Delibera 145/25/CONS: Agcom assegna al DAB+ solo una parte delle frequenze derivanti dallo smembrato dell’inassegnato Mux 12 DTT, ma lascia aperta la porta agli operatori nazionali per lo sfruttamento futuro delle risorse non richieste subito dai consorzi locali.
Prospettato, infatti, l’uso per la decomponibilità regionale della rete DAB+ della RAI per esigenze informative e linguistiche e per risolvere problemi interferenziali o di SFN di altri operatori.
Sintesi
Con la Delibera 145/25/CONS, pubblicata il 10/06/2025, l’Agcom ha ufficialmente revocato la pianificazione della rete televisiva nazionale Mux 12 e ha destinato la relativa banda VHF-III alla radiodiffusione sonora digitale DAB+, accogliendo le richieste del MIMIT e mettendo fine a una vicenda iniziata nel 2019.
Il provvedimento pianifica in via “minimale” sei nuove reti locali DAB+ in Campania, Lazio, Toscana, Veneto e Puglia, evitando così i futuri beauty contest nei bacini a maggiore pressione di domanda. Conseguentemente, la gran parte delle risorse derivanti dalla dismissione del Mux 12 resterà inutilizzata fino a data da definire.
A dover preoccupare il comparto radiofonico locale è il fatto che, come già emerso nel corso della consultazione pubblica, operatori nazionali – in primis RAI (ma non solo) – si siano già mossi per richiedere parte di queste frequenze con l’obiettivo di aumentare la decomponibilità regionale delle loro reti o risolvere problemi di incompatibilità di rete SFN.
Ciò potrebbe trasformarsi in un autogol per l’emittenza locale, che, non avendo avanzato istanze condivise per l’uso immediato delle frequenze liberate dalla previsione della rete 12, rischia di doverle in futuro condividere con gli utilizzatori nazionali. Agcom, infatti, non esclude esplicitamente questa possibilità, citando nella delibera una “valutazione futura di esigenze anche non esclusive del comparto locale”.
La scelta regolamentare, dunque, pur favorendo nell’immediato alcune aree carenti di risorse, lascia aperto il campo ad una redistribuzione delle frequenze anche a vantaggio del comparto nazionale, in funzione di necessità tecniche e strategiche, soprattutto legate alla qualità del servizio pubblico e alla mitigazione delle interferenze nei bacini di confine.
Tutto come previsto
L’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni ha pubblicato ieri (10/06/2025) la Delibera 145/25/CONS recante “Aggiornamento del quadro regolamentare in materia di spettro radio ad uso televisivo e radiofonico digitale ai fini della ridestinazione al servizio DAB delle frequenze attualmente pianificate in banda VHF per la rete nazionale televisiva n. 12″, inassegnata, centellinando le risorse disponibili per evitare i beauty contest DAB+ in cinque regioni italiane.
Poche risorse subito ai consorzi locali e tante dopo, ma non si sa come e a chi
Per le altre frequenze disponibili, si vedrà. Anche perché (come ampiamente previsto), si sono fatti avanti anche gli operatori di rete DAB nazionali (RAI, in primis) a richiederle. Con il rischio di un clamoroso autogol per le locali che, non chiedendo l’immediato sfruttamento delle risorse rese disponibili, potrebbero in futuro doverle condividere con altri utilizzatori.
La delibera 145/25/CONS
Con la Delibera 145/25/CONS, approvata il 27/05/2025, ma pubblicata solo il 10/06/2025, l’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni ha formalmente abrogato la pianificazione della Rete televisiva nazionale n. 12 (Mux 12).
Dal punto di vista pratico, la modifica comporta la liberazione della banda VHF-III per destinarla definitivamente al servizio di radiodiffusione sonora digitale in tecnica DAB+.
Chiusa una stagione
La scelta, condivisa con il Ministero delle Imprese e del Made in Italy (MIMIT), rappresenta una svolta di sistema: chiude una lunga vicenda di tentativi falliti di assegnazione televisiva e inaugura una nuova stagione per la radiofonia digitale locale.
Mux 12, cronaca di un’occasione mancata
Il Mux 12 era stato previsto nel 2019 nell’ambito del PNAF-DVB, il Piano nazionale di assegnazione delle frequenze per la TV digitale terrestre, come una poco convincente rete mista VHF/UHF da riservare alla televisione. Tuttavia, dopo una serie di tentativi infruttuosi – tra cui una procedura comparativa riservata (Del. 65/22/CONS) e un beauty contest aperto (Del. 25/23/CONS) – nessun operatore aveva manifestato reale interesse per la rete, ritenuta poco attrattiva anche per le sue caratteristiche tecniche e per la progressiva saturazione dell’offerta televisiva nazionale.
La richiesta del MIMIT
Il MIMIT, quindi, con nota del 18/12/2024, aveva comunicato ad Agcom di non ritenere di dover proseguire la gara per l’attribuzione della rete 12, motivando la decisione con due elementi.
I due elementi decisivi per lo smantellamento della rete 12
Da un lato, il fatto che le 11 reti nazionali già attive sarebbero state sufficienti a garantire l’attuale offerta televisiva, dall’altro, che il quadro normativo (art. 50, c. 8 TUSMA) indicava chiaramente come la banda 174-230 MHz fosse destinata prioritariamente al DAB, e alla TV solo “ove necessario”.
Le risorse insufficienti per il DAB locale
Contestualmente, sia il MIMIT che Agcom avevano rilevato, anche attraverso l’indagine conoscitiva sulla regolamentazione della piattaforma di radiodiffusione terrestre sonora in tecnica digitale DAB+ avviata con la Del. 316/24/CONS (conclusa con la Del. 44/25/CONS), che in diverse regioni italiane la domanda di reti DAB+ locali superava l’offerta.
Le aree a beauty contest (senza rete 12)
In particolare, nelle aree tecniche di Campania, Lazio, Toscana, Veneto e Puglia, la scarsità di blocchi aveva costretto il Ministero a prevedere selezioni comparative (beauty contest) tra consorzi concorrenti per una stessa rete, con l’inevitabile conseguenza di esclusioni.
Delibera 145/25/CONS per evitare (in prima battuta) procedure competitive tra consorzi locali
La delibera 145/25/CONS risponde quindi esclusivamente (e purtroppo, come vedremo) a questa urgenza, assegnando alla radio digitale (solo) sei nuove reti locali DAB+: una per ciascuna delle regioni sopra indicate, salvo la Puglia che ne riceve due, come previsto dall’integrazione del PNAF-DAB allegata alla stessa delibera.
Via libera alla pianificazione “minima”: prima il necessario, poi l’espansione
Accordando ragione alle rappresentanze dell’emittenza radiofonica locale che avevano chiesto un approccio essenziale nella ripartizione dell’ampia provvista frequenziale derivante dalla disponibilità per il DAB+ dallo smantellamento della rete 12, Agcom ha infatti adottato una “pianificazione minima”, calibrata sull’effettiva richiesta espressa (che, inizialmente, aveva condotto alla previsione di procedure competitive per l’assegnazione di risorse inferiori al numero dei richiedenti), per garantire tempi rapidi e sostenibilità.
Le motivazioni addotte per la scelta minimalista
Nel corpo della Delibera si legge infatti che “le motivazioni addotte a supporto della posizione in questione sono, in sintesi:
a) la pianificazione delle frequenze aggiuntive in ulteriori bacini rispetto ai cinque identificati sarebbe inutile in quanto non vi è domanda;
b) anche nei cinque bacini indicati vi sarebbe una domanda per un numero di reti inferiore a quanto proposto dall’Autorità in consultazione;
c) l’eventuale pianificazione delle frequenze aggiuntive in ulteriori bacini rispetto ai cinque identificati, nonché la pianificazione di più reti oltre quelle strettamente necessarie nei cinque bacini identificati, comporterebbe eventualmente la necessità, da parte del Ministero, di riaprire le procedure di assegnazione dei diritti d’uso già concluse in quanto le società consortili già divenute assegnatarie dei diritti d’uso di una determinata rete, potrebbero essere interessate a sostituire le proprie reti con le nuove reti pianificate, generando ulteriori ritardi nell’avvio del servizio DAB”.
Sponda ai nazionali
Posizione, quella proveniente dalla stessa emittenza locale, prevedibilmente accolta dai player radiofonici DAB nazionale ed in particolare della RAI, che “ricordando il contenzioso in essere circa l’assegnazione della propria rete nazionale, ha evidenziato di aver presentato al Ministero un’istanza il 26 luglio del 2024 per l’assegnazione di ulteriori risorse utili ad una maggiore decomponibilità a livello regionale della propria rete (quella ora assegnata) ai fini di una maggiore potenzialità di trasmissione della propria programmazione regionale, e che tale istanza è ancora al vaglio del Ministero”.
Frequenze per le locali alla RAI per la decomponibilità regionale
RAI, come avevamo previsto alcuni mesi fa, ha infatti osservato che “stante il considerevole incremento di risorse previsto per l’emittenza DAB locale col presente procedimento, ritiene percorribile una modifica integrativa delle frequenze attribuite alla propria attuale rete nazionale in linea con la propria precedente istanza, nell’ottica di una maggiore decomponibilità della stessa per il servizio di informazione regionale reputato d’interesse generale.
Richiesta di soccorso alle esigenze della concessionaria pubblica
Con ciò bilanciando il fatto che, secondo il rispondente, l’Autorità, nella pianificazione di cui alla delibera n. 286/22/CONS, non avrebbe adeguatamente considerato la peculiarità del servizio pubblico e non avrebbe provveduto né alla pianificazione né alla individuazione di una rete ad hoc per la concessionaria.
Risorse inoptate dall’emittenza locale
In questo senso, oltre a evidenziare che proprio la presenza in alcuni bacini di risorse inoptate dall’emittenza locale non giustifica un’ulteriore integrazione delle reti pianificate per tale comparto, il rispondente in questione ritiene che soluzioni di affitto di capacità trasmissiva da operatori di rete locali per garantire il servizio pubblico di informazione regionale, risultano, allo stato attuale, del tutto impraticabili anche per la differente maturità del mercato in aree diverse del territorio”.
Posizione condivisa anche da altri utilizzatori delle reti nazionali
Posizione, quella di RAI, non certamente insolata, essendo stata condivisa (ancorché per esigenze diverse) anche un altro gruppo di portatori di interesse, espressione degli utilizzatori delle reti nazionali, che, si legge nella delibera 145/25/CONS, si è dichiarato “favorevole alla pianificazione limitata ai soli cinque bacini indicati, ma osservando, dal proprio punto di vista, che non è proficuo pianificare risorse che non saranno utilizzate dagli operatori locali e che alla luce delle risorse rinvenienti dal mux 12 quelle che potrebbero derivare dal futuro coordinamento adriatico ionico non avrebbero rilievo pratico.
Congelare le risorse per risolvere problemi interferenziali delle nazionali
Pertanto, tale gruppo ritiene che non si possano “congelare” delle risorse in vista di un evento per il quale non si intravedono conclusioni migliorative. In altri termini, secondo tali proponenti le risorse non immediatamente necessarie al comparto locale potrebbero essere subito utilizzate per risolvere alcune criticità riscontrate, a proprio dire, nelle reti del comparto nazionale, pianificate in isofrequenza per macroaree, e quindi suscettibili di interferenze estere nei bacini del Nord Italia e auto-interferenza, nei bacini del Sud Italia”.
Agcom: valutare (per le altre frequenze disponibili) esigenze “anche non esclusive del comparto locale”
Per le numerose altre risorse VHF derivanti dallo smantellamento della rete 12, pertanto, se ne parlerà più avanti, anche se non è detto che saranno destinate esclusivamente ai consorzi locali, considerati alcuni importanti incisi della Delibera 145/25/CONS. Tra questi, quello in cui, preferendo la pianificazione minimale (risorse solo per evitare i beauty contest in 5 aree), Agcom osserva come l’opzione “lascia disponibili risorse che consentono successivamente di prendere in considerazione e valutare ulteriori esigenze, anche non esclusive del comparto locale”.