Radio. Sergio Savoia (RSI Radio Svizzera Italiana): il mezzo è in profonda trasformazione. E lo switch-off FM/DAB+ ci preoccupa molto

Sergio Savoia, RSI

NL inaugura oggi una serie di interviste con la RSI, la radio pubblica della Svizzera italiana sul tema dell’evoluzione del medium radiofonico. E lo fa insieme a Sergio Savoia, direttore presso la RSI delle reti Uno e Tre. Partendo da un problema spinoso: lo switch-off FM/DAB+ in programma nei prossimi anni.

Sergio Savoia

Nato in Svizzera nel 1964, Sergio Savoia ha studiato Storia medioevale in Italia. Dall’inizio degli anni ’80 ha cominciato a collaborare con la RSI come animatore, conduttore, autore e giornalista, diventando anche responsabile dell’animazione radiofonica per poi arrivare all’attuale ruolo apicale.

I temi che saranno affrontati nelle prossime settimane

I temi affrontati da NL con Savoia sono i più attuali: l’abbandono della FM a fronte delle piattaforme digitali (DAB+ e IP), l’invecchiamento dell’ascolto, l‘Intelligenza Artificiale in radio, i podcast.
Il primo appuntamento riguarda la migrazione da FM a DAB+, il cui inizio è teoricamente fissato per i prossimi anni (la data precisa non è ancora stata definita).
Ma anche la storia stessa della RSI. O meglio, di Radio Monteceneri.

L’intervista

(Newslinet) – In questi giorni avete in corso un importante festeggiamento…
(Sergio Savoia) – Sì: festeggiamo l’inizio delle trasmissioni, il 18 aprile 1933, in onde medie dall’antenna di Monteceneri (nel distretto di Lugano, ndr), da cui il nome Radio Monteceneri.

Radio Monteceneri

Chi ricorda le vecchie radio col quadrante e l’indicazione delle stazioni in modulazione d’ampiezza, ha in mente certamente i nomi che vi comparivano sopra, come: Torino, Caltanissetta, Londra e, appunto, Monteceneri.

Libera radio in libero stato

Radio Monteceneri è stata, per molto tempo, l’unica radio in lingua italiana che non fosse, diciamo, una radio dello Stato fascista. Per tanti italiani era una maniera di ricevere notizie che non erano coperte dalla censura di Stato.

Radio Monteceneri - Radio. Sergio Savoia (RSI Radio Svizzera Italiana): il mezzo è in profonda trasformazione. E lo switch-off FM/DAB+ ci preoccupa molto

Antifascismo

È stata anche una radio che nella prima parte della sua vita ha ospitato anche intellettuali dell’antifascismo. Dalla cellula di Radio Monteceneri è sorta l’attuale offerta radiofonica svizzera, tra cui le reti Uno (mainstream, di cui sono direttore), Due (di stampo culturale) e Tre (la più giovane come target, sempre sotto la mia direzione).

Oggi

(NL) – Dopo il passato, il presente. Quello delle piattaforme digitali al cospetto di quella analogica: lo spegnimento della FM che la Svizzera ha programmato per i prossimi anni sarà traumatico?
(Sergio Savoia) – Stiamo cercando di fare in modo che lo sia il meno possibile. Stiamo discutendo perché ci sono alcune difficoltà molto importanti nel caso della Svizzera.
La prima è cercare di evitare di abbandonare la FM da parte della radio pubblica senza che lo facciano contestualmente anche i privati.

Mercato partecipativo e competitivo

In Svizzera una quota del canone radiofonico percepito dalla RSI viene ridistributo alle stazioni private: il nostro sistema non è quindi super-competitivo, come quello italiano, ma partecipativo e moderatamente competitivo.

Regalo ai privati

E chiaro che se la RSI abbandonasse la FM prima delle private, queste ultime godrebbero di un vantaggio competitivo. Stiamo quindi pensando ad un passaggio graduale, bilanciato tra il comparto pubblico e privato. Alla fine tutti i trasmettitori FM saranno spenti ma il processo sarà un phase-out graduale.

Il parco automobili obsoleto

E poi non possiamo non considerare la condizione dell’utenza: il parco automobili svizzero ha ancora una quota importante di obsolescenza, per cui non tutte le vetture, neanche quelle relativamente recenti, sono dotate di DAB.

Italiani favoriti da un eventuale switch-off anzitempo

Questo significa che nel momento in cui la RSI cessasse di trasmettere in FM, favorirebbe l’ascolto delle stazioni straniere (italiane in particolare, ndr). E questo è un problema che ci preoccupa molto. Preoccupa noi svizzeri italiani, ma anche i colleghi svizzeri francesi, che hanno una situazione uguale e forse pure peggiore. E preoccupa anche gi svizzeri tedeschi, che però naturalmente hanno il mercato interno più grande. (segue) (M.L. per NL)

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