YouTube non vuole rassegnarsi alla concorrenza di Spotify (che ha appena concluso una j.v. societaria col colosso del sod cinese Tencent) e Apple Music: indiscrezioni vogliono che la piattaforma di video più famosa al mondo, nel prossimo mese di Marzo lancerà un servizio di musica in streaming a pagamento chiamato Remix.
Le stesse indiscrezioni, tra l’altro, lasciano intendere che la Warner abbia già firmato un accordo con YouTube e che ci siano trattative in corso con le altre due maggiori etichette discografiche, la Universal e la Sony, ed un quarto soggetto, cioè un consorzio di etichette indipendenti denominato Merlin.
La voglia di rincorrere la concorrenza, però, potrebbe non essere l’unica molla della decisione di YouTube: sulla piattaforma pesano, infatti, le accuse di chi lavora nell’industria della musica di non remunerare abbastanza le case discografiche e di fornire uno spazio per l’upload pirata di intere discografie degli artisti. Moltissimo del traffico di YouTube, infatti, è dovuto alla visione di video musicali e quindi all’ascolto di brani, spesso caricati in violazione del copyright. Oltre al danno economico derivante da comportamenti illegali, le case discografiche sembrano non essere paghe neppure degli introiti provenienti dalle visualizzazioni “lecite”: Universal già possiede un proprio canale su YouTube (VEVO) sul quale carica i video dei propri artisti, ma il contratto è in scadenza e l’etichetta ha tutta l’intenzione di rinegoziare i termini.
Dal canto loro, Spotify e Apple Music assicurano un certo guadagno proveniente dalle sottoscrizioni degli utenti, che accettano di pagare un prezzo modesto (circa 9 € al mese), per poter ascoltare musica in quantità, con una buona qualità audio e legalmente. Insomma, sembrerebbe un modello di business funzionante.
Così YouTube potrebbe aver rispolverato le proprie intenzioni di attivare un servizio a pagamento anche per tranquillizzare l’industria musicale. Si tratta, per l’appunto, di rispolverare un’idea non nuova: non sono mancati i tentativi della piattaforma di far pagare i propri clienti per un servizio nuovo o per lo stesso servizio senza interruzioni pubblicitarie, ma senza troppo successo (uno di questi tentativi è YouTube Red, un servizio SVOD che consente di guardare contenuti free ads e che propone serie e tv show originali, sul modello Netflix).
Tornando alle indiscrezioni su Remix, dovrebbe trattarsi di un servizio in tutto e per tutto simile a Spotify, ma che includa anche i music video, quindi la possibilità di vederli e scaricarli.
Alla realizzazione dell’ambizioso piano di una piattaforma musicale a pagamento sarebbero al lavoro Lyor Cohen, ex manager della Warner, dallo scorso anno passato a YouTube (segno tangibile che una connessione tra la piattaforma e il mondo della musica esiste realmente) assieme a gran parte dello staff di Google Play Music. La vera sfida per YouTube, però, sarà rimuovere tutti i contenuti illegali dalla piattaforma free: nessuno sarebbe infatti disposto a pagare per ascoltare o vedere un contenuto che può avere gratuitamente. (V.D. per NL)