiva ibridazione tra broadcast e broadband.

I presupposti che hanno condotto alla delibera 292/25/CONS

Nella esposizione delle risultanze dell’indagine conoscitiva della delibera 292/25/CONS l’Autorità parte da un presupposto che attraversa l’intero impianto dell’indagine: la HbbTV non è una piattaforma alternativa al digitale terrestre, ma una tecnologia ausiliaria, pensata per valorizzarlo e prolungarne la centralità in un contesto in cui la competizione con OTT e FAST channel (Free Ad-Supported Television), si fa sempre più serrata.

Il ponte tra DTT e IP

In questa prospettiva, lo standard ibrido rappresenta un ponte tra due mondi che fino a pochi anni fa procedevano su binari paralleli: da un lato la televisione lineare, con la sua capacità di garantire copertura universale, affidabilità del segnale e cornice regolamentare certa; dall’altro la distribuzione IP, caratterizzata da flessibilità, personalizzazione e capacità di innovare rapidamente modelli di business e linguaggi.

Post refarming banda 700 MHz

Non è un caso che l’indagine che ha condotto alla delibera 292/25/CONS collochi l’accelerazione della HbbTV nel contesto successivo al refarming della banda 700 MHz. La riduzione della capacità trasmissiva disponibile sulla piattaforma DTT ha agito da catalizzatore, spingendo molti fornitori di servizi di media audiovisivi, in particolare di minori dimensioni, a cercare soluzioni alternative per ampliare l’offerta e mantenerla competitiva.

Strumento compensativo

In questo senso, la HbbTV si è rivelato uno strumento capace di compensare i limiti strutturali del broadcast, consentendo di affiancare ai palinsesti lineari servizi on demand, simulcast in qualità superiore, applicazioni interattive e contenuti verticali senza gravare ulteriormente sui multiplex.

Il percorso storico che ha condotto alla HbbTv

L’Autorità, nella delibera 292/25/CONS, ricostruisce anche il percorso storico che ha portato l’Italia a fare della HbbTV lo standard di riferimento per la televisione interattiva, dopo l’esperienza del MHP. A differenza delle applicazioni residenti tipiche degli ecosistemi proprietari delle smart TV, le applicazioni HbbTV sono leggere, transitorie e strettamente collegate al canale lineare. Si attivano all’accesso alla numerazione LCN e si chiudono al cambio di canale, riducendo costi di sviluppo e complessità tecnica.

Modello aperto ed interoperabile

Questo modello, aperto e interoperabile, consente ai broadcaster di mantenere il controllo diretto delle proprie applicazioni e dei dati generati, senza dipendere dagli store o dalle policy dei produttori di televisori, aspetto che assume un peso crescente in un mercato sempre più data-driven.

Le criticità

Accanto a questi elementi di forza, l’indagine che ha condotto alla delibera 292/25/CONS non nasconde le criticità. Una delle più rilevanti riguarda l’implementazione non uniforme dello standard. In Italia non esiste un obbligo normativo che imponga il supporto a versioni aggiornate della HbbTV sui televisori venduti, né l’attivazione di default della funzionalità.

Ecosistema frammentato

Il risultato è un ecosistema frammentato, nel quale una parte non marginale di utenti, pur disponendo di smart TV e connessioni adeguate, non accede ai servizi ibridi. Il confronto con la Spagna, dove è stato introdotto un obbligo regolamentare in tal senso, evidenzia come l’assenza di regole possa tradursi in un freno alla piena valorizzazione della tecnologia.

Le applicazioni sottese

Dal punto di vista dei contenuti, il quadro restituito dall’Autorità è estremamente articolato. Lo standard HbbTV viene utilizzato per una molteplicità di servizi: restart, catch-up TV, cataloghi on demand, portali tematici, simulcast IP anche in 4K, applicazioni informative e soluzioni avanzate di accessibilità.

Il ruolo dell’emittenza locale

Un ruolo non secondario è svolto dall’emittenza locale, radiofonica e comunitaria, che grazie allo standard ibrido può presidiare la televisione con investimenti contenuti, offrendo contenuti territoriali, identitari o verticali difficilmente sostenibili in puro broadcast. In questa chiave, lo standard HbbTV viene letto anche come strumento di tutela del pluralismo, capace di abbassare le barriere all’ingresso e favorire modelli consortili o mutualistici.

La pubblicità

Uno dei capitoli centrali dell’indagine riguarda tuttavia la pubblicità. L’Autorità dedica ampio spazio all’analisi dell’addressable advertising, evidenziando come la HbbTV consenta, per la prima volta sulla piattaforma DTT, l’erogazione di messaggi pubblicitari personalizzati attraverso la sostituzione dinamica degli spot broadcast con creatività veicolate via broadband.

Profilazione

Si tratta di un passaggio potenzialmente dirompente, perché introduce nel perimetro della televisione tradizionale logiche tipiche del digitale: targeting geografico, profilazione del nucleo familiare, reportistica dettagliata, sincronizzazione tra contenuto e messaggio. Agcom sottolinea come questa evoluzione possa rappresentare un fattore di crescita per l’intero mercato pubblicitario televisivo, grazie anche alle garanzie di brand safety offerte dall’ambiente regolamentato, ma non manca di richiamare l’attenzione sulla complessità della filiera AdTech e sulle implicazioni in termini di protezione dei dati personali.

Jump

È però sul tema del cosiddetto jump che il documento assume toni più cauti, se non apertamente critici. La modalità di avvio automatico di contenuti IP al semplice accesso a un LCN, senza una chiara call-to-action, viene individuata come uno dei principali fattori di rischio per l’equilibrio del sistema. Dall’indagine emergono pratiche di mercato che utilizzano lo standard HbbTV per veicolare contenuti non ancillari al palinsesto broadcast, talvolta riconducibili a soggetti privi di titolo abilitativo, sfruttando la visibilità garantita dalle numerazioni LCN.

Confusione

In questi casi, l’ibridazione non si limita ad arricchire il servizio lineare, ma finisce per sostituirlo, generando confusione per l’utente e mettendo in discussione i presupposti stessi della pianificazione e dell’assegnazione delle numerazioni.

Responsabilità editoriale

A questo si aggiunge il tema, particolarmente sensibile, della responsabilità editoriale. Quando il passaggio da DTT a IP avviene in modo automatico e poco trasparente, diventa complesso individuare chi sia responsabile del contenuto fruito dall’utente, della pubblicità associata e della gestione delle funzioni di tutela, come il parental control o l’accessibilità. In ambiente HbbTV, soprattutto in modalità jump, molte di queste funzioni passano sotto il controllo dell’applicazione e non più del televisore, aprendo una zona grigia che l’Autorità considera incompatibile con il quadro normativo vigente.

Le esperienze internazionali

Il confronto con le esperienze internazionali, ampiamente richiamato nel documento, rafforza questa lettura. I casi di LovesTV in Spagna, Freely nel Regno Unito, i barker channel francesi o le sperimentazioni su misurazione degli ascolti e simulcast in 4K mostrano come lo standard HbbTV possa essere un laboratorio avanzato per la transizione verso modelli broadband-first e per l’introduzione del DVB-I. Ma, avverte Agcom, questi scenari richiedono un accompagnamento regolamentare coerente, capace di evitare che l’anticipazione del futuro produca distorsioni irreversibili nel presente.

Ruolo strategico della HbbTV

Le conclusioni dell’Autorità sono quindi improntate a un equilibrio tutt’altro che formale. Da un lato, viene riconosciuto allo standard HbbTV un ruolo strategico nel rilancio del digitale terrestre, nella modernizzazione dell’offerta e nell’evoluzione dei modelli di business, in particolare sul versante pubblicitario. Dall’altro, viene ribadito con forza che l’innovazione tecnologica non può tradursi in un aggiramento delle regole su titoli abilitativi, numerazioni LCN, responsabilità editoriale e tutela dell’utenza.

Primo passo di un percorso

Il documento lascia chiaramente intendere che l’indagine conoscitiva rappresenta solo il primo passo di un percorso che porterà a interventi regolamentari mirati, volti a definire confini più chiari e a prevenire usi distorsivi della tecnologia.

Ibridazione non è prospettiva futura, ma realtà operativa

In definitiva, la chiusura dell’indagine sullo standard HbbTV segna un passaggio cruciale per il sistema televisivo italiano. L’ibridazione tra broadcast e broadband non è più una prospettiva futura, ma una realtà già operativa, destinata a incidere profondamente su contenuti, pubblicità e assetti di mercato.

La sfida

La sfida, come emerge con nettezza dalle pagine della delibera 292/25/CONS, sarà governare questa trasformazione senza rinunciare ai principi di pluralismo, trasparenza e certezza delle regole che hanno finora caratterizzato l’ecosistema radiotelevisivo. Una sfida che chiama in causa regolatore, operatori e industria tecnologica, e che difficilmente potrà essere rinviata. (E.G. per NL)

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