Nuovo pericolo per editori e giornalisti: SGE by Google, killer app che sostituisce la SEO cannibalizzando le fonti

sge

Si profila un altro pericolo dagli OTT del web verso giornalisti ed editori. Questa volta proviene da un connubio potente quanto destabilizzante, Google e l’Intelligenza Artificiale (IA). Si chiama Search Generative Experience (SGE) ed è stata lanciata in forma sperimentale il il 16 agosto.
Si tratta dell’ennesima applicazione dell’intelligenza artificiale generativa (GenAI), in grado di produrre testi, immagini, video, musica o altri media in risposta a delle richieste dell’utente (prompt).
Niente di (relativamente) nuovo, quindi. Dove sta pertanto la killer app? In una banalità pericolosissima: i riassunti degli articoli. In definitiva, SGE, superando i principi dell’antica search engine optimization (SEO), risponde ad un’interrogazione non rimandando a link esterni (ad esempio una serie di articoli sul tema richiesto), ma elaborando gli stessi e producendone una summa indipendente.

SGE: cannibalizzatore delle proprie fonti

Se non siamo stati sufficientemente chiari, SGE si appropria dei contenuti degli articoli per creare un riassunto proprio, consentendo agli utenti di avere una risposta semplificata alla propria domanda.

Il riassunto

In sostanza, quello che facciamo su NL da anni con le prime righe introduttive dei nostri articoli, trasformando quello che un tempo era l’occhiello in un riassunto di poche righe del pezzo, così da soddisfare le esigenze di chi non ha tempo o non vuole leggere tutto l’elaborato, stomolando comunque la prosecuzione (della lettura). Solo che noi lo facciamo coi nostri pezzi, SGE con quelli altrui.

Presto ovunque

SGE sarà disponibile nell’applicazione Google per Android e iOS ed integrato in Chrome per desktop.

L’icona a margine

Quindi, attraverso Google, sarà possibile estrarre da un corposo articolo gli elementi chiave premendo un’icona nella parte inferiore dello schermo.

Alphabetizzare il mondo

La casa madre Alphabet (il nome è un programma sulla mission globale) ha tenuto a precisare che l’applicazione non intaccherà i contenuti degli editori contrassegnati come  paywall (cioè per gli abbonati), ma solo quelli liberamente fruibili. Magra consolazione, visto che si tratta del 5-10%, che peraltro finirà conseguentemente emarginato.

Insidiosa

Dicevamo che si tratta di una innovazione insidiosa per editori e giornalisti perché gli utenti saranno disincentivati dal consultare le fonti del riassunto (i link agli articoli).

Prominence

Una situazione allarmante che esige un intervento di tipo sovranazionale per garantire la prominence delle fonti originarie rispetto ai processi di semplificazione di SGE.

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