Radio. DAB, Agcom pubblica contributi stakeholders alla consultazione pubblica ex delibera n. 54/25/CONS

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Agcom ha pubblicato il 12/06/2025 la sintesi della consultazione pubblica indetta con la delibera n. 54/25/CONS concernente l’aggiornamento del quadro regolamentare in materia di spettro radio ad uso televisivo e radiofonico digitale (DAB+) ai fini della ridestinazione delle frequenze precedentemente pianificate per la rete nazionale televisiva n. 12, che ha condotto all’approvazione della delibera 145/25/CONS che abbiamo approfondito in separato articolo.
L’esame dei singoli contributi resi disponibili da Agcom all’insegna della trasparenza, definisce il quadro della questione attraverso le singole osservazioni avanzate dai 15 stakeholders raggruppati in centri di interesse (che riportiamo in calce).

Sintesi

L’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni ha pubblicato il 12/06/2025 la sintesi della consultazione pubblica avviata con la delibera 54/25/CONS, relativa all’aggiornamento del quadro regolamentare per la ridestinazione delle frequenze della rete nazionale televisiva n. 12 (Mux 12), mai assegnata.
I 15 contributi pervenuti da gruppi di interesse tra gli operatori, delineano un confronto articolato tra chi chiede di destinare tali frequenze alla radio digitale DAB+ in ambito locale, chi propone un uso televisivo anche sperimentale (es. DVB-T2 o 5G Broadcast), e chi suggerisce una destinazione mista comprendente anche operatori radiofonici nazionali.
I punti critici emersi riguardano la scarsità di risorse in cinque regioni (Veneto, Lazio, Toscana, Campania e Puglia), il blocco dei beauty contest DAB+, la persistenza di contenziosi sulla rete 12 (soprattutto relativi ai diritti d’uso “generici” di PDBST ed Europa Way), l’incertezza normativa e le divergenze tra esigenze locali e nazionali, con alcune inaspettate aperture dei primi verso un utilizzo condiviso.
Si contrappongono due visioni: gli “interventisti”, favorevoli a una pianificazione immediata (ancorché limitata) per sbloccare le assegnazioni nelle regioni critiche (ipotesi che ha prevalso); e gli “attendisti”, che propongono di rimandare ogni decisione al perfezionamento del coordinamento adriatico-ionico.
Emergono inoltre forti perplessità sull’ipotesi che il dividendo frequenziale possa accelerare la migrazione dalla FM al DAB+, ritenuto ancora economicamente fragile e tecnicamente non equiparabile, mentre la posizione prevalente resta quella della coesistenza tra le due piattaforme.
Altri nodi riguardano la necessità di reti DAB+ decomponibili, in particolare per consentire alla RAI di differenziare l’informazione regionale, e il rischio di una saturazione inefficiente dello spettro in assenza di una pianificazione attenta alle specificità territoriali.

La delibera 54/25/CONS Agcom

Come noto, con la delibera 54/25/CONS, Agcom aveva avviato una consultazione pubblica per aggiornare il quadro regolamentare in materia di spettro radio destinato alla TV e radio digitali.
Al centro, la possibile ridestinazione delle frequenze del Mux 12 (rete nazionale televisiva n. 12), mai assegnato, a favore del DAB+.

I 15 centri di interesse

La sintesi dei 15 contributi ricevuti – da centri di interesse che hanno raccolto le richieste di operatori di rete e fornitori di contenuti nazionali e locali – evidenzia un acceso confronto sul futuro della provvista frequenziale della rete 12, tra chi ne reclama ancora un uso televisivo (magari anche sperimentale attraverso le nuove tecnologie) e chi spinge per destinarla esclusivamente al comparto radiofonico locale o anche – e questa è una novità emersa -, in quota parte, nazionale.

I punti caldi

I punti caldi emersi dalla consultazione ex Del. 54/25/CONS, in ogni caso, sono: la scarsità di risorse in cinque regioni, dove sono programmati i beauty contest tuttora sospesi, l’incertezza normativa, i possibili contenziosi e le esigenze dei player nazionali contrapposte solo in parte a quelle dei locali (che, in alcuni casi, paradossalmente, hanno aperto alla possibilità, che inizialmente sembrava esclusa, di destinare risorse della rete 12 anche agli operatori DAB nazionali).

Mux 12: un nodo regolatorio e politico

Lo smembramento della rete nazionale televisiva n. 12 (Mux 12) si è trasformato, infatti, in un terreno di confronto interessante per inquadrare la complessa situazione dello spettro DTT/DAB+.
Per avere un accenno della vastità dei temi messi a confronto da Agcom con la consultazione ex Del. 54/25/CONS, alcuni contributori, per esempio, hanno chiesto che le frequenze in banda VHF rimanessero nella disponibilità della TV digitale terrestre, magari per futuri servizi DVB-T2 o 5G Broadcast.
Altri – la maggioranza – hanno ritenuto invece improcrastinabile una ridestinazione al DAB+, soprattutto nelle regioni dove la domanda di frequenze locali eccede l’offerta (Veneto, Lazio, Toscana, Campania e Puglia).

La vicenda infinita della mancata attribuzione della dodicesima rete nazionale

A latere delle tematiche DAB, sono annotate negli esiti della consultazione alcune contestazioni circa il mancato esperimento della gara prevista dalla delibera 25/23/CONS, che limitando i partecipanti a PDBST (Retecapri) ed Europa Way (Europa 7), avrebbe cristallizzato un contesto incerto, acuito da un contenzioso ancora aperto sui diritti d’uso “generici” di tali soggetti (questione che, per alcuni, dovrebbe essere chiarita prima di qualsiasi ripianificazione).

Posizioni divergenti

Il blocco della procedura, secondo tale prospettazione, avrebbe, infatti, impedito un’effettiva verifica dell’interesse di mercato per la rete 12, lasciando spazio a posizioni divergenti: da un lato, chi denuncia la chiusura anticipata dell’asta e reclama la possibilità di sviluppare nuovi servizi televisivi; dall’altro, chi intravede nella rete una leva utile per colmare il deficit strutturale del DAB+ locale.

DAB+, tra domanda locale e compatibilità internazionale. Gli interventisti

Quanto allo sfruttamento delle risorse per la radio digitale, una fetta consistente di stakeholders ha sostenuto la necessità di una pianificazione immediata, ma limitata, delle reti DAB+ aggiuntive solo nei bacini dove i beauty contest sono in stallo a causa della scarsità di frequenze: una rete aggiuntiva per ciascuna delle cinque regioni critiche e due per la Puglia. Ciò – hanno osservato molti interlocutori di Agcom – eviterebbe la riapertura delle procedure, ridurrebbe il rischio di contenziosi e scongiurerebbe ritardi nell’attivazione delle reti.

Gli attendisti

Al contrario, altri operatori hanno proposto di attendere la conclusione del negoziato per il coordinamento adriatico-ionico, per evitare pianificazioni parziali e favorire un intervento organico a livello nazionale. Ma la lentezza di tale tavolo tecnico, aperto da oltre sei anni, ha indotto altri soggetti a spingere per una pianificazione autonoma e separata per le aree già coordinate, ritenendo superfluo vincolarsi a un accordo dalla tempistica incerta e indefinita.

Questione cruciale

La questione, secondo alcuni portatori di interessi diffusi, è cruciale, perché una parte delle frequenze considerate potrebbe essere interferita da emissioni estere, con rischi evidenti per la qualità di servizio. Il blocco 5A, ad esempio, è già usato in Slovenia e quindi viene proposto in alternativa l’uso del blocco 5D, più compatibile con l’attuale pianificazione.

I dubbi sullo switch-off FM e le criticità del DAB+

Molti operatori, poi, hanno frenato sul tema che il “dividendo” radio derivante dal Mux 12 potrebbe accelerare la migrazione dalla diffusione analogica FM a quella digitale DAB+. Il DAB, secondo i detrattori dell’ipotesi, sarebbe ancora un mercato non maturo, privo di ritorni economici e lontano dalla copertura in modulazione di frequenza (FM).

Spegnimento FM lesivo della funzione pubblica della radio

Così, mentre alcuni operatori chiedono di fissare una roadmap per la successione, altri avvertono che senza una copertura DAB+ del 99% e piena disponibilità dei contenuti del servizio pubblico, lo spegnimento della FM sarebbe lesivo della funzione pubblica.

La coesistenza di FM e DAB+

Sulla questione, la posizione più diffusa è che FM e DAB+ dovrebbero coesistere ancora a lungo, con l’analogico che continua a garantire ritorni economici, investimenti pubblicitari ed una base d’ascolto ancora solida. In mancanza di una normativa chiara, incentivare la sola migrazione su base volontaria rischierebbe di creare ulteriori squilibri nel mercato, secondo i difensori del simulcasting senza termine preciso.

Amplificazione asimmetrie

I rappresentanti delle emittenti locali temono inoltre che l’assenza di un piano coordinato possa amplificare le asimmetrie: chi ha avuto accesso alle prime reti potrebbe consolidare posizioni dominanti, mentre i nuovi entranti potrebbero essere esclusi per mancanza di risorse o per blocchi regolamentari.

Il ruolo della RAI e le reti decomponibili

Un tema trasversale è la necessità di prevedere reti DAB+ più “decomponibili, per permettere differenziazioni territoriali di programmazione, simili a quelle garantite oggi attraverso le reti FM (con splittaggi o separazione della programmazione), soprattutto per l’informazione regionale della RAI (allo stato impossibile stante l’unicità della rete DAB+ ad essa assentita). In questa ottica, è stato chiesto da alcuni rispondenti alla consultazione ex Del. 54/25/CONS un adeguamento del PNAF-DAB e la possibile revisione delle reti nazionali per migliorarne la capillarità.

La posizione della concessionaria pubblica: differenziare la programmazione attraverso le risorse della rete 12 eccedenti quelle necessarie per evitare i beauty contest

Secondo RAI, la propria rete dovrebbe poter disporre di una struttura più flessibile, in grado di raggiungere bacini sub-regionali con l’offerta informativa e culturale attualmente in FM.

L’ipotesi di affidare ai consorzi locali la differenziazione informativa di Radio RAI

Non è mancato chi ha suggerito di affidare alle reti dei consorzi locali la veicolazione della programmazione regionale RAI, tramite accordi di affitto di capacità. Ipotesi definite però impraticabili da vari soggetti a causa di vincoli tecnici, scarsa disponibilità economica e assenza di regolamentazione.

Tensioni competitive e possibili soluzioni

Alcuni operatori hanno poi proposto che anche i consorzi già assegnatari di diritti DAB+ potessero partecipare alle gare per le risorse a disposizione attraverso lo smembramento della rete 12, a patto di impegnarsi a rinunciare, ovviamente, al diritto acquisito. Un meccanismo che, secondo tale idea, eviterebbe contenziosi e blocchi.

Impiego provvista eccedente le procedure competitive locali per risolvere problemi SFN delle reti nazionali radio

Altri stakeholders hanno, per parte propria, suggerito di impiegare parte delle nuove frequenze per migliorare la compatibilità interferenziale tra bacini, anche in vista di uno sviluppo di servizi evoluti a copertura nazionale.

Saturazione inefficiente dello spettro

Il rischio paventato, infatti, è che reti mal pianificate portino a una saturazione inefficiente dello spettro, con il conseguente aumento dei costi di trasmissione e perdita di qualità del segnale. Sul piano della dimensione locali, alcuni partecipanti alla consultazione ex Del. 54/25/CONS hanno chiesto di evitare l’imposizione di reti regionali non decomponibili in aree dove la domanda è frammentata su scala provinciale o sub-regionale.

Le reti decomponibili

In tal senso, per evitare nuovi contenziosi, è stato suggerito di mantenere l’attuale logica delle reti decomponibili, rispettando l’equilibrio tra le emittenti già presenti e quelle in attesa di autorizzazione. Diversamente, secondo alcuni contributori, si rischierebbe di aggravare il carico sui consorzi, con costi di gestione non sostenibili e ricadute negative sul pluralismo informativo.

I contributi pervenuti ex delibera n. 54/25/CONS

Questi i singoli contributi pervenuti ad Agcom ex delibera n. 54/25/CONS, elencati in ordine alfabetico. (A.N. per NL)

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